Titolo: Io sono buio.
Autore: Kristen White.
Genere: YA
Editore: Fabbri editori.
Buonasera Dame dell’Harem.
Due settimane fa ho iniziato questo libro convinta di leggere un fantasy ma ho scoperto poi essere un romance storico di una bellezza infinita.
Sinossi
È fredda, è spietata, è vendicativa. È la figlia di Vlad Dracul.
Una principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e i coltelli alle bambole. L’esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo e delicato come un bocciolo di rosa. Quando i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell’Impero Ottomano – prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente diversa dalla propria – Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta. Mentre la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. E in questo triangolo avvelenato forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende e un’ambizione sfrenata. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o arrendersi all’unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l’amore.
Ci troviamo nel 1400 nel bel mezzo delle guerre del regno ottomano. Nel cuore della Valacchia vengono alla luce, dalla giovane moglie del vovoida Vlad Dacul, due bambini.
Ladislav Draculesti, il padre non la vuole nemmeno tenere in braccio, a tratti la ripudia come se non esistesse, la chiama “brutta” ma l’unico difetto che ha ai suoi occhi è quello d’essere una femmina.
Dopo qualche anno arriva Radu, figlio legittimo del vovoida. Bello, dolce e pieno di pregi.
Nel tempo però le cose cambiano, e la piccola Lada si mostra forte, decisa, vendicativa e insofferente nei confronti del fratello che al contrario è un mammone, sempre attaccato alla balia, con il pianto facile.
Sono entrambi figli legittimi e poiché il padre ha altri eredi avuti fuori matrimonio dichiara Radu futuro successore di Valacchia. La piccola mostra immediatamente di non voler sottostare a un mondo così maschilista e sessista, in particolare dopo aver visto la madre desiderare il ritorno in patria perché sofferente per la mancanza della famiglia, pur di tornare a casa patteggia i figli che rimangono con il padre. Crescendo sfida le guardie del palazzo, impara a combattere e cavalca fiera accanto al padre. Ma l’idillio dura poco ed entrambi i figli vengono scambiati e spediti, per la pace della valacchia, agli ottomani. Proprio qui inizia la vera storia del libro.
I due fratelli, crescendo, gestiscono diversamente la prigionia e per ogni uno di loro questa vita prende una piega inaspettata. Lada diventa comandante e Radu è quasi un braccio destro del Sultano, avvezzo a feste e segreti che trova essere modi più utili per sopravvivere che non combattere. Sono entrambi costretti ad una realtà e ad un cammino che è diventato forzatamente il loro quotidiano e i loro animi sono perennemente combattuti tra il voler fare loro questo presente e i sentimenti che provano per la patria e i ricordi di bambini.
Piano piano le strade si dividono e Radu sembra apprezzare e amare la religione e le usanze del posto integrandosi quasi completamente, al contrario Lada non smette di voler tornare in patria, inaspettatamente però fanno amicizia con uno dei figli del sultano e crescendo insieme scoprono sessualità e sentimenti che per quei tempi complicano la vita di entrambi. Uno per la negazione della propria omosessualità e per l’altra la negazione della femminilità, conscia che l’amore a quei tempi significasse finire in un Harem, con l’unico scopo di compiacere un uomo e donargli eredi per mantenere il trono.
“L’unica cosa che ti importa è come ti fa sentire. Non puoi amarlo.” Radu tremava e stringeva i pugni, in balia dei suoi sentimenti. Quell’amore lo avrebbe distrutto. A meno che Lada non distruggesse lui, e subito. Non sarebbe stata la prima volta che lo faceva soffrire per proteggerlo. Parlò con tutta l’amarezza della verità, e ogni parola fu una pugnalata al cuore del fratello. “Non ti amerà mai, non ti guarderà mai come guarda me. Non puoi averlo, Radu.”
Le vite e i misteri di corte nell’harem s’intrecciano, la guerra è vita quotidiana e più che di battaglie si tratta di tattiche e strategie tra eredi e famiglie regnanti, matrimoni combinati.
Inaspettatamente Mehmed il figlio del sultano sale al trono e come per ogni altro regnante gli spettano diritti e doveri. A questo punto la vita dei due fratelli è salva non sono più prigionieri e decidono entrambi di restare, per lui. Entrambi innamorati di qualcosa d’impossibile da avere così come lo desiderano loro. Lada si trasforma in un uomo per sopravvivere la dove l’unica alternativa è di divenire una delle donne dell’harem.
“Non ti porterò in battaglia! Non hai idea delle condizioni, non sai in quanti modi si può morire.”
