Bentornate dame dell’Harem,
questa volta padrone assoluto del libro che ho letto è il pubblico. Voi e io. Ho letto NERVE di Jeanne Ryan.

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Sinossi:
Quando viene selezionata come concorrente per Nerve, un gioco in diretta online, Vee non è sicura che avrà il coraggio necessario ad affrontare le sfide via via proposte. Eppure chiunque si nasconda dietro Nerve sembra conoscerla alla perfezione e sapere esattamente ciò che desidera: i premi sono allettanti e il suo partner nel gioco è il ragazzo perfetto, il brillante e sensuale Ian. In un primo momento tutto si rivela incredibilmente divertente: i fan di Vee e Ian tifano per loro e li spingono ad alzare la posta con imprese sempre più rischiose. Ma il gioco ha una svolta poco chiara quando i partecipanti vengono indirizzati verso una località segreta con altri cinque giocatori per il round del Gran Premio, la finale di Nerve. Improvvisamente stanno giocando il tutto per tutto e in palio c’è la loro vita. Fino a che punto il sangue freddo di Vee la sosterrà per andare avanti?
Adrenalina, soldi, followers, vita, successo, fama, amore, likes, vendetta, sopravvivenza…
Per cosa giochi?

Romanzo “adrenalinico” come è stato definito dalle più importanti testate statunitensi e Canadesi, a breve anche in Italia avremo questo libro e il film che ne è stato tratto.
Per onestà devo dire che la sinossi riassume bene il contenuto del libro e poiché il finale è proprio la sua scena madre non mi addentrerò molto nelle trame di questo best seller.
L’autrice si è affacciata ad un tema oltremodo attuale e che troneggia nei tempi moderni con i suoi nuovi miti e le sue effimere mode. I social, i media, internet e tutti i suoi estesi rami di comunicazione che come un sistema nervoso raggiungono i nostri più profondi segreti, che toccano le nostre paure e i punti deboli, ma senza il quale non ci sentiremmo nessuno perché la realtà non è più ciò che vediamo ma ciò che gli altri vedono, e con quel potere assoluto che noi stessi gli concediamo ci siedono su un trono ma ci scartano e pongono al patibolo con la stessa leggerezza con cui si sceglie un paio di scarpe.

Anch’io ho voglia di piangere, ma per il sollievo. Il buonumore degli Spettatori mi protegge come uno scudo. Uno splendido, enorme, scudo rumoroso. Con loro sono qualcuno. Sono al sicuro.

E così Vee, ragazza insicura con la voglia di apparire come la sua amica Sydney, bella e sempre al centro dell’attenzione di tutti, si infila per gioco in un gioco. La fa sentire importante, appagata e sostenuta da chi non conosce nulla di lei tranne le scommesse che vince su un gioco on line e che le promette premi in denaro, fama e regali. Un like alla volta, una sfida dopo l’altra si trova con il suo compagno “assegnato” a dover dimostrare di essere qualcuno, ma non solo, deve mantenere il suo potere sfidando se stessa, reprimendo principi che le sono stati insegnati da bambina, affrontando paure che non è tenuta a dimostrare.

Eppure io mi sento più sola che mai. Migliaia di persone devono averci visti stasera e nessuno di loro è stato sfiorato dal pensiero che i giocatori fossero persone vere, persone vive.

Ma lei si sente se stessa, finalmente più importante dell’amica, lo dicono gli Spettatori e deve essere vero. Ma cosa le manca di più? O meglio, cosa le serve davvero? Non ha tempo di pensarci perché ora la sensazione di avere il comando si trasforma e da Stella del mediatico diventa una marionetta che si è infilata in una spirale in discesa che non le lascia altra scelta. Accanto a lei Ian diventa uno scudo, un mantello caldo e avvolgente che pur spronandola a continuare la protegge e le da in pochi gesti quello che “forse” cercava davvero.

Mi sfila prima un elastico dai capelli, poi l’altro, chinandosi lentamente su di me. Una scarica elettrica mi attraversa la pelle appena le nostre labbra si incontrano. La sua bocca è davvero morbida come sembra. Potrei annegare in questo ragazzo e lo faccio. Perdo ogni nozione del tempo mentre sono tra le sue braccia.

Lui si china a darmi un bacio leggero. “L’unica cosa bella della serata sei stata tu”. Annuisco e scendo dalla macchina. Vorrei credergli, ma sto lottando contro il sospetto assillante che si comporti così solo perché c’è di mezzo qualche premio post-partita.

Ian è bello, misterioso, è uomo protettivo al punto giusto, ma perché ha bisogno di giocare? Forse come Vee deve affermare se stesso in qualche modo eppure sembra così sicuro di se e quegli occhi le parlano, e le danno fiducia.
Che cosa si è disposti a fare per avere quei 5 minuti di gloria che cambiano la vita? E come la cambiano la vita?
Il rischio è qualcosa che si deve accettare a occhi chiusi e le conseguenze sono lontane quando la fama e un po’ di notorietà toccano un quotidiano noioso e senza soddisfazioni. Assomiglia un po’ alla vita di paese di periferia, ci sono le persone in vista, ci sono gli invisibili, le chiacchierone, ci sono i “conduttori” che tirano le fila dei giochi, e poi ci sono gli attori se pur inconsapevoli di partecipare ad un film con un copione già steso.
Ed è qui che il libro ci fa scegliere.
Giochi o Lasci?
Forse dopo tutto la realtà monotona è la più grande certezza delle nostre vite.

Gloria Cayenna