Titolo: All in – o tutto o niente

Autore: Rossella Gallotti
Editore: Self publishing

Pubblicazione: 1 giugno 2019

Genere: Romantic suspense

 

“…stringere fra le mani quel mazzo di carte vergine, annebbia la mia mente come una droga…” 

Per Jackson Hale scommettere è una sfida contro il destino, colpevole di avergli assegnato carte che hanno influenzato la sua esistenza fin da bambino.

Vivian è sofisticata, distante, si muove veloce e silenziosa come una libellula in volo, andando a toccare le pareti di un cuore che non vuole amare, ma adora le sfide. Conquistare Vivian, ben presto lo diventa.

La felicità di Jackson viene messa alla prova dal suo orgoglio, dalla sua certezza di essere più forte di qualsiasi scommessa.

L’unica speranza per salvarsi è trovare e raccogliere ogni briciola di ferrea volontà dentro di sé. Jackson sarà abbastanza determinato e coraggioso per riuscire a farlo?

 

 

RECENSIONE

 

 

Care Dame, oggi vi parlerò di ALL IN(O tutto o niente) di Rossella Gallotti.

È la storia di Jackson, un’anima complicata a cui la vita non ha riservato nessuno sconto, un uomo che nonostante la giovane età vive ogni emozione al massimo.

Ma entriamo nel vivo di questo romanzo che durante la lettura mi ha lasciata con il fiato sospeso, catapultandomi nelle vicende di questo giovane poliziotto verso il quale è impossibile non provare un’attrazione fisica e mentale.

 

La vera fortuna, però, è stata quella di avere un padre con un impeccabile stato di servizio, e l’intero commissariato di polizia di Corpus Christi pronto a difendere il figlio scapestrato e incapace di tenersi fuori dai guai, di uno dei detective più rispettabili della città. Devo a loro e alla loro stima per mio padre il fatto di essere ancora vivo e aver evitato l’esperienza del riformatorio.

Ora sono un poliziotto anch’io, ma non per scelta. Non sento la devozione di mio padre per il lavoro che faccio, anche se rischio la vita per difendere quella di perfetti sconosciuti, che spesso nemmeno se lo meriterebbero.

Alla fine si tratta solo di un lavoro come tanti altri. Non mi importa. Però, ho trovato come farmelo piacere, è diventato un nuovo modo di sfidare la vita.

 

Tra il lettore e il protagonista si stabilisce un’empatia molto forte, probabilmente perché il POV usato dall’autrice è quello di Jackson. In esso traspare tutto il suo tormento interiore, le sensazioni provate per la prima volta, i demoni che lo tormentano ma con i quali dovrà imparare a convivere.

“Ho capito che basta poco perché la vita passi dall’essere bella al diventare uno schifo, senza che si possa fare nulla per impedirlo. Un po’ come quando lanci i dadi: basta un niente, un unico tiro sbagliato per rovinare una serata vincente.

È questione di fortuna, o forse è solo il fato, il destino, la sorte, in qualsiasi modo la si voglia chiamare.

Sentivo, però, così tanta rabbia dentro di me, per l’ingiustizia che avevo subito, che odiavo la vita in generale.

Ho iniziato a sfidarla. Volevo vedere quanto ancora la sorte si accanisse contro di me, quanto la fortuna mi sorridesse.

Così facendo ho combinato un disastro dietro l’altro.

 

Jackson è un uomo che vive tutto come una sfida, amplificando e portando all’estremo ogni suo gesto. Arriva a toccare il fondo, facendo credere a chi gli sta accanto, non solo nel romanzo, ma anche al lettore, che sia lui a piegarsi al destino, invece, come fanno tutti i giocatori d’azzardo, si mette in gioco fino alla fine, rischiando il tutto per tutto per ottenere quello che vuole.

 

All in (o tutto o niente) è una lettura complessa per i temi trattati, ma l’autrice riesce a descriverli con estrema delicatezza e scorrevolezza.

 

Il POV prevalente è quello di Jackons, ma nella seconda parte viene intervallato con quello di Vivian, alias Dragonfly, una giovane donna bellissima ed estremamente complicata di cui Jackons si innamorerà al primo sguardo.

 

«Io ti ho vista. Oltre la maschera, oltre la finzione, io ti ho vista e mi sei apparsa la creatura più bella, dolce e luminosa che abbia mai incontrato. Non abbiamo avuto un inizio facile, ma l’abbiamo superato e sai perché? Perché era destino che iniziassimo a camminare insieme, mano nella mano, senza lasciarci più. Sei entrata nella mia vita e in poco tempo sei diventata tutto il mio mondo, l’unica ragione per cui vivere…»

 

Vivian è una donna da scoprire, una ragazza da proteggere, una giovane vita da salvare dai propri demoni; proprio come lui che grazie all’amore riuscirà a trovare il suo equilibrio.

 

La osservo prendere un bel respiro e per un attimo il suo volto cambia. È Dragonfly che mi sta guardando in questo momento, ma non me ne preoccupo. So che deve ritrovare un po’ di freddezza per poter parlare, altrimenti si scioglierebbe in lacrime. La capisco benissimo, l’ho appena vissuto io. È impossibile tenere a bada le emozioni quando riescono a sopraffarti e noi lo siamo entrambi.

