Care amiche lettrici, siete pronte a incontrare un altro degli affascinanti fratelli Jackson? Vi ho sentito urlare sììì? Allora seguitemi nella lettura del quarto volume della serie The boys of Jackson Harbor: Il modo giusto per sbagliare di Lexi Ryan, edito Newton Compton.

Titolo: Il modo giusto per sbagliare
Autrice: Lexy Ryan
Pubblicazione: 5 giugno 2020
Editore: Newton Compton
Serie: The Boys of Jackson Harbor#4
Autoconclusivo

1. Il modo più sbagliato per amare, 23 Maggio 2019
2. Un amore a senso unico, 21 Dicembre 2019
3. La verità del nostro amore, 1 Febbraio 2020
4. Il modo giusto per sbagliare, 5 Giugno 2020
5. Crazy for your love
6. If it’s only love

RECENSIONE

«All’improvviso la versione professionale di Brayden, quell’uomo serioso e ingessato a cui potevo resistere senza problemi era sparito.»

Finire a letto con l’uomo che è venuto a offrirti un nuovo lavoro già al primo incontro? Fatto!
Molly, nonostante sia consapevole del fatto che andare a letto col futuro capo è il modo peggiore di iniziare un rapporto di lavoro, dopo aver alzato il gomito, finisce per passare la notte con Brayden Jackson, volato a New York per offrirle il lavoro di responsabile marketing del birrificio di famiglia, e convincerla a rientrare a Jackson Harbour dopo esserne stata lontana per otto anni. Dal momento che non può permettersi passi falsi, la mattina dopo, Molly mette in chiaro con Brayden che non avrebbe più fatto sesso con lui e i loro rapporti da quel momento in poi sarebbero stati solo professionali.

«Vorrei essere un’altra, poter fare promesse, permettermi di correre un rischio del genere. Ma ho dei segreti e delle priorità, e al centro di tutto c’è il piccolo che dorme a casa della mia migliore amica.»

Nessuno a Jackson Harbour sapeva della nascita del piccolo Noah. Scoprire che Molly ha un bambino di quattro anni e il modo in cui è rimasta incinta, spinge i fratelli Jackson a volerla aiutare a uscire fuori dal suo bozzolo, anche perché la moglie di uno degli affascinanti fratelli è la sorellastra della donna. Nonostante Brayden non riesca a dimenticare la notte di passione trascorsa a New York, cerca di rispettare il desiderio di Molly di tenere il loro rapporto solo sul piano lavorativo, ma nello stesso momento non può fare a meno di affezionarsi al piccolo Noah

«L’amore che Molly prova per Noah rende il suo viso bellissimo ancora più radioso. Probabilmente è perché ripenso a papà, o forse perché ho portato mia madre nel locale, ma vederla così, percepire il legame che ha con suo figlio, mi fa uno strano effetto. Mi ricorda che non è semplicemente una donna bellissima con cui sono stato a letto una volta. Non è soltanto una mia dipendente. È un essere umano complesso e straordinario.»

Tornare nella cittadina, per Molly, vuol dire affrontare il giudizio della gente che già durante l’adolescenza non aveva un giudizio positivo su di lei. Ma la famiglia Jackson la prende sotto la sua ala protettiva.

«Dio, se mi rivolgeranno ancora uno sguardo mosso dalla pietà impazzirò. Quelle occhiate mi fanno tornare a quando avevo sei anni e mi dicevano che mio padre non sarebbe tornato a casa. Odio la pietà. Preferivo quando andavo alle superiori ed ero circondata da stronzi che mi chiamavano Molly Pompini.»

Ma quando hai una certa reputazione, gli uomini pensano di poterti fare qualsiasi proposta senza che tu possa rifiutare, e così Molly e il piccolo Noah si ritrovano in mezzo alla strada dopo che la ragazza ha rifiutato le avances dell’uomo. Ma anche in questo caso i fratelli Jackson le danno una mano, concedendole di vivere temporaneamente nella grande casa di famiglia occupata solo da Brayden.

«La verità è che l’idea di dormire sotto lo stesso tetto con il mio capo, l’idea di vederlo ogni mattina, non mi fa venire voglia di vestire i panni della mamma e occuparmi esclusivamente di mio figlio. Piuttosto di indossare la biancheria più sexy che ho.»

Molly rifiuta la proposta, nonostante sia attratta dall’uomo e ripensi alla notte che hanno passato insieme.

