Epilogo extra di Ricordati di sognare di Rachel van Dyken.

Traduzione a cura di Vanilla Harem’s Book.

Le cose più grandi non ci vengono date finché é assolutamente certo che siamo capaci di credere nelle più piccole delle piccole.

 

 

extra harem

WES

Provavo a gridare- Provavo a chiamarla,ma era come se gli alberi che ci circondavano,stessero diventando più fitti mentre la mia voce si faceva sempre più alta.Ogni volta che pronunciavo il suo nome,un altro albero mi si parava davanti bloccandomi la vista. Cominciai a correre,solo per rendermi conto che non ci riuscivo. Le gambe erano diventate di ghiaccio.

<<Kirsten>> pronunciai con voce stridula,la voce mi faceva male a causa dello sforzo eccessivo di urlare il suo nome ripetutamente al cielo notturno.

<<Kirsten non andare!>>

Finalmente,nel momento in cui stavo per smettere,si girò.

<<Kirsten?>>

<<Wes>>. Il modo in cui pronunciò il mio nome fu una carezza. Chiusi gli occhi e mi concentrai su quello, unicamente su quello. Non lo avevo mai ammesso a nessuno ,forse nemmeno a me stesso fino a quel momento, ma il modo  in cui lei componeva le parole mi annientava completamente.

Assurdo, vero? che io potessi essere  così dannatamente ossessionato dal suono della sua voce. Ma-onestamente, era stata la sua voce che avevo sentito la notte dell’operazione. La sua voce e solo la sua voce, pronunciare il mio nome, implorare e urlare per me, solo per me. Come avrei potuto dire di no? Voglio dire, quale uomo sano di mente dice di no alla perfezione quando lo chiama?  Ho combattuto tutti i dannati demoni, dragoni, tutti i dannati diavoli e sono andato da lei.

Ma ora? Era come se fosse tutto cambiato. La forza mi aveva lasciato ed ero io quello che aspettava che lei lo salvasse.

Divertente, poiché proprio quelle parole, nel momento in cui ci stavamo avvicinando, alla fine mi colpirono.

Non ero mai stato colui che salvava, non ero mai stato il salvatore nella vita.

I ragazzi vogliono sempre essere il principe, ma io penso-no, lo so, che  alla fine ero stato salvato dalla damigella e non viceversa.

Riuscivo a sentire il battito del suo cuore come se fosse il mio, e alla fine, le sue labbra stavano toccando le mie.

<<Wes, é tutto ok>

<<Pensavo>>

<<Wes>>. La sua voce era ferma, salda.

<<Sono qui, svegliati piccolo>>.

<<Sveglia?>> Mormorai imitando le sue parole.

<<Sveglia>>. Le sue labbra mi accarezzarono il collo.

<<Su>>.

Era come se stessi cadendo, e a quel punto aprii gli occhi. Kirsten era sopra di me, la preoccupazione annidata nei suoi occhi.

<<Un altro incubo?>>.

Magnifico. Era come se  si fossero invertiti i ruoli. Lei non aveva avuto più incubi, invece, non era passato un giorno senza che io non sognassi di non riuscire a raggiungerla in tempo. Accidenti, quando tu sei la persona che lascia, pensi sempre a quanto sia difficile per quelli che sono lasciati; semmai nella vita avessi pensato che mi venisse data una seconda possibilità, avrei vissuto nella paura costante di svegliarmi da quel sogno solo per scoprire che non era vero.

<<Si>> mormorai, <<non potevo raggiungerti, c’erano alberi e …>>

La mia voce si affievolì quando mi resi conto  di quanto suonasse ridicola. Eravamo nel mio appartamento a Bellevue  per la pausa primaverile, non a correre per la foresta come una stramba imitazione di Twilight  in cerca di Thumper o Bambi.

