“Quanto tempo occorre per invecchiare? A volte tutta la vita, altre solo pochi istanti”

 

TITOLO: Con te o senza di te

AUTORE: Jules Hofman

EDITORE: Newton Compton Editori

DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 aprile 2018

PREZZO: € 1,99 (ebook) – € 9,90 (copertina rigida)

 

Salve Dame! Ho letto per voi “Con te o senza di te”, di Jules Hofman.

Volete sapere cosa ne penso?

E allora venite con me!

 

 

 

SINOSSI:

 

Non è mai troppo tardi per essere felici

Una storia intensa ed emozionante

Allison ha ventisette anni e vive a New York. Lavora al Blusher, un pub mal frequentato, perché ha bisogno di soldi per concludere gli studi: il suo traguardo è una laurea in Medicina. Una sera, al pub, conosce Benjamin, un ragazzo dal fisico atletico e lo sguardo magnetico. Trascorre con lui una notte, che doveva essere solo un’avventura, ma che invece scatena in Allison una reazione completamente inaspettata. Quello che lei non sa è che a causa di una malattia diagnosticata di recente, Ben ha dovuto lasciare la sua squadra e rinunciare al sogno di diventare la stella del rugby americano, come tutti i tifosi si aspettavano. I tentativi di respingere Allison, comunque, saranno inutili e ben presto i due si ritroveranno travolti da un sentimento che li porterà a lottare insieme contro un nemico subdolo. Convinti che ogni istante vada goduto al massimo.

La sofferenza della malattia raccontata con delicatezza e umanità, attraverso una storia d’amore che è un inno alla voglia di vivere

«È un crescendo di emozioni intenso, inaspettatamente commovente e irresistibile fino alla fine!»
«Scritto bene, in uno stile fresco e travolgente che mi ricorda molto le autrici rosa che amo, come la Crownover o la Kennedy! La storia è un perfetto mix tra gioia, passione e… vita! Sì, in fin dei conti, Con te o senza di te parla di vita nel senso più pieno del termine!»

 

RECENSIONE

 

“Quanto tempo occorre per invecchiare? A volte tutta la vita, altre solo pochi istanti”

 

A chi non è capitato, una volta nella vita, di giudicare qualcuno dal lavoro svolto o dalla mera apparenza?

Sappiamo che è sbagliato, che non si dovrebbe fare, ma la natura umana, infida a volte, ci porta a guardare una minigonna, un trucco pesante e a considerarli come lo specchio dell’animo della persona che abbiamo di fronte.

Niente di più sbagliato, in questo caso.

“Quando dissi a mio padre che ballavo al Blusher, pensò subito a una sorta di discoteca, ma mai gli sarebbe venuto in mente che sua figlia potesse strusciarsi a un palo, ammiccando a perfetti sconosciuti. La cosa bella è che non sarebbe mai venuto in mente nemmeno a me. Insomma io sono Allison Pearce, la ragazza acqua e sapone perennemente con i libri nella borsa e aspirante medico! E invece, eccomi qua.”

 

Allison Pearce balla e serve alcolici al Blusher, bar non proprio rinomato di New York. A vederla in servizio, di certo non si penserebbe che è a un passo dal diventare medico.

 

“Mia madre non ha mai lavorato e mio padre invece è stato costretto a chiudere la sua officina nemmeno un anno fa. Così mi sono dovuta rimboccare le maniche e, tra una borsa di studio e l’altra, sono quasi pronta per la laurea. Di certo, però, questo non è il mio sogno e non appena mi sarà possibile smetterò di lavorare in questo posto, che puzza di aria consumata e di ubriaconi.”

 

Un gioco delle apparenze che le sta stretto, ma che le serve per andare avanti, per poter finire il suo praticantato, per non pesare sul bilancio familiare.

Un mezzo di sostentamento che le consente, una sera, di poter abbandonare per un attimo quella che è la sua vita fin troppo monastica per buttarsi a capofitto in quella che crede essere un’avventura.

 

“Non sono solito farlo e riconosco che non è di certo la soluzione migliore, ma stanotte voglio fuggire e distrarmi con qualcosa di facile, o almeno che  non sia troppo complicato, come lo è invece tutta la mia esistenza da qualche tempo.”

 

Un attimo, uno sguardo, e il gioco arriva al compimento.

I suoi occhi incrociano quelli di Benjamin Harper, capitano del New york Athletic Club, numero uno del rugby americano.

Anche Ben è arrivato allo stremo, anche lui cerca svago e divertimento, qualcosa che riesca a cancellare i problemi come un colpo di spugna.

 

“La osservo muoversi, mentre svita il tappo di una bottiglia e versa l’alcol nei bicchieri: catalizza la