“Ciao, Madison. Forse non ci conosci, ma noi conosciamo te. Vogliamo fare un gioco. Ecco cosa succede se perdi…”.

Titolo: Il Cigno d’argento

Autrice: Amo Jones

Editore: Newton Compton

Pubblicazione: 1 aprile 2021

Serie: Elite King’s Club

 

RECENSIONE

 

Care Dame, eccomi oggi a parlarvi de Il cigno d’argento, libro primo della serie Elite King’s Club di Amo Jones. Uno young adult decisamente non convenzionale per contenuti, sfumature ed erotismo.

Permettetemi di fare una digressione su ciò che definisce un buon libro: sicuramente al primo posto il plot, il contenuto e lo stile linguistico e narrativo. Non meno importante l’intreccio e la sua capacità di tenere il lettore incollato alle pagine, istillando in esso la curiosità di leggere per capire e scoprire ciò che l’autrice riesce così sottilmente a celare dietro menzogne, mezze verità e ambiguità.

Se in un romanzo convergono e coesistono tutte queste caratteristiche ecco che possiamo affermare di aver trovato una lettura intrigante, coinvolgente e soddisfacente.

Questa premessa è obbligatoria prima di provare a descrivere l’impatto che questo romanzo ha avuto su di me.

La sinossi ci da’ le informazioni basilari e sufficienti per poter entrare in punta di piedi in questa storia senza sapere però che Amo Jones ci sta catapultando letteralmente in una realtà dove la menzogna e l’ambiguità, la prepotenza e la tracotanza sono la normalità in quest’ambiente dorato, in cui si ritrova la nostra protagonista.

Madison arriva negli Hamptons con il padre fresco di matrimonio con la bella, ricca e sofisticata Elena. Niente di strano se la ragazza non l’avesse incontrata solo un paio di volte e non conoscesse niente di lei tranne che è una donna gentile. E invece si ritroverà un fratellastro, Nate, con il quale istaurerà un rapporto alquanto ambiguo e contrastante.

Abituata a uno stile di vita agiato, abituata a far fronte alla solitudine impostale dai frequenti viaggi di lavoro del padre e i continui trasferimenti di città, Madison è sempre stata una ragazza solitaria, poco incline a fare amicizie. Più un maschiaccio che ama sparare e andare a caccia.

Pronta al nuovo anno scolastico alla Riverside Preparatory Academy, un esclusivo liceo per ragazzi ricchi, è consapevole che difficilmente riuscirà a integrarsi fra i suoi coetanei, grazie anche ai numerosi scandali che hanno colpito la sua famiglia e culminati con il suicidio della mamma.

 

Chiudo gli occhi per un istante, e rinuncio a ogni speranza di un nuovo inizio in una nuova scuola. Nessuno mi concederà mai di ripartire da zero: chi voglio prendere in giro?

 

Questa è la situazione in cui ci troviamo a inizio storia, ma basta entrare nella mensa comune di questo liceo perché il lettore venga investito dalla sensazione che si stia per imbattere in qualcosa di tremendamente oscuro.

L’attenzione si focalizza subito su un gruppo di ragazzi, se ne viene soggiogati dalla prestanza e dall’avvenenza, oltre che dall’aura di pericolo che sprigionano: sono i Kings.

 

“E quelli chi sono?”, chiedo indicando con il capo il gruppo che si avvicina …

“Quelli portano guai”, mormora Tatum, … Li guardo con attenzione. Sono tutti belli. Molto belli.

“…quegli stronzi non si limitano a fare i padroni della scuola … sono loro che dettano legge alla Riverside Prep. Noi siamo solo pedine dei loro giochetti perversi. Insomma, qui comandano loro. In tutti i sensi”.

“Da come ne parli sembra quasi una gang”.

“Puoi anche togliere il ‘quasi’” …

 

Sette ragazzi che con arroganza, senza alcun limite spadroneggiano e dettano legge in tutta la scuola.

 

“Lui è Saint. Poi ci sono Ace, Hunter, Cash, Jase, Eli, Brantley, Chase e Bishop”.

…li sorprendo a fissarmi. Da dietro il bicchiere Nate sta sorridendo, mentre sui volti degli altri è dipinto un misto di emozioni diverse.

 

Ma sono solo sette bulletti prepotenti o nascondono altro?

