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Di Mariangela Camocardi
SINOSSI:
Uno chef sciupafemmine e i suoi piatti afrodisiaci. Un poliziotto che ama il tango e che scatena desideri proibiti in ogni donna che lo vede ballare. Uno stalker che vuole vendicarsi della ex che gli ha detto addio. E Ross, Nora e Penny, amiche che si ritrovano dopo anni davanti alla polverosa vetrina di una bottega di libri appena ereditata. La vita si diverte a intrecciarne i destini, mischiando amore, rivalità, vecchi risentimenti, odio e passione; Passione che travolge i sensi, oltre a quella per i libri…
RECENSIONE
Tre donne ed una libreria. Tre amiche che, dopo un’adolescenza trascorsa insieme, tra scaffali pieni di libri, hanno preso strade diverse. E proprio quell’amore per i libri le fa incontrare nuovamente e dà voce ai loro desideri e alle loro speranze.
Rossella, Nora e Penelope fanno ritorno all’isola presso la quale sono cresciute, il motivo è l’aver ereditato da Marvina la “Bottega dei sogni”. Per le tre donne questo luogo non è una semplice libreria: è il loro punto d’inizio, la radice della loro amicizia. I ricordi dei pomeriggi felici trascorsi tra quelle mura, oggi ammuffite, sembrano indicare la Bottega dei sogni come posto ideale per rimettere in sesto i cocci delle loro attuali esistenze.
«Lo giudico doveroso. Lei ci ha trasmesso l’amore e il rispetto per i libri e non sopporto il degrado di un luogo che venerava e che ha voluto destinare a noi per l’affetto che ci portava. Sento di doverglielo. Voi, invece?».
La vita non è stata affatto generosa con le tre amiche, ognuna porta con sé pesanti cicatrici. Così, con diverso entusiasmo, Ross, Penny e Nora decidono di ridare nuovo vigore alla libreria. Ad affiancare la loro iniziativa personaggi del passato, ma anche nuovi incontri. Ogni storia viaggia su un proprio binario: la tenace Rossella, con un matrimonio fallito alle spalle; la diffidente Nora, tradita da chi credeva le volesse bene; ed infine la timida Penelope, che non ha avuto il coraggio di dare vita ai propri sogni.
«… la vita può essere un corollario di giorni tutti uguali che non significano niente, alternati a dei momenti che significano tutto».
Difficile dare qualche accenno dell’intricata trama, senza rischiare di anticipare troppo. Quello che posso rivelare è che ognuna delle tre amiche fornirà uno spunto per la rinascita delle altre. La forza della loro amicizia sarà lo strumento che le porterà alla felicità futura.
Queste tre donne sono l’emblema della nostra società. Mariangela le usa come strumento per toccare temi molto delicati che ci coinvolgono da vicino, ma anche come simbolo di speranza nel futuro che ci attende.
«Devi credere nella tua favola, Penelope. Se accendi un sogno lascialo bruciare fino in fondo senza perdere fiducia o, per pessimismo, spegnerlo…»
Un libro molto particolare, quasi un azzardo, mi permetto di dire. Dalle sapienti immagini che l’autrice è stata capace di evocare, emergono tutta la passione ed il sentimento contenuti in questo scritto. Si percepisce nettamente l’enfasi emotiva che ha spinto Mariangela a scrivere la storia di queste tre donne. Parlavo di azzardo perché non credo sia stato facile narrare tre storie seguendo un unico filo logico. Un intreccio molto complicato, ma riportato al lettore in maniera sempre molto chiara e semplice.
La scrittura è fluida e pertinente, tipica del romanzo classico, arricchita di terminologia giovanilistica, che colloca i personaggi in una dimensione reale e concreta.
Una nota particolare va alle descrizioni ambientali, veri e propri componimenti poetici, ma anche alla capacità d’espressione del sentimento umano.
La voce di lui indusse Ross a tenere gli occhi fissi sulla scura superficie del lago. Rifletteva il lucore delle stelle e la falce di luna calante, come una sposa ansiosa di appartarsi con il suo sposo, procedeva verso occidente quasi sfiorando il profilo nero delle montagne. Dietro si lasciava uno strascico luminoso che sembrava una linea di confine tra due mondi, con un al di qua e un al di là avvolti da un’oscurità insondabile.
Un punto che mi ha lasciato perplessa è stato l’inserimento di alcune scene o particolari che poi non sono stati approfonditi, ma nel complesso posso dire che “La Bottega dei sogni” sia stata una lettura piacevole, scorrevole e propositiva.
Un inno alla vita, alla speranza, ai valori oramai dimenticati. Una dichiarazione d’amore che l’autrice fa alla lettura e all’editoria moderna, e lo fa attraverso un modello di scrittura che è una certezza ed un esempio per le nuove generazioni di scrittori.
Curcuma