“Posso cavarmela.”
“E io cosa farei se ti succedesse qualcosa? Devo proteggerti!”
Lada guardò la gola franata.
“Il prezzo della vita è sempre la morte, a quanto pare.”
Tohin si alzò facendo scrocchiare le giunture.
“Ed è per questo che diventi procacciatore di morte. La sfami dandole in pasto il maggior numero di persone possibile, per tenerla sazia e soddisfatta, in modo che i suoi occhi non si posino su di te.”
Essere omosessuale era una condizione che doveva rimanere segreta e l’esistenza di Radu si divide da quella della sorella, fisicamente ma non sentimentalmente. Uniti entrambi per l’amore verso il sultano.
“Perché non sei venuto a cercarmi?” chiese Mehmed
“Perché…” Perché sono innamorato di te.Perché non posso starti vicino per paura che tu capisca finalmente cosa c’è scritto sul mio cuore. Perché il dolore che scateni in me è un dolore che non riesco a sopportare.
“… devo mostrare al mondo quanto vale il mio popolo. E’ il mio destino, non posso voltargli le spalle.”
Lada annuì, con le palpebre socchiuse, schiacciata sotto il peso del futuro.
“Ci comprendiamo alla perfezione. Neanche io posso rinunciare alla Valacchi. Non posso voltare le spalle alla mia casa in cambio degli avanzi della tavola di un altro padrone. Non ho scelto io di venire qui, Mehmed. Sono stata trattenuta contro la mia volontà.”
“Ma ora te lo chiedo io! Scegli di restare. Scegli me.”
“Così potrai lasciarmi qui quando partirai per le tua battaglie? Non hai voluto portarmi in Albania, non vorrai portarmi neanche a Costantinopoli. Ti disprezzerò per questo, e il veleno tra noi crescerà finché non mi trasformerò in una delle tue mogli invisibili, prigioniera come lo ero di tuo padre. Se cerchi di tenermi stretta ti odierò, e allora mi perderai per sempre. Sai già che non puoi dominarmi…”
Mi trovo in seria difficoltà questa volta a recensire, la ragione è una e semplice. Ho troppe cose da dire.
Parto però con l’affermare che senza ombra di dubbio questo libro deve avere un seguito, l’ultimo epilogo lascia una questione importante in sospeso, vero anche che tutte le parti cardine sono state chiarite ma la storia necessita di un secondo volume. Lo pretendo.
Ci sono tantissime cose da dire su questo libro, affermare che mi è piaciuto è davvero semplicistico. Lo trovo di una bellezza unica, l’autrice ha trattato temi delicati ed importanti della vita di quasi otto secoli nel passato ma che ancora oggi sono presenti. Ne parliamo tranquillamente e la tolleranza e l’informazione iniziano ad appianare i preconcetti, là dove vivono solo per ignoranza.
L’omosessualità obbligatoriamente tenuta nascosta da Radu è ancora qualcosa che si vive ogni giorno per alcune culture e per alcune realtà. Come lo è l’amore di Lada e la sua vita, che se non avesse scelto spontaneamente di apparire come un uomo non avrebbe avuto che un unico futuro disegnato. Per sua fortuna ha l’amore del sultano dalla sua parte che l’aiuta a difendere quel briciolo di libertà guadagnata con il sangue e le lotte. Ma nemmeno l’amore ha potuto dare alla nostra eroina il pieno possesso delle sue decisioni, e si sente costretta a scegliere tra l’amore e il divenire una tra le tante, con la vecchiaia e i passi segnati a priori.
Concedetemi un personalissimo appunto. Anche in questo millennio, che agli occhi viaggia ancor più avanti di quello che vediamo; con tutta la tecnologia di cui disponiamo e i mezzi per sapere, conoscere e vedere, non siamo in grado di appropriarci di ciò che ci spetta di diritto. La libertà. Libertà di sorridere ad una vita che abbiamo scelto e per la quale lottiamo ogni giorno. Non parlo del compagno che abbiamo accanto o del lavoro che facciamo e magari ci piace, dei vestiti che mettiamo che non corrono dietro alla moda. Parlo del sentirsi libere di mollare tutto per un giorno e respirare, di non badare ai giudizi, di uscire dagli stereotipi, di non fare le diverse per sentirsi uguali.
Sono innamorata di questa storia e del modo in cui le donne vengono descritte. Vi invito a leggerlo e a lasciare per un giorno sul comodino il romance che avete iniziato, in questa storia c’è la vita che pulsa. Con un battito potente.