io lo lasciai entrare nella mia vita così come un fiume spazza via gli argini. Non ebbi il coraggio o forse la forza di ostacolarlo, mi sottomisi a lui nel pieno possesso delle mie facoltà mentali. Mi sottomisi a lui, chiusi gli occhi e gli concessi la mia anima…

 

Titolo: Chiudi gli occhi

Autore: Monique Scisci

Editore: Newton Compton Editori

Data di uscita: 22/03/2018

Serie: Autoconclusivo.

Genere: Erotico

Collana: First

 

Trama Josephine è una donna di successo, fiera, combattiva e soprattutto autoritaria. A trentacinque anni è già presidente di un’importante agenzia pubblicitaria. È abituata a controllare tutto e la sua vita ruota attorno alla società che ha ereditato dopo la morte del padre. Divisa tra il lavoro e una famiglia sgangherata, Josephine si concentra sulla carriera senza curare le relazioni personali, finché un giorno, durante un viaggio a Dubai, incontra Mads, tipico uomo del Nord dal fascino glaciale. Mads è un dominatore esperto e ambito nel mondo sommerso del BDSM, ma si concede raramente e rifugge ogni coinvolgimento emotivo. Anche con Josephine. Perché c’è un segreto che Mads non intende rivelare a nessuno, un segreto che congela i suoi sentimenti e lo obbliga a mantenere le distanze. Eppure sarà sempre più difficile, per lui, nascondere quel che prova realmente.

 

 

RECENSIONE

 

Care Dame, oggi vi parlo de Chiudi gli occhi di Monique Scisci, edito Newton Compton.

Si tratta di un romanzo erotic suspense dove l’erotismo si ammanta di tinte estreme in quanto il filo conduttore è il BDSM e tutto ciò che circonda questo mondo.

Come sapete sono una lettrice di erotic romance in tutte le sue sfumature, per cui quando ho letto la trama di questo romanzo ne sono rimasta intrigata. Ora vi descriverò cosa mi ha colpito e cosa invece mi ha lasciata insoddisfatta durante questa lettura.

L’autrice ci catapulta già dal prologo nel cuore di questo romanzo, nell’aspetto che ne scandisce il ritmo e ne definisce il filo conduttore: il BDSM, non solo una pratica di sesso estremo, ma una vera e propria filosofia di vita con regole e dettami che vanno seguiti scrupolosamente alla lettera senza se e senza ma.

Facciamo subito la conoscenza di Josephine Lewis, una giovane donna trentacinquenne a capo dell’azienda di famiglia, un’agenzia pubblicitaria, ereditata alla morte del padre. Per potersi imporre in questo mondo estremamente maschilista ha dovuto per forza di cose assumere un atteggiamento risoluto, intransigente e inflessibile, anche perché deve gestire una situazione familiare alquanto pesante: una madre malata di Alzheimer e un fratello scapestrato e irresponsabile che vive alle sue spalle girando l’Europa e cacciandosi in ogni sorta di guai a cui lei deve prontamente porre rimedio.

Quindi una donna che per forza di cose ha dovuto corazzarsi, celare le sue emozioni e debolezze, le sue fragilità comportando inevitabilmente una sorta di isolamento sociale che la rende inavvicinabile.

Durante uno dei suoi viaggi di lavoro, a Dubai, rimane affascinata da un uomo che nota al bar dell’albergo in cui risiede. Ne è attratta, non riesce a scollare lo sguardo da lui, è come un magnete che inesorabilmente convoglia il suo interesse irrazionale su di lui. E per questo farà carte false per conoscerlo, per conoscere Mads Kavén.

 

La prima volta che lo vidi ne fui completamente rapita.

Fui disarmata dalla sua bellezza del tutto inusuale, quasi scomoda, altisonante.

possedeva un fascino magnetico, uno sguardo sottile e letale, in grado di stravolgere anche la mente di una persona come me

 

Mads è un uomo sui generis, professore di filosofia a Harvard, di origini svedesi, si presenta inaccessibile, ermetico, che incute soggezione avvolto com’è da un’aura di gelido pericolo.

Nonostante Josephine ne abbia istintivamente paura al contempo ne è attratta, ammaliata, quasi soggiogata.

