TITOLO: INSIEME A MEZZANOTTE

AUTORE:Jennifer Castle

EDITORE: Hot Spot

Collana:Il Castoro

GENERE: Young Adult

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 ottobre 2018

Salve Dame! Ho letto per voi “Insieme a mezzanotte”, di Jennifer Castle.

Volete sapere cosa ne penso?

E allora venite con me!

SINOSSI:

Cosa significa davvero essere gentili . . .e perché spesso sembra che sia la cosa più difficile da fare al mondo?

Durante le vacanze di Natale, Max e Kendall si ritrovano per caso a New York. Sono passati sei mesi dal loro primo bacio che entrambi considerano “un errore”, e molte cose sono cambiate. Lei è appena tornata da un semestre trascorso in Europa e desidera scappare dalla vita ordinaria che la aspetta a casa. Lui ha rimandato il college di un anno per amore della sua storica, ma ormai ex, ragazza, e non sa cosa fare della sua vita.

Dopo avere assistito a un tragico incidente, Max e Kendall, logorati dal senso di colpa per non essere intervenuti, decidono di compiere sette atti di gentilezza verso persone sconosciute prima del nuovo anno, insieme.

La sfida porterà i due protagonisti a fantasticare sulla vita degli altri e a riflettere sulla propria, e ad avvicinarsi sempre di più.

Max e Kendall, attraverso capitoli dove i loro punti di vista si alternano, raccontano cosa significhi essere gentili e perché spesso esserlo sia più difficile del previsto, soprattutto con gli estranei. I due personaggi, soli, incerti sul futuro e sui loro sentimenti, conducono il lettore tra le strade innevate di New York mentre Capodanno si avvicina. Una storia intensa che, alla fine, vi farà venire voglia di agire: per cambiare il mondo, bisogna partire dalle piccole cose.

Jennifer Castle è autrice di molti libri per ragazzi e adolescenti.

Amatissima dai lettori, i suoi romanzi hanno ricevuto diversi riconoscimenti. Vive a New York con il marito, due figlie e due gatti. Per Insieme ‪a mezzanotte ha tratto spunto da un incidente capitato nella sua città e da una sfida online che ha deciso di intraprendere: fare un atto di gentilezza ogni giorno per una settimana.

RECENSIONE

“La gentilezza non sempre sembra tale: a volte si presenta sotto mentite spoglie.”

La frenesia del giorno d’oggi ci spinge sempre più all’individualismo, portandoci attimo dopo attimo a pensare esclusivamente ai nostri impegni, ai nostri problemi. Camminiamo lungo un percorso stabilito anzitempo, chiudendoci sempre più nel nostro mondo, quasi indifferenti a ciò che ci accade intorno. Però – perché c’è sempre un però – a volte la vita ci destabilizza, ci porta al limite, ci permette di riconsiderare nuove alternative a soluzioni già sancite.

Ci dà l’opportunità di rivedere il piano originario, insomma.

A volte può sembrare un dono, altre una tragedia. Sta a noi dare un senso alla casualità e, magari, decidere di crescere lungo il viaggio.

Ed è quello che succede a Kendall e Max.

“Le cose belle annullano quelle brutte, quelle brutte annullano quelle belle. Senza fine. A che pro?”

Kendall è una ragazzina come tante: ultima figlia di una famiglia normale, con genitori accorti e premurosi, fratelli belli e in gamba. Trascorre sei mesi all’estero grazie a un programma scolastico, una sorta di scuola itinerante che la porta in Irlanda, Italia, Francia. Un’esperienza unica per una ragazza come lei, da sempre pesce fuor d’acqua, che le dà la possibilità di tagliare la corda per essere finalmente solo se stessa. Uno spunto per cambiare, per crescere, per capire, ma che, però, si rivela l’ennesima prova tangibile del proprio marasma interiore una volta tornata a casa.

Kendall è una ragazza particolare, che non riesce mai a concludere ciò che inizia, che disegna i protagonisti del proprio romanzo inventando caratteri e peculiarità prendendo spunto da chiunque incontri, che lotta in continuazione con i Bachi del pensiero che si insinuano nella sua mente iperattiva. Che sfugge alla normalità della casa familiare, così stretta dopo la libertà europea, per rifugiarsi a New York, nell’appartamento che suo fratello Emerson condivide con il ragazzo.

“Quando ti raccontano una storia tante volte, è difficile separare i fatti dalla finzione. A volte la finzione è tutto ciò di cui hai bisogno, quando i fatti sono tremendamente confusi.”

Max è un ragazzo apparentemente sereno, con una famiglia facoltosa alle spalle e una ex che non riesce a togliersi dalla testa. Ama fino a distruggersi, Max, tant’è che si ritrova a dover combattere per sopravvivere alla decisione presa tempo addietro di abbandonare gli studi per non lasciare da sola Eliza, il suo amore problematico.

“Può una cosa essere complicata e rassicurante allo stesso tempo?”

Max è confuso, non sa che fare della sua vita, libero com’è per la prima volta dopo tanto tempo di poter decidere autonomamente, senza che le sue prese di posizione si ripercuotano su Eliza e sulla sua esistenza di per sé fin troppo disastrata.

Prende tempo, Max, e accetta al volo la proposta di sua zia: rimarrà a New York per far compagnia a Big E, suo nonno, finché non riusciranno a trovare una badante talmente tanto tosta e pazza da voler avere a che fare con questo vecchio, iracondo ex avvocato.