È in loro che Madison, la nuova arrivata, si imbatte appena entra in mensa e subito ne è colpita, ma a soggiogare il suo sguardo è solo uno di loro: Bishop Vincent Hayes.

 

I suoi occhi continuano a invocare i miei e all’improvviso mi sento come paralizzata in una sorta di trance.

Arrossisco. I suoi occhi sembrano perforarmi il cranio e ha la perfetta espressione dell’eterno stronzo. Sento un brivido, come una scossa, che corre dalla testa ai piedi.

E quando si posano su di te… è come se ti guardassero dentro e convocassero la tua anima per l’arrivo del Mietitore.

L’aura di potere che lo avvolge è piuttosto evidente.

 

Sono sguardi penetranti quelli che Bishop riserva a Madison anche se il suo volto non tradisce alcuna emozione. Sembra scolpito nella pietra. È ambiguo, destabilizzante e Madison ne è irragionevolmente attratta.

Le voci corrono attorno a questo gruppo di ragazzi, si vocifera che appartengano ad un club esclusivo: l’Elite Kings Club.

Ma cosa è questo club? A cosa si dedica? Perché tanto mistero?

 

“… nessuno sa cosa facciano, o chi ne faccia parte di preciso… è tutta una questione di sangue e alberi genealogici”.

 

Tutte domande che Madison si pone, ma che accantona nel momento in cui le attenzioni di Bishop si fanno pressanti; si alternano approcci smaccatamente erotici a interrogatori intimidenti e Madison ne è sopraffatta.

È circondata da tutti i componenti questo gruppo, controllata, assillata, molestata in un’alternanza di bastone e carota. Sono sette indisponenti ammaliatori sexy e disinibiti, che certi della loro avvenenza la usano per prendere tutto il piacere che vogliono.

 

…quando raggiungo la soglia della porta, qualcosa mi spinge a voltarmi. Avete presente la sensazione di essere osservati? Ecco, io l’ho provata moltiplicata per sette.

 

Per Madison tutto ciò è incomprensibile e disorientante, ma nulla può contro l’attrazione sessuale che prova per Bishop che la attira a lui come una falena verso la luce.

Non ne ha paura, anzi ogni azione disturbante riattizza in lei la curiosità di sapere cosa nasconde, cosa vuole da lei, perché tante domande a lei incomprensibili. Perché alterna nei suoi confronti un feroce odio a tenerezza, perché dal disinteresse e impassibilità passa a marcare il territorio, reclamandola come cosa sua.

 

Il suo respiro caldo mi sfiora le labbra, il cuore mi batte forte. Mi sporgo e… Un braccio possente mi stringe in vita. Vengo strappata bruscamente dalle braccia di Carter.

“Che cazzo avevi in mente quando sei salita in macchina con lui? Dovevi restare a casa, maledizione”. “L’ultima volta che ho controllato”, rispondo … a Bishop, “tu non eri nessuno per venire a dirmi cosa cazzo devo fare”.

 

La vita di Madison da piatta e noiosa si anima improvvisamente, sente attorno a sé come un campo di forze che ruota investendola e trascinandola sempre più al centro di qualcosa che non riesce a capire.

Segreti e ancora segreti: per lei e per il lettore che continuerà a fare supposizioni e crederà di avere capito per poi l’autrice ribaltare tutto e istillare nuovi dubbi.

“Perché così tanti segreti? Mi lancia un’occhiata laterale, passandosi un pollice sul labbro superiore. “In questo mondo i segreti sono armi, micetta.  Ci separano dalla tomba”.

“Lo dici come se avessi una seconda vita”. Bishop inclina la testa. “Non sempre le cose sono quelle che sembrano”.

Da quando sono qui non faccio altro ce andare a sbattere contro un muro di segreti ma nessuno mi dice niente.

 

Un crescendo incalzante, il ritmo di questo romanzo, grazie all’abile creazione di un plot intricato, ricco di personaggi, che costellano la scena e che costruiscono insieme a Bishop e Madison una sorta di puzzle.

 

“Si può sapere che cazzo ti ho fatto?”. … Di scatto gli occhi di Brantley si posano sui miei, incandescenti, un coltello bollente che taglia il burro. “Esisti. Non ti sembra abbastanza? Andava tutto bene prima che tornassi tu”, borbotta …

“Come tornare?”, chiedo … “Ma se non sono mai stata qui in vita mia”.