C’è qualcosa in quest’uomo che la scuote interiormente e non riesce a spiegarselo acuendo la sua curiosità.

 

Quando si incontra un uomo come Mads Kavén, il modo di relazionarsi al genere maschile cambia. È in grado di ribaltare i concetti di giusto e sbagliato, bene e male, dolore, parecchio dolore a dire il vero, e piacere.

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Il loro incontro ad una cena, si rivela ermetico, non getta alcuna luce sulla figura così austera del bel professore quarantacinquenne, anzi acuisce un senso di disagio in Josephine, che prontamente scaccia incuriosita oltremodo da quell’aura di distacco che Mads si ostina a mostrare.

 

….la tensione fra noi era palpabile. La sentivo vibrare dentro di me come corde di un violino. Ogni suo sguardo, anche il più sottile mi toglieva il fiato. Ogni sospiro, ogni gesto, involontario e innocuo, mi faceva fremere. Quell’uomo aveva un forte potere seduttivo, un ascendente pericoloso in grado di farmi volare con la fantasia e trascendere la mia volontà. Mi piaceva e non sapevo proprio spiegarmi perché.

 

Decisa a non lasciarsi sfuggire l’occasione di avvicinarsi all’uomo accetta di seguirlo in camera, ma in realtà sta accettando di entrare nel suo mondo, un mondo che lui ha appena accennato e che l’ha intrigata in modo inesorabile.

 

 “Voglio offrirle una chance”, disse.

“È disposta a spogliarsi per me?”

Voleva guardarmi, aveva detto, nuda.

Mads Kavén non mi aveva ancora sfiorato, ma il mio corpo già fremeva.

 

Josephine ne è impaurita, riluttante, ma stranamente conscia che Mads può essere l’uomo giusto per lei, l’uomo che può riempire quel vuoto che sente sempre più avanzare entro la sua anima.

 

Ma in fondo era quello che mi piaceva, l’adrenalina che quell’uomo era in grado di farmi scorrere nelle vene, che risvegliava il mio corpo, la tensione, la prospettiva del dolore e l’attesa del piacere. La scissione che mi provocava dentro. Lui era in grado di demolire la mia volontà, di annullare la mia mente e di ricompormi ogni volta.

 

E Mads non disattenderà queste sensazioni; sin dal primo sguardo ha intuito l’indole di Josephine, ha visto oltre la maschera di donna risoluta e determinata cogliendo quella sfumatura di tristezza, di inadeguatezza che vela il suo sguardo e che Josephine cerca di celare a tutti.

Pur non incarnando la tipica scelta come sua partener sessuale ne è intrigato, la vede come una sfida.

La sua sfida personale: riuscire a spezzarla, distruggerla in mille pezzi per poi ricomporla.

Mads Kavèn è un dominatore, ama dominare il corpo, ma ancor più la mente delle sue sottomesse. È un sadico che gode nell’infliggere dolore, quel dolore che libera il corpo e la mente aprendo la sua sottomessa ad un mondo di indicibile piacere non solo fisico, ma anche mentale.

 

…..piacere totalizzante e perverso che all’inizio sorprende, poi incuriosisce, disarma e infine distrugge e ricostruisce, ogni volta scavando sempre più a fondo.

Un piacere di cui non puoi più fare a meno, che diventa ossessione e condiziona ogni gesto quotidiano.

 

Josephine non è avvezza a queste pratiche sessuali estreme, non ne conosce regole, comportamenti né si ritiene in grado di poter sopportare il dolore. Mai convinzione fu più errata.

Nonostante dal primo loro incontro ne esca umiliata fisicamente e psicologicamente, è l’umiliazione della mente che la sconvolge. Perché Josephine si rende conto che il trattamento inflittole da Mads le è piaciuto, nel dolore provato ha avuto una sorta di liberazione del proprio io.

La sua mente si è distaccata, ha ceduto le redini del potere, ha lasciato che un’altra persona la guidasse in tutto e per tutto. Ha usato il dolore come via per elevare le sue percezioni a sensazioni estreme.

 

Ero in preda alla confusione che mi riempiva la testa, turbata e sconfitta da pulsioni perverse che non sapevo di possedere. Ero smarrita e impotente, eppure ardente di desiderio per il mio carnefice. Gli avevo ceduto il mio corpo e lui ora controllava la mia mente.

