[amazon_link asins=’B06Y19MMZV’ template=’ProductCarousel’ store=’hsb06-21′ marketplace=’IT’ link_id=’4429fc9c-55c5-11e7-80d0-31b698790423′]

 

SINOSSI

Dopo aver perso sua madre a causa di una malattia, Morena è rimasta sola con un padre severo ed egoista che non le offre l’amore sperato. Completamente in balia degli eventi, la ragazza smette di vivere: non mangia più, non sogna più e non ha alcuna gioia a farle godere i suoi venticinque anni.
Un giorno suo padre decide di farle vivere un’esperienza all’estero dove una famiglia inglese la accoglie come una figlia e le fa riscoprire i valori e la bellezza della vita.
In un luogo quasi magico dove il tempo scorre lentamente e niente è come sembra, la ragazza incontra un individuo misterioso che le sconvolge l’esistenza.
Per la prima volta il suo cuore comincia a galoppare nel petto per un uomo, ma Sir James Coleman ha un passato oscuro alle spalle, una barba folta, i capelli lunghi e lo sguardo triste, quasi assente, come a contemplare qualcosa che non c’è.
In paese si mormora che porti con sé una maledizione da cui non riesce a liberarsi e nessuno vuole avvicinarsi alla sua casa per paura e diffidenza, tranne Morena. Ma quando la ragazza scopre ciò che si cela dietro quell’uomo, sarà troppo tardi…

“Con il cuore in subbuglio” è una storia che tocca le delicate corde dell’animo, nel momento in cui non ti aspetti che esso possa lasciarsi andare ai sentimenti che hai nascosto o represso.

“Guardami un’ultima volta e lascia che resti per sempre nei miei occhi.”

RECENSIONE

Ci sono perdite che ci segnano nel profondo, ferite indelebili, che rimangono sulla pelle.

Il dolore assume varie forme e aspetti, c’è chi sopporta e va avanti affrontando la vita giorno per giorno e c’è chi non riesce proprio a sopportarlo e che involontariamente crea danni. La forza, in questi casi dipende molto da chi hai vicino in questo percorso di consapevolezza del dolore e accettazione di esso. Ma se accanto hai persone che invece di capire e aiutare, sono quasi indifferenti al dolore?

Benvenuti amimici oggi vi parlo di CON IL CUORE IN SUBBUGLIO di Tiziana Iaccarino e questa è la storia di Morena.

Rimasta orfana della madre, Morena perde il controllo della sua vita, la nonna è ormai moribonda a letto e il padre è talmente impegnato nel suo lavoro di medico da sottovalutare il dolore della figlia e aiutarla in tal senso a superare la perdita. Morena vive una forma di apatia, dovuta a questa perdita e non solo, anche in amore non è stata fortunata e tutto ciò, l’accavallarsi di situazioni, creano nella ragazza un senso di inadeguatezza e rifiuto di se stessa, tant’è vero che si “autopunisce” mangiando sempre meno. Non chiede aiuto al padre o meglio, non a parole, ma spera che si avvicini e faccia “il padre” e la capisca ma ciò non avviene anzi, sotto consiglio di un collega, questi la manda in Inghilterra presso una famiglia, piuttosto che saperla rinchiusa dentro un istituto con lo scopo: voltare pagina.

 Non avevo avuto il coraggio di abbracciarlo. Non potevo. Provavo astio e dolore. Mio padre era un ottimo medico, ma era stato latitante nel suo ruolo di genitore e la scomparsa di mia madre aveva peggiorato la nostra già precaria situazione familiare. Gli affetti erano sbiaditi nel tempo come volti privi di espressione su una fotografia d’epoca.

Morena non è molto felice della scelta perché innanzitutto non vuole staccarsi dal capezzale della nonna, ma con riluttanza accetta il volere del padre e dunque parte. Destinazione Inghilterra e precisamente Milfort un paesino caratteristico circondato dal verde e caratterizzato da pochissime casette nella contea dello Staffordshire.

Una comunissima famiglia presso la quale avrei imparato i lavori domestici, la fatica della quotidianità di una vita semplice e la responsabilità di riappropriarmi della ragazza che ero stata un tempo. Il dottor Rudolf aveva programmato tutto in accordo con mio padre. Quell’esperienza mi avrebbe aiutata, secondo le loro convinzioni e ne presi coscienza, anzi accettai subito l’esperimento, consapevole del fatto che, invece, non sarebbe servito a niente. Avrei semplicemente dovuto imparare a nutrirmi come un tempo. Le mie ossa sarebbero dovute scomparire e la carne avrebbe dovuto ritrovare la giusta consistenza sul mio corpo ormai smunto. Se avessi potuto scegliere, sarei rimasta a casa. La perdita della mamma, a un anno di distanza, a causa di un cancro ai polmoni, faceva ancora male. Troppo per recuperare la lucidità necessaria ad andare avanti con la mia vita.

I Rudolf questo il nome della famiglia inglese. L’impatto con la nuova famiglia con cui dovrà vivere per tre mesi è incerto, è inizialmente di diffidenza ma man mano che i giorni passano riesce a familiarizzare con queste nuove persone; in particolar modo con i figli dei Rudolf, così riesce ad instaurare una sorta di “amicizia”.

