“Non c’è limite al dolore che si può sopportare.”
“Passavo tutto il tempo scollegata dal corpo. Sapevo dove ero, cos’era successo, chi erano le persone che avevo accanto, ma non riuscivo a trovare il mio corpo. Era una sensazione orribile non avere il controllo dei propri arti.”
“Non avevo letto gli annunci, mi ero limitata a guardare le foto delle varie case. Le avevo scorse senza prestarci troppa attenzione, finché ero arrivata a Betty’s Place, e avevo capito che era il posto giusto per me. Certe cose le senti a pelle. Segui l’istinto e fai centro.”
” In fin dei conti quel nome le donava: Betty’s Place. Sì, proprio carino, perfetto per quella casetta in legno a due piani. Senza alcun dubbio era vecchia, ma era stata riverniciata da poco di un bell’azzurro uovo di pettirosso, con le modanature in bianco, e si intonava al paesaggio circostante.”
“Kitty si era chiusa nella lavatrice altre tre volte, e l’ultima era riuscita addirittura a girare la manopola su “lavaggio intensivo”, prima che io mi decidessi a chiudere definitivamente a chiave il ripostiglio. Non che questo la fermasse: trovai la porta aperta due volte, prima di montare un chiavistello, che però non fu di nessun aiuto.”
“Studiai Melinda, aspettando di trovarle molte emozioni sul volto: dolore, pena, imbarazzo, magari addirittura disgusto. Tutto tranne ciò che c’era in realtà: comprensione. Non conoscevo il passato di Melinda, non sapevo cosa avesse dovuto sopportare quella donna per renderla così partecipe del mio dolore, ma di sicuro qualcosa c’era.”
“Kitty è tanto confusa.La Donna è cattiva ed è diversa.Anche l’Uomo è diverso, proprio come la Donna, ma lui non sembra cattivo.Kitty non capisce.Però l’Uomo guarda la sua stella con una faccia buona.”