 

Pezzo dopo pezzo, frase dopo frase, menzogna dopo menzogna il quadro si forma e allora la verità si paleserà in tutta la sua sconvolgente crudeltà.

Il potere: quello che hanno i Kings, quello che usano senza alcun limite instillando paura e soggiogando i sottoposti che manovrano come pedine, esercitando il controllo assoluto.

Bishop è il vertice di questa piramide di potere: carismatico, inavvicinabile, arrogante, intimidatorio e dannato.

 

Mi ricorda un cobra reale. Silenzioso, mortale: ti lascia li a immaginare cosa si celi dietro un suo morso. Bishop rimane impassibile, la mascella tesa.

 

Eppure Madison, temeraria, resiliente e dura come la roccia, non si lascia intimidire, non ha paura di lui anzi reagisce. Lotta come una tigre, ribatte ad ogni attacco, ad ogni tentativo di Bishop di umiliarla, di relegarla a semplice ragazza usa e getta.

Maison è sfrontata, sessualmente disinibita si prende ciò che Bishop le concede e non si fa scrupolo a mostrargli che può avere anche altro.

 

Lui mi squadra, un misto di fame e odio negli occhi. Ricambio lo sguardo in modo compiaciuto, con una risatina diabolica. Se pensa che me ne starò a farmi prendere in giro da lui e dal suo giocattolino, si sbaglia di grosso.

 

È una duplice caccia quella che osserviamo ne Il cigno d’argento: quella della pantera che insegue la gazzella e quella del gatto col topo.

 

“Sii onesto con me”.

“Non sei pronta. Ma posso dirti questo…”. Si ferma, si lecca il labbro inferiore.  “Non tutto è come sembra. Noi, i King, non giochiamo giusto per fari due risate. C’è un motivo per cui facciamo ciò che facciamo e fidati, micetta: sei fortunata a esserne uscita viva. Per ora”.

 

Chi verrà sbranato alla fine?

Apparentemente la lettura di questo romanzo sembra caotica, vuoi per i numerosi personaggi che si intercalano e si avvicendano durante la narrazione, vuoi per i molteplici e spiazzanti cambi di atteggiamento che si susseguono repentinamente specie durante le scene di maggior suspense, vuoi per la miriade di cose taciute, nascoste o non dette che spiazzano il lettore portandolo a farsi mille domande oltre che a creare l’ansiosa aspettativa di uno sconvolgimento imminente.

Invece la bravura dell’autrice è stata proprio questa: dare indizi, mescolare verità a menzogne, infiammare con scene erotiche molto hot per poi esacerbare il tutto con scene al cardiopalma.

E infine, come Pollicino, ci lascia delle briciole per condurci alla comprensione: la lettura cadenzata di brevi pagine di una lettera\diario che finalmente getterà luce in questo sconvolgente rebus.

 

…la mia attenzione non viene richiamata da un volume con un simbolo circolare sulla copertina. … mi sembra di averlo già visto, però non riesco a riconoscerlo.

C’è un emblema a cerchio ricamato, con un doppio infinito all’interno. È … così familiare. Apro il libro. La prima pagina recita: Un segreto è un’arma, il silenzio è il grilletto. V.S.H.

Che ha di speciale questo libro? Perché mi attrae così tanto, come una specie di magnete? Quando lo apro ho un brivido lungo la schiena.

 

A controbilanciare un plot intricato e complesso l’autrice utilizza uno stile linguistico fluido e lineare, coerente con la caratterizzazione dei personaggi e quindi ricco di dirty talking.

Caratterizzazione molto particolare, quella studiata da Amo Jones, che ci permette di approfondire la conoscenza di Madison, unica voce narrante, e invece mantiene un’aura di mistero sui personaggi maschili, in particolare su Bishop e sulla sua mente contorta.

Posso solo sperare che l’autrice dia voce a Bishop nei capitoli seguenti e ci permetta di conoscere i suoi pensieri e le sue vere emozioni.

Indubbiamente Il cigno d’argento non è un romanzo perfetto, ho alcuni dubbi sull’uso di certi termini in fase di traduzione, come la presenza di piccole incongruenze. Ma è indubbia, nel complesso, la sua capacità di sconvolgere, sconcertare, ammaliare e intrigare il lettore dalla prima all’ultima pagina.

Quindi ve lo consiglio? Sì!

Lasciatevi trascinare dall’aura oscura e inquietante dei sexy Kings.

Alla prossima,

Giusi

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