La voglia di averla sotto lo stesso tetto, viverla con il figlio è troppo forte, per questo Brayden non insiste affinché Molly si trasferisca da lui in attesa di trovare un’altra sistemazione. Ma il Natale è alle porte, gli alberghi pieni, e il tempo troppo esiguo per trovare un’alternativa prima di dover lasciare l’appartamento. Così la bella e grande casa dei Jackson, abitata solo dal primogenito, acquisisce due inquilini in più. Lavorare insieme e vivere nella stessa casa rafforza l’attrazione di entrambi, ma il passato e il senso d’inferiorità sono sempre presenti nella mente di Molly. Per questo allontana chi vorrebbe entrare nella sua vita e in quella del suo bambino.

«Sicuramente tutti commettiamo degli errori, magari avrò anche avuto dei motivi che mi hanno portato a sbagliare. Probabilmente non posso biasimarmi per aver avuto un’esistenza tanto disastrata, ma tutto questo non cambia quello che sono. Brayden merita qualcosa di più di una persona piena di problemi che non sa come funziona l’amore.»

Crescere come primogenito di una grande famiglia comporta essere un esempio da seguire, se poi ti devi assumere le responsabilità di un padre che muore all’improvviso, cresci molto in fretta. Brayden non si tira indietro quando viene a mancare il padre, nonostante sia ancora molto giovane, ne prende il posto sia in famiglia che nella realizzazione del suo sogno di ingrandire il birrificio insieme ai fratelli. È il pilastro su cui si appoggiano tutti. Serio, responsabile, affidabile, ma anche un uomo affascinante e disponibile, qualità che ha sempre ammirato Molly e che gli ha impedito di approfittare di un’adolescente ubriaca una sera che gli si era offerta. Molly, una donna che ha dovuto affrontare delle situazioni difficili, un’adolescenza dura che l’ha portata a farsi del male cercando attenzioni maschili in modo sbagliato per punirsi di colpe non sue. Un personaggio molto complesso quello di Molly, mi aspettavo qualche flashback sul passato della donna che spiegasse le scelte fatte in un momento drammatico della sua vita. Anche se negli altri romanzi si trovano molti tasselli al riguardo, non c’è una vera e propria voce della protagonista che parli della sua adolescenza. Mi sarei aspettata un minimo di spiegazione su come aveva affrontato la nascita del figlio, ma l’autrice ha preferito affrontare il concepimento ( anche se può essere una buona scelta, visto l’argomento) in modo soft, ma non approfondire quegli anni dando a mio modesto parere meno spessore alla trama.

«No. Non sto bene. Perché ha ragione, il passato mi ha rovinata, e non c’è modo di aggiustare le cose. Sono come un osso fratturato che è guarito senza essere rimesso nella posizione corretta.
Sto bene.»

Molly è anche una donna piena di sensi di colpa per le cattive le scelte che ha fatto. Inoltre i pettegolezzi e i commenti cattivi le hanno lasciato ferite profonde, facendole perdere la stima di se stessa. Il personaggio di Brayden mi aveva intrigato già negli altri romanzi, ma la sua storia mi ha un po’ deluso. Anche se la storia è raccontata col doppio Pov, non sono riuscita a entrare in sintonia con nessuno dei due protagonisti. Ho avuto l’impressione che la Ryan abbia scritto questo romanzo senza molto entusiasmo, senza la verve che ha contraddistinto gli altri. Lettura piacevole, a volte divertente, ma mi ha lasciata con il “vuoto”. Come dicevo sopra, non ho trovato lo spessore di una trama appassionante, eppure entrambi i personaggi avevano molto da dire. A parte questo, adoro questa serie, leggere man mano come procedono le cose per i fratelli che li precedono mi fa sentire parte della famiglia. Mi aspetto grandi cose dal prossimo romanzo, spero che la Ryan faccia di Carter ( l’ultimo fratello) un vigile del fuoco degno di questo nome, LOL.
Adoro il senso di appartenenza che lega i fratelli Jackson (maschi e femmina). Quella dei Jackson è una famiglia ideale fondata sul sacrificio, sull’amore e su tanti altri valori in cui mi sono rispecchiata.
In conclusione, vi consiglio di leggere la serie The boys of Jackson Harbor, ma pur essendo costituita da autoconclusivi vi conviene seguire l’ordine d’uscita per evitare spoiler.
Alla prossima,
Maria

STORIA