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Pur sconvolta da questa rivelazione non arretra nell’intento di continuare a incontrare Mads che, pur fissando limiti e restrizioni ai loro incontri, negando l’instaurarsi di una relazione, inspiegabilmente comincia ad invadere e controllare ogni aspetto della sua vita.

 

Ogni nostro approccio, tuttavia, contribuiva a imprimere sostanza alla sua presenza, a ingabbiare la mia mente in un unico pensiero; lui era in quello che facevo.

 

Mads è una presenza fantasma nella vita di Josephine, pur incontrandola a scadenze fisse ne regola ogni momento, insegnandole la disciplina e l’obbedienza e punendo ogni infrazione.

Quest’altalena emotiva, questo rapporto nato come perfetta intesa sessuale fra Mads e Josephine, subisce una graduale, ma inesorabile trasformazione. Più Mads si mostra freddo, distaccato, poco incline alle manifestazioni d’affetto, più Josephine sente la necessità di averlo vicino, di instaurare un rapporto che vada oltre le sessioni di sesso nel dungeon La Maison di Harlem.

Ma Mads è stato esplicito: fra di loro non ci potrà essere mai nulla, nessuna relazione, nessun coinvolgimento.

Perché?

Cosa gli impedisce di lasciarsi andare?

Perché Mads, per quanto ermetico, freddo e rigido mostrerà dei piccoli e impercettibili segni di cedimento che prontamente cercherà di nascondere, di rifuggire allontanandosi all’occorrenza da Josephine.

Tutto precipiterà quando una serie di eventi drammatici rimetteranno in gioco le priorità, ma Mads si lascerà andare a quel sentimento che contro ogni scelta fatta e contro ogni sua volontà è nato nel suo cuore e che Josephine, profondamente innamorata, ha risvegliato?

 

…sentivo di volere qualcosa di più e non sapevo come fare a ottenerlo.

Ribadiva spesso i limiti del nostro rapporto, a volte avevo la sensazione che tentasse di convincere più che altro se stesso.

 

Questo è un romanzo dove il sottile gioco che si instaura fra Mads e Josephine è intessuto con una fitta trama di non detti, di segreti che nasconde l’uomo e che danno a questo scritto un qualcosa in più elevandolo da semplice erotico a erotic suspense. Ciò lo rende molto intrigante e interessante perché stimola il lettore ad andare avanti nella lettura, a voler sapere di più. E a me ha permesso di superare un aspetto che ha rallentato la mia lettura.

L’autrice ha imbastito una trama veramente notevole: intrigante e ammaliante. Ha costruito due personaggi caratterizzati in maniera eccellente, anche se Mads lo conosciamo attraverso gli occhi di Josephine che ce lo fa apprezzare man mano che fa luce sulle sue molteplici sfaccettature senza mai conoscerlo in realtà appieno.

Mads è un uomo ermetico, che non lascia trasparire le sue emozioni. Esercita un controllo assoluto sul suo corpo e sulla sua mente e traspone questo controllo anche sulle donne a cui si avvicina e a cui permette di avvicinarsi. Lui le sceglie non come semplici sottomesse, ma come materia da plasmare, da rimodellare a suo piacimento. In ogni suo rapporto D/s c’è l’insita necessità di ricondurre in superficie l’io sepolto della donna che lo affianca in questo particolare “gioco”. Ma di contro non riesce a lasciarsi andare, non instaura mai una connessione emozionale con le sue partener ad eccezione di Josephine.

Mads esercita la dominazione come principio di vita che allunga i suoi tentacoli in ogni spetto della vita. Questa capacità di dominare ed influenzare chi gravita intorno a lui non deriva solo dal suo carattere arrogante e superbo, ma piuttosto dalla sua innata predisposizione al plasmare, grazie al suo fine intelletto e alla sua smisurata cultura, chiunque stimoli il suo interesse

L’ambivalenza della donna lo intriga, lo incita ad aumentare la sua determinazione ad abbattere tutte le sue difese fisiche e mentali. La vuole scomporre nei suoi elementi basilari per poi darle nuova vita e per questo le impone la disciplina più ferrea, il controllo più assoluto dentro e fuori il dungeon.

