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Sinossi:

Un sogno ricorrente, una panchina nel centro di Seattle, un uomo che conosce cose che non dovrebbe sapere.

E se attraverso il sogno si potesse scorgere l’origine di tutte le cose? E se il sogno non fosse altro che l’accesso segreto a una dimensione fatta di illusioni in grado di mettere in dubbio tutto ciò che consideriamo realtà? E se nell’altra dimensione ti attendesse la verità? Ti attendesse il vero amore?

La trama:

Alison è una ragazza riservata e disillusa che col tempo si è abituata a fronteggiare con scetticismo ogni realtà rifiutando a se stessa l’ipotesi di poter rivivere un solo breve attimo di felicità assoluta per non fallire, ogni volta, nel tentativo di tenerla con sé. Legata a questa visione distorta di ciò che la circonda non si accorge di perdersi ogni giorno un po’, ignorando ciò che la vita a un certo punto deciderà di mostrarle: una via d’uscita, che si presenterà a lei come sogno lucido ricorrente. Riuscirà Alison, cercando riparo in un amore del passato, ad accettare l’oscurità fino in fondo per scoprirvi la luce, rischiando di accorgersi di quanto, non sempre, alla luce stessa, le cose si vedano più chiaramente?
Il volto dell’attesa vuole essere un momento di lettura in cui gli animi restino sospesi in attesa di una risposta che smetta di far male al cuore in un finale sorprendente; un momento senza la pretesa di raccontare ogni cosa perché dire troppo sarebbe superfluo. Proprio per questo, Il volto dell’attesa è un romanzo surreale in cui solo alla fine tutto sarà mostrato e nulla sarà più detto, poiché quel che viene mostrato e non si dice è determinante quanto ciò che viene detto senza essere mostrato, affinché il lettore possa sentirsi parte della narrazione ed essere guidato in un’oscurità che precede un bagliore che, a seconda della direzione che prenderà il suo passo sulla soglia, potrà aprirsi in inondante luce o in avvolgente tenebra.

 Recensione:

Quanti di noi si son persi nei meandri della vita? Quanti di voi hanno compiuto quel famoso viaggio all’interno di se stessi? Ognuno ha il proprio modo e ognuno ha i propri tempi. Perdersi e poi ritrovarsi magari più forti o consapevoli delle proprie paure, angosce o certezze.

 In un certo senso è ciò che succede ad Alison, la protagonista di questo romanzo che ritengo molto originale per la sua trama e che esce fuori dai soliti schemi che il genere fantasy di solito ci propone.

 Alison non è una donna irrazionale, è una persona che crede in ciò che vede e sente con mano.

Vive e lavora a Seattle, dove si concede delle lunghe passeggiate a Pioneer Square, il parco della città, sola o con la sua più cara amica Diana. Le sue camminate terminano sempre in una panchina di questo parco, e ha modo, sedendosi, di riflettere su quello che è la sua vita, sulla sua condizione di single e sull’ uomo che ha appena perduto dopo una lunga relazione, cui in realtà è ancora legata.

Pioneer Square era in pieno centro città eppure per me, quel frammento di terra e cielo, era solo il fruscio del vento sulle foglie, i passi rumorosi del traffico che non sentii.

Non avrei potuto immaginare ciò che stava per accadere, tornavo ancora li e sedevo sulla panchina, immobile e rapita. Ignara.

Eppure, ogni cosa stava per cambiare. Per sempre.

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Larrie Larson, il fidanzato perfetto. L’uomo che non ti dà il tempo di desiderare perché sa sempre prima di te di cosa hai bisogno. L’uomo che non dimentica una data importante, il compagno ideale, l’amante attento, l’eterno corteggiatore, il padre che vorresti per i tuoi figli. FORSE TROPPO, PER ME, SEMPLICE RAGAZZA COMPLICATA.

Forse è proprio questo il motivo della sua rottura con Larrie, egli è troppo perfetto!

Hai ripensamenti sulla vostra rottura?”

“No, direi di no. Ma da quando ho chiuso con Larrie è come se dovessi ricominciare tutto daccapo, trovare un nuovo ritmo per ogni cosa. Non credevo fosse così difficile.”