Max e Kendall hanno degli amici in comune, fra cui Jamie. Lei è infatuata di Jamie e trascorre con lui un pomeriggio al Met, ma proprio quando stanno per salutarsi, arriva Max.

Poco lontano da loro, una ragazza sta litigando con il suo ragazzo e, per sfuggirgli, corre verso la strada, dove un autobus la prende in pieno.

Sul posto, ci sono altre cinque persone oltre a loro che non hanno mosso un dito, che non hanno chiesto a questa povera fanciulla se avesse bisogno di aiuto, che hanno assistito attoniti all’incidente. Proprio come Kendall e Max, d’altronde.

È passato da poco Natale, la ragazza si chiama Luna e cambierà definitivamente la vita dei nostri protagonisti.

“come fai a sapere quando qualcuno ha bisogno della tua gentilezza?”

Già.

Come si fa?

Siamo ancora in grado di ricevere atti di gentilezza, di lasciare che un estraneo si avvicini senza diventare diffidenti?

E, soprattutto, siamo capaci di esserlo? O siamo davvero talmente tanto disabituati a essere gentili che la sola idea di provarci ci spaventa?

Di sicuro non spaventa Max e Kendall, che si ritrovano l’indomani davanti a una tazza di caffè orrendo per parlare di Luna, per cercare di superare lo shock di aver visto una tragedia consumarsi davanti ai loro occhi, entrambi convinti del fatto che non era il caso di intervenire, che forse l’avrebbe fatto qualcun altro.

La loro decisione di fare ammenda andando in giro a regalare sette Atti di gentilezza estemporanea li porterà ad avvicinarsi sempre più, fino al punto di chiarire finalmente il bacio rubato sei mesi addietro.

Anche quel momento di intimità fu un pietra miliare nella loro vita: un contatto rubato, un attimo di gioia condivisa, che però entrambi nascondono anche a loro stessi, non rendendosi conto che, anche quell’istante, altro non fu che un atto di gentilezza.

“Metto le punte delle scarpe sul bordo del marciapiedi, guardo giù e penso che forse un precipizio non è diverso da un angolo di strada. A volte basta un passo, a volte ci vuole un salto, ma in un caso o nell’altro, l’importante è non stare fermi.”

Sono così concentrati su ciò che pensano sia giusto per loro da non rendersi conto di quello che la vita sta offrendo. Forse ne sono solo spaventati, sono solo diffidenti e non capiscono la gentilezza del destino di offrire loro un futuro roseo, di non dover lottare per averlo, di poterlo conquistare solo accettandolo, solo aprendo gli occhi.

“Kendall ride di nuovo, e inizia ad avvolgersi una ciocca di capelli color rame intorno a un dito. Lo prendo come un sì. Per tutto questo tempo, mi sono sforzato all’inverosimile di non guardarle le labbra. Perché le ho baciate. Avevo bevuto troppo ed era stata una giornata davvero assurda, ma se vi dicessi che non mi ricordo che sapore avevano, mentirei. Me lo ricordo eccome. Tutto di quei minuti con lei, mi ricordo.”

Una storia corale, che si allarga a macchia d’olio su chiunque loro tocchino durante questa loro piccola, enorme impresa, portando il lettore a immedesimarsi totalmente, fino a provare empatia. I piccoli Pov degli estranei che loro aiutano sono perle preziose incastonate in un collier di filigrana delicata e complessa, per quanto semplice in apparenza.

È un libro, questo, i cui protagonisti non sono esclusivamente Max e Kendall. C’è Luna, la ragazza dell’incidente, Brian, il papà incontrato al negozio, Josh, il reduce divenuto un senzatetto. C’è Winston, il bambino conosciuto in Chiesa, Cora, la nonna dello zoo, Ulysses, l’uomo dello spalaneve.

C’è Big E, che ho adorato, di cui vorrei parlare all’infinito: non posso, altrimenti vi svelerei troppo, ma sappiate che, dietro alla sua corazza, c’è un mondo.

È un susseguirsi di storie di cui neanche Max e Kendall a volte si rendono conto e che l’Autrice ci regala, dandoci modo così di entrare, seppur per brevi istanti, anche nelle vite di questi personaggi, descritti in maniera perfetta sebbene con solo poche righe. Queste piccole intrusioni durano poco, ma credetemi, vi sembrerà davvero di conoscerli alla perfezione. La Castle ha la capacità di dosare le parole, di usare gli aggettivi come pennellate colorate che vanno a definire questi protagonisti secondari, dando loro spessore, calore e corpo.

Sono come acquerelli dai contorni indefiniti in grado di uscire dalle pagine per entrare nel cuore di chi legge. Sconosciuti che rimarranno tali, ma che segnano, proprio come succede nella vita reale, quando il sorriso di un estraneo può portare un attimo di gioia.

Regalatevi una lettura coinvolgente, fresca, che esce dagli schemi. Dove i protagonisti si fondono fino a diventare una sola entità.

Fatevi dono di un sorriso, di un’esclamazione di stupore, di una lacrima solitaria che scende sul viso.

Commuovetevi, ridete, odiate. Leggetelo. Non ve ne pentirete.

«Voglio aiutare qualcuno, credo. Essere gentile. Nessuno lo fa mai abbastanza.»

Alla prossima,

Laura

STORIA