Josephin da un canto è sollevata dal poter finalmente cedere il controllo delle sue azioni ed emozioni, mentre dall’altro è sconvolta dalla consapevolezza di quanto ciò la faccia star bene.

Disintegrarsi nel dolore è rinascere a nuova vita. Significa raggiungere quella calma interiore che le è sempre mancata, riempire il vuoto emozionale che le scava dentro e che finora ha sempre accolto.

Tutto ciò delinea due personaggi profondamente tormentati, danneggiati: un sadico e una masochista che nell’unione delle loro passioni estreme si ricongiungono in un intero.

E se questa unione funziona all’inizio perfettamente entro i imiti imposti da Mads, man mano che Josephine riesce a fessurare la corazza dell’uomo si rende conto che non è così freddo e insensibile come vuole far credere. C’è qualcosa nascosto ai più, e lei lo intuisce, lo vede, lo desidera e se ne vuole appropriare.

Ecco che entrano in gioco i sentimenti, che esplodono in loro, che li investono e li tramortiscono generando tutta una serie di reazioni che portano lei ad indebolirsi e lui a richiudersi.

Si innesca un gioco perverso: Josephine brama Mads, l’attesa di un gesto, di una parola, di un messaggio, di una carezza. E il suo negarsi la getta nello sconforto, la destabilizza, alternando stati di prostrazione a momenti di autentica ribellione che le costeranno punizioni esemplari.

Mads è un maestro nel negarsi, d’altronde il suo motto è: “il piacere dell’attesa è in sé il piacere stesso”.

Josephine ne è completamente soggiogata grazie anche a tutte quelle strategie che fanno di Mads il dominatore per eccellenza: il suo atteggiamento sempre rigidamente misurato e controllato, i suoi sguardi penetranti, i suoi tocchi precisi e sensuali, tutto finalizzato al raggiungimento del piacere e dell’appagamento fisico, ma in primis mentale.

Nonostante “Chiudigli occhi” sia un romanzo erotico non è il sesso il punto focale, ma Mads. Personaggio fumoso ai nostri occhi perché, tranne piccole sue comparse con brevi capitoli, tutto ciò che sappiamo di lui ci arriva tramite le percezioni di Josephine, attraverso le sue deduzioni inficiate da dubbi, sospetti e segreti.

Il filone narrativo viaggia su due binari paralleli che in più punti subiscono una brusca virata per intersecarsi: la componente erotica e l’elemento suspense legato al misterioso passato di Mads.

Lo stile linguistico utilizzato dall’autrice è molto elegante e forbito. Nonostante sia un erotico che tratta una particolare espressione di sesso estremo, tutte le scene erotiche sono descritte con un linguaggio consono, ma mai volgare.

Si entra nei dettagli più particolareggiati di questa pratica con descrizioni che però ne appesantiscono la lettura, ed è questo, insieme alle lunghe descrizioni sull’attività lavorativa di Josephine, che mi hanno causato un notevole rallentamento della lettura.

Inoltre, nonostante i due protagonisti siano due figure complesse e ben delineate, affascinanti e interessanti, non sono riuscita ad entrare in empatia con loro, non sono riusciti ad emozionarmi specie nel primo 60% del romanzo, mentre nell’ultimo 40% l’incalzare eventi sostituiscono le descrizioni e le emozioni diventano più vivide tanto da raggiungermi coinvolgendomi.

È palese l’attenta preparazione, la ricerca e l’approfondimento che l’autrice ha compiuto prima di cimentarsi nella stesura di questo romanzo, ma in alcuni punti risulta pedante appesantendo quello che di fatto dovrebbe essere solo un romanzo e non un manuale.

Quindi in definitiva, un romanzo più che buono, con un ottimo filone narrativo e un altrettanto ottimo stile linguistico, ma carente di quella forza in grado di farmi emozionare fin dalle prime pagine e appesantito da queste lunghe descrizioni che alla lunga mi distraevano dal punto focale del romanzo: l’interazione e la storia fra Mads e Josephine.

Per questo, dato che termina con un cliffhanger sconvolgente, mi auguro, nel secondo volume della serie, di poter sentire maggiormente le emozioni dei due protagonisti e poter scoprire i pensieri di Mads dalla sua voce.

STORIA

 

 

 

EROS