Le sorrido e aspetto. Dopo qualche istante, Dragonfly mi restituisce la mia Vivian.

Le stringo appena le mani. 

«Credo che improvviserò» sussurra. La osservo incuriosito. «Non perché non mi ricordi il mio discorso, anzi, è solo che… mi hai rubato diverse frasi…» sorride e anche le mie labbra lo fanno.

«Jackson, io… avevo perso la speranza, sai? Non pensavo che avrei mai trovato una persona che andasse oltre… Oltre le apparenze, oltre le maschere, oltre a… tutto. Come hai detto tu stesso, tu mi hai vista e questa è stata un’emozione che non so nemmeno spiegare. Tu mi hai dato speranza, mi hai restituito la fiducia persa, in me stessa e negli altri, tu mi hai salvata da un’esistenza che prima o poi mi avrebbe inghiottita, spenta per sempre.»

 

 

Tuttavia, proprio quando il lettore pensa che il protagonista abbia ottenuto il sospirato lieto fine, l’autrice con sapienza e astuzia, fa riemergere dal passato di Jackson un’ ombra e da quel momento in poi per lui diventerà tutto ALL IN.

 

Sono entrato e ho giocato, tutta la notte. Ho vinto, poi ho perso, poi ho vinto ancora, ma non è importante. Ciò che conta è il gioco, sono le carte, la sensazione che mi provocano quando le stringo nella mia mano, l’emozione che fanno scaturire nel mio animo quando sono vincenti e piegano gli altri giocatori al loro valore.

Non è importante la vincita quanto la soddisfazione di sfidare gli altri, l’esaltazione di un bluff ben riuscito.”

 

Descrivere il tormento che può creare la dipendenza da gioco, non è facile, ma l’autrice ci è riuscita magnificamente.

 

Non sono stato più in grado di smettere e la voglia di giocare è aumentata sempre di più. Non pensavo ad altro, ho allontanato Vivian e… Dio, le ho detto parole davvero cattive… non se le meritava.» La voce mi si spezza, gli occhi mi si appannano e sono costretto a sbatterli per schiarirmi la vista. «Io non mi meritavo lei, così come non merito te, non merito nemmeno di continuare a vivere…»

 

 

Riattacco, spengo la moto e mi godo il rombo dell’oceano, appena illuminato dall’alba, e sferzato da un vento che solleva onde anche di sette, otto metri. Sfilo il casco e il vento mi aggredisce, seccando in pochi istanti le lacrime che mi bagnavano il viso. Sebbene in tempesta, l’oceano ha la capacità di donarmi serenità, di farmi sentire meglio. Mi godo il suono cupo delle onde, il profumo di iodio e salsedine, le sferzate del vento. Rimarrei per ore e ore a guardare questo spettacolo della natura e non me ne stancherei mai. Dopo un po’, osservo l’andamento delle onde, ne studio le correnti, per scegliere il miglior punto in cui abbandonarmi al mio amato oceano e lasciare che le sue acque mettano a tacere il mio dolore… per sempre.

 

Notevole è anche il modo in cui è riuscita a definire i tratti psicologici di chi cerca di aiutare Jackson a uscire dal buco nero in cui è caduto: Vivian e Nick.

 

Volevo essere pronto per il suo ritorno, ero sicuro che ne avrebbe combinata una delle sue. Jonathan mi ha insegnato che con Jax devi imparare a prevedere i problemi per poterlo salvare, e così ho fatto. Ero pronto a prenderlo a calci in culo e a rinchiuderlo in una di quelle cliniche, ma lui è tornato con te, innamorato perso e felice come mai l’avevo visto. Non mi sono fidato, l’ho tenuto d’occhio e, sapendo che tu lavoravi e lui era sospeso, quando non era con me lo seguivo. Volevo essere sicuro che non andasse a giocare. Non l’ha mai fatto e mi sono rilassato.»

«Come abbiamo fatto a sbagliare così tanto? A farci prendere in giro in questo modo? Non riesco a darmi pace, Nick. A casa ho lasciato una lettera per spiegargli la mia decisione, l’ho fatto perché spero che un’azione drastica possa scuoterlo, ma io lo amo, non voglio perderlo. Non ho intenzione di lasciarlo davvero, voglio fare il possibile per aiutarlo.»

 

Care Dame, ho adorato questo libro. È delicato e vivace, pieno di sentimento e sensibilità nel descrivere delle tematiche difficili e molto attuali.

Lo stile è scorrevole e pulito, e non distrae per niente il lettore dalle vicende descritte.

Ho trovato geniali i personaggi principali e secondari e il modo in cui interagiscono creando suspense ad hoc.

La scrittura della Gallotti è estremamente pulita e coinvolgente e la sua fantasia strepitosa così come il modo delicato di descrivere i sentimenti.Ve lo consiglio.

Alla prossima,

 

Rachele

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