Era una delle tenute più grandi che avessi potuto notare nei dintorni, da quando ero arrivata a Milford, anche se appariva quasi sinistra, tanto risultava austero il suo aspetto, malgrado elegante nell’insieme. Pensai vi abitasse una famiglia abbiente, ma non formulai domande a Dawn al riguardo. Poco più avanti, siepe dopo siepe, si potevano scorgere altre tenute, una più caratteristica dell’altra, che mi diedero l’impressione di essere in un luogo fatato, uno di quelli raccontati nelle storie per bambini.

Durante una delle passeggiate scorge una villetta ben curata come il giardino che la circonda, questa abitazione ha un che di misterioso nonostante la sua bellezza e, catturata da essa, la giovane Morena chiede informazioni su chi vive lì dentro. A queste domande non ottiene risposte esaustive, piuttosto le vien fatto presente di non chiedere informazioni sul personaggio ma testarda e affascinata da tale mistero la protagonista invece fa l’opposto, insiste. A quel punto i Rudolf la informano che il proprietario dell’abitazione è un uomo molto riservato, chiuso, che non ama la vita mondana, con un passato triste e cupo che lo ha reso l’uomo che è per cui è auspicabile non chiedere in giro di lui, non invadere la sua privacy.

«Lungo la strada, tra le case che si susseguono una dietro l’altra, c’è una siepe che protegge la privacy di una tenuta molto grande in mezzo a un prato ben curato. Chi ci vive?» le chiesi tutto d’un fiato. Emily si fece subito seria. Anzi, direi… cupa e non me ne spiegai il motivo. Sembrava quasi in imbarazzo, non sapeva se rispondere oppure no alla mia domanda, se frenare la mia curiosità con una frase qualunque, magari presa a caso o se dirmi ciò che davvero pensava. «Lascia perdere quel posto, Morena. Non c’è niente che ti possa interessare lì.» rispose, quindi, mesta e lenta.

Durante un’uscita con i fratelli Rudolf però Morena ha modo di conoscere questo personaggio misterioso: James. La giovane ne rimane letteralmente colpita.

James ha un’aria tenebrosa, con la sua barba incolta e i capelli lunghi nasconde un animo ferito e triste forse è ciò che incuriosisce tanto Morena, probabilmente è ciò che sente in comune con l’uomo.

Si rivelò finalmente in tutta la sua maestosa imponenza, tanto da riuscire a calamitare la nostra attenzione su di sé. Rimasi in apnea per un lasso di tempo che non avrei neanche saputo decifrare. Ero stata folgorata dalla sua presenza. Ci guardammo dritto negli occhi, quasi a puntare un obiettivo da colpire. L’uno stava colpendo l’altro senza fare uso di armi, ma alla sola scoperta che esistesse un’emozione in grado di esaltare tanto i sensi. Quell’uomo sapeva produrre brividi inconfessabili lungo il mio corpo inerme che si stava piegando al volere di un destino impietoso.

L’immagine di James la perseguita, la curiosità la spinge a dirigersi verso la sua abitazione e a causa di una disavventura riesce ad entrare a casa di James….

 James si presenta come una persona schiva, taciturna ma non cattiva.

Un qualcosa di inspiegabile accade ai nostri protagonisti. Forse il desiderio di scoprirsi, di parlare …sta di fatto che una piccola scintilla, una nube di magia prende e circonda i due giovani. Sempre più interessati l’uno all’altro, si cercheranno, si parleranno e si “studieranno” e… Non vado oltre poiché non voglio svelarvi il seguito, dovete leggerlo e gustarvi il finale.

Ciò che posso dirvi è che ho trovato questo libro diverso dai soliti romance che seguono determinati schemi, dove incentrano la trama su una storia d’amore, al contrario ciò che mi ha catturata è la protagonista. Il suo carattere, la determinazione, la testardaggine che ci mostra. L’autrice ha saputo fin troppo bene descrivere il suo cuore letteralmente “in subbuglio” cosa che non posso dire del protagonista maschile.  Mi spiego… ho letto un romanzo profondo e toccante dove come protagonista c’è una giovane donna che ha subito una perdita importante e dove viene perfettamente descritto il suo stato d’animo e su questo mi devo complimentare con Tiziana ma non ho letto in egual misura la parte del protagonista maschile. James rimane un mistero ancora ora ma non perché non abbia avuto un ruolo ben preciso ma perché è mancata a mio avviso la stessa attenzione rivolta a Morena.

La Iaccarino ha parlato di questa figura, tenebrosa, sofferente e distaccata ma non in modo esaustivo. Secondo il mio parere doveva raccontare di più di James. Inoltre ho notato un epilogo “sbrigativo” a danno del libro. La trama mi è piaciuta molto e son sincera quando dico che la scrittura usata, le parole scelte hanno davvero colto uno stato d’animo tormentato, una sofferenza interiore molto grande.

Lo stile della Iaccarino mi piace, semplice e lineare. Buona la scrittura e la descrizione in generale dei posti, anche i dialoghi (per quanto avrei preferito ce ne fossero di più). Questo è il secondo libro che leggo di Tiziana e per me è confermata la sua bravura. Consigliato

Coriander