“Non rimpiango di non stare più con Larrie. Era la cosa più giusta da fare, e lo sapeva anche lui. ‘Non puoi stare con me,se non sai cosa vuoi davvero’,mi ha detto l’ultima volta. E aveva ragione. A volte, L’AMORE NON BASTA”

“Mancava sempre qualcosa- continuai- e gni volta finivamo per litigare, anche senza un vero motivo. Ho cominciato a pensare che fossi io il problema.

Alison nonostante si senta sola, anche se sente di non aver ripensamenti sulla sua storia ormai finita, continua  la sua vita dedicandosi con più attenzione al suo lavoro fin quando strani ma meravigliosi sogni creano turbamento nella sua vita; dapprima le appare un posto meraviglioso che emana calma e vitalità ma poi in questo posto compare una figura che le sconvolgerà l’esistenza: Ryan.

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“Non so dirti dove fossi ma era un luogo buio e camminavo, avanzavo senza vedere nulla. Il buio era fitto, avevo quasi paura e rallentavo, cercavo delle pareti o degli appigli ma palpavo l’aria. Poi ho notato un piccolo bagliore lontano, ho continuato a camminare per raggiungere in fretta  la luce che man mano si intensificava, UNA BELLA LUCE PIENA, come all’uscita di un tunnel. Più mi avvicinavo e più focalizzavo. E lì ho mischiato un po’ il sogno alla realtà: C’era una panchina, non una qualunque ma quella di Pioneer Square, intagliata sullo schienale con quella farfallina. Allora mi sono spinta oltre la luce accecante per guardare meglio ed ecco che trovo la piazza, gli alberi, tutto identico alla realtà. Poi, di colpo, ho sentito come una forza invisibile sbattermi sul materasso, ed è così che mi son svegliata.”

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Alison racconta il sogno alla sua amica Diana che la tranquillizza fin da subito credendo sia un posto che frequenta assiduamente, quindi sia normale sognarlo e la convince a svagarsi di più e con l’occasione la invita ad andare al Luna Park. Alison segue la sua amica. Una volta lì, sul finire della serata, Diana convince l’amica ad entrare nella tenda di una veggente. E accade qualcosa di molto insolito, la zingara conosce Alison e riconosce in particolare la collana che la ragazza indossa.

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Il suo essere razionale ad ogni costo è messo a dura prova da questo incontro.

Ryan sarà sempre più presente nei suoi sogni e pian piano Alison capirà il perché ma nonostante questo si rende conto che la sua vita reale le sta sfuggendo di mano e dunque torna a riporre il suo cuore in mano all’uomo che lasciò : Larrie. Ma Ryan?

Ryan scompare nel momento stesso in cui inizia la sua relazione con Larrie.

Amareggiata dal non poterlo più vedere e accortasi di aver fato l’ennesimo sbaglio, ritorna in lei la voglia di fare di nuovo chiarezza dentro se stessa o magari è solo un modo per riavere il “suo” Ryan, chi lo sa!

All’interno del libro però farà capolino un’altra figura maschile, Connor.

Chi è? Che ruolo ha? Lo lascio scoprire a voi.

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Ciò che posso dirvi e che questo libro vi susciterà delle forti emozioni, in particolare il finale vi lascerà di stucco.

I miei complimenti all’autrice che ha saputo narrare una trama così particolare e originale in modo semplice e lineare, il che per come era impostato… ho proprio voluto vedere come ne usciva fuori! una sola parola: bravissima.

Il libro è molto descrittivo e questo potrebbe creare “problemi” a chi legge in quanto ci si potrebbe perdere dietro alle numerose descrizioni, personalmente però ritengo che proprio in una trama particolare come questa, le descrizioni assuma’no un ruolo importante per spiegare gli stati d’animo e avvenimenti che accadono.

IL VOLTO DELL’ATTESA è un libro coinvolgente, dove dalla prima all’ultima pagina t’incanti a leggere e non vuoi staccarti. A mio parere solo una piccolissima pecca. Nella parte principale è risultato un po’ lento, ma questa è una mia impressione. I personaggi secondari s’incastrano perfettamente nella trama e rendono il libro completo.

La scrittura è fluida e lineare senza “paroloni” incomprensibili; dialoghi semplici e diretti.

Insomma proprio un bel libro, quindi se amate le trame insolite questo è il libro che fa per voi.

Consigliato

Coriander