La tirai sopra di me e la baciai chiudendo gli occhi nel momento in cui la sua lingua leccò il mio labbro inferiore e poi si spinse nella mia bocca. Dalla mia gola uscì un basso ringhio e lentamente la girai sulla schiena in modo da mettermi sopra lei.

<<Oh no, non…>> Lei si spinse contro il mio petto

<<ultimo desiderio>> la baciai di nuovo.

<<Cosa succederebbe se io morissi  durante il sonno? diresti di no allora?>> ammiccai

<<Giuro che ho paura per i nostri bambini>> Kirsten brontolò continuando ancora a spingersi contro il mio petto.

<<Dio mi aiuti se avranno  i tuoi occhi azzurri e la tua capacità di giustificare tutto e  nulla>>.

<<Fascino>> sorrisi  << si chiama fascino>>.

<<Anche conosciuto come manipolazione>> socchiuse gli occhi

<<Dolcezza>>mi mossi all’assalto del suo collo, sapendo quanto fosse assolutamente priva di controllo  quando la baciavo appena sotto l’orecchio.

<<Non chiamarmi dolcezza>> spinse di nuovo.

Imprecai

<<parla>>

<<sono a letto, mezzo nudo, sessualmente frustrato e sconvolto  perché tu eri persa nella dannata foresta  e tu vuoi che parli?>>.

Lei accennò un sorriso.

Dannazione, amavo quel sorriso.

<<Perciò di cosa vuoi parlare?>> sospirai pesantemente e mi sdraiai sulla schiena. Mi mise la mano sul petto, facendola scivolare su e giù mentre si accoccolava contro il mio corpo.

<<I tuoi sogni>>

<<incubi>>

<<la stessa cosa>> le avvolsi il braccio intorno al corpo e  la tirai più vicino a me.

<<Non l’ho mai pensato veramente>>

<<cosa?>>

<<di perderti>>

<<huh?>> lei si tirò su, con dipinta sul volto, l’espressione di chi non ci capiva più niente. Mi ero sempre sentito come se la stessi proteggendo non dicendole che si, dopo tutti i discorsi stimolanti che avevamo fatto insieme, dopo tutto, io avevo ancora una paura pazzesca. Divertente, perché finora non avevamo avuto mai paura per davvero.

<<Wes>>

Mi leccai le labbra e mi concentrai sul rumore del traffico in strada

<<ero distrutto all’idea di lasciarti, Kirsten. Ero lacerato dentro ma avevo fatto i conti con la realtà della mia situazione. Ogni momento, ogni tocco, ogni sospiro che usciva fuori dalle tue labbra, lo memorizzavo, lo conservavo nella mia mente, nel mio cuore, nel mio corpo. E poi, non avevo paura per  me, solo per te. Ma ora…>>

Si stese e cominciò ad accarezzarmi il petto.<<Ora?>>

<<Ora sono assolutamente paralizzato dalla paura>>

<<quella cattiva?>>

<<é tutta cattiva>> brontolai << ma si, quella cattiva, il genere che ti fa venire voglia di gridare, solo che non riesci a trovare la voce>>.

<<L’amore spaventa>>

<<L’amore, il matrimonio, i gatti>>

<<stai paragonando l’amore e il matrimonio ai gatti?>>

<<sono i tuoi occhi, é come se conoscessero le cose>>,tremai e la strinsi più forte mentre la sentivo sorridere contro il mio petto.

<<Ok, perciò io e i gatti ti facciamo paura. Buono a sapersi, stronzo>>.

<<Non ti ho detto degli asini>>.Mi schiarii la gola <<solo tu e i gatti e se diventeremo completamente fuori di testa, allora potrei dire parolacce>>.

<<Per piacere, dimmi che in questo momento vuoi dire una parolaccia>>.

<<Porca puttana! Ti ho ufficialmente corrotto>> mi allontanai da lei e scossi il capo.

<<E l’innocenza svanisce. E’ così triste>>.

Mi portai la mano sul cuore mentre mi colpiva alla testa col cuscino, il suo bellissimo viso era diventato di una brillante sfumatura di rosa.

<<Quindi i gatti>> la sua faccia era ancora coperta dalle mani.

<<Hanno la vista troppo aguzza e miagolano in un modo stranamente acuto>>.

<<Bene>> lei annuì, tirando via lentamente le sue mani.

<<e io? di me cosa pensi?>>

<<Kirsten…>> brontolai << non vuoi sapere delle piattole?>>

<<no>> guardò dall’altra parte.

<<Penso che mi basti>>

<<Pizzicano>>

<<amo che tu mi dia informazioni  anche se non le ho chieste>>

<<cos’altro vuoi sapere?>> dissi ignorandola.

<<Sono certa che probabilmente no, ma si, dal momento che non riesco a fermarti, cos’altro Wes?>>.

<<Ogni notte,quando chiudo gli occhi …la mia più grande paura non é morire, non é avere di nuovo il cancro o che mi accada qualcosa di assurdo come perdere tutti i denti e i capelli>>.

Deglutii <<la mia paura più grande,la cosa che mi spaventa a ogni mio risveglio e nel momento in cui vado a dormire,é aprire gli occhi  e non vedere il tuo viso>>.

<<Sono serio>> la mia voce si affievolì.

<<Potrei declamare poesie di cattivo gusto fino a farti ridere a crepapelle per poi  dirmi di andare a dormire, ma Kirsten,tu sei la mia vita,la mia aria,il mio tutto,la mia anima,il mio cuore,il mio corpo,il mio…>>  tremai e chiusi gli occhi.

<<Non esisto senza te che mi completi e ho paura che  il giorno in cui ti renderai conto di quanto io sia innamorato perso,  fuggirai>>.

<<così hai paura>>disse con calma

<<per tutto il dannato tempo>>

<<perciò…>> il suo broncio perfetto si trasformò in un piccolo sorriso.

<<Abbi paura>>

<<ma>>

<<oh no!>> mi tirò giù sul letto e si mise a cavalcioni. In quel momento  la paura era uscita per un attimo fuori dalla finestra, pur persistendo.

<<Tu dici  sempre di fare cose di cui si ha paura>>.

<<giusto, ciò che sto facendo é solo…>>

<<non interrompermi!>> lo minacciò

sorrisi

<<non sorridere>>

Lo feci comunque.

Kirsten alzò gli occhi al cielo e si abbassò per cui le nostre  labbra si stavano sfiorando.

<<E’ normale avere paura di perdere quelli che ami; é importante avere quel tipo di paura, direi quasi salutare>>.

<<Oh, davvero?>> bisbigliai

 <<si>> la sua voce  era chiara, forte, accidenti, ero così orgoglioso della sua nuova ritrovata forza che  avrei voluto gridare.

<< La paura positiva ti porta ad apprezzare cosa possiedi, solo non fare in modo che controlli la tua vita. Vedi, potrei avere paura di perderti ogni dannato giorno della mia vita, e non pensare che non…ma una volta un tipo veramente saggio mi ha detto che quando affronti la morte, che ad essere onesti potrebbe capitare in qualunque momento, impari ad apprezzare le piccole cose>>.

<<Come i miei addominali>> ammiccai.

Lei mi schiaffeggiò sullo stomaco. Finsi che mi avesse fatto male, quando in realtà sembrava che qualcuno mi avesse fatto il solletico.

<<Si, i tuoi occhi>> mi baciò entrambe le guance

<<le tue labbra>> i denti di Kirsten mi afferrarono il labbro superiore e sospirando  sulla mia  bocca, bisbigliò <<le tue mani d’oro…sai, quelle che ti porteranno alla NFL>>.

Scossi la testa quando le sue mani si mossero dal mio petto  per scendere sempre più in basso finchè fui quasi sicuro  di essere andato in tilt  per un minuto, prima che mi ricordassi di respirare.

<<E quel molto sexy, molto grande…>>ogni muscolo del mio corpo era teso <<cuore>>.

<<Stavi dicendo qualcos’altro>>

<<posso parlare>> sorrise contro il mio petto.

<<Riesco a sentirvi!” urlò una voce  maschile e poi ci furono dei colpi alla porta. Kirsten si allontanò in fretta da me e si alzò appena in tempo prima che la porta si aprisse.

<<Che diavolo! >> gridò Gabe,<<ce  le ho le orecchie>>

<<dovremmo applaudire?>> bisbigliai  a  Kirsten << come incoraggiamento? >>

Gabe sospirò e si appoggiò contro la porta

<<odio dannatamente tutto questo>>

<<cosa?>> chiesi innocente.

Ignorandomi Gabe entrò e puntò entrambi <<niente ragazze. Avevi detto che  ci sarebbe stato il pieno di ragazze e di feste>>

imprecò per due minuti buoni <<ho bisogno di distrarmi ragazzi,non potete tenermi rinchiuso qui per sempre! sono un pavone! dovete lasciarmi volare!>>.

<<Amo quel film>> annuii <<Quei bravi ragazzi?>>

<<è quello? >> chiese Kirsten.

<<E’ il titolo sbagliato?>>

<<Centro!>> Gabe applaudì per un paio di minuti e cominciò ad andare avanti e indietro <<la sola e unica donna  che io abbia visto in questo dannato immobile aveva  82 anni e la mia disperazione non aveva raggiunto ancora quei livelli>>.

<<Andiamo Gabe>> sorrisi <<prendi quello che passa il convento>>.

Smise di camminare e si stava allungando verso di me  quando entrò Lisa e lo afferrò tirandolo verso la porta.

<<Vacci piano tigre!>>

<<odio la mia gabbia>>gridò Gabe a nessuno in particolare mentre la porta si richiudeva  lasciandoci nel silenzio.

<<Forse non avremmo dovuto stenderci >> sorrise Kirsten.

Provai a mantenere la mia espressione neutrale ma era dannatamente difficile tenere nascosto qualcosa a Kirsten. Non era il caso che sapesse che l’ultima cosa di cui Gabe avesse bisogno fosse la compagnia femminile. Sapeva fingere bene ma quel tipo  era stato sulla lista feriti per anni. Non ero sicuro per quanto  tempo riuscito a  tenere  quel particolare segreto lontano da tutti, considerando  specialmente il fatto che i media ci seguivano come la peste. Stavo tenendo ingabbiato Gabe perché sapevo che nel momento in cui qualcuno avesse scoperto chi fosse, sarebbe tutto finito. E non ero sicuro che Gabe ne sarebbe uscito vincitore. No, nel suo stato attuale, lui sarebbe finito e io non avrei  avuto nessuno da incolpare se non me stesso. Lui aveva custodito il mio segreto. Ora era il mio turno di fare lo stesso.

<<Ehi>> Kristen mi diede una gomitata <<ti senti meglio?>>

<<certo>> sorrisi allontanando dal mio presente i pensieri sul passato di Gabe.

<<come fai ad essere così affascinante?>>

<<oh sai…lei ha preso lezioni da questo affascinante laureando>>

<<davvero?>>feci il suo corpo  più vicino << ci tieni a prendere ulteriori lezioni?>>

<<sono una brava studentessa>> mi conficcò le unghie nella schiena.

Ringhiai e scostai le coperte <<sono dannatamente certo>>

<<Wes?>> la sua schiena si arcuò quando le baciai il collo

<<Wes é impegnato in questo momento…>>

<<lo so>> sospirò impotente contro di me <<ti amo>>

<<ti amo anch’io>>.

Epilogo Extra non inserito nel libro “Ricordati di sognare” di Rachel van Dyken. Traduzione a cura di Vanilla Harem’s book del blog  https://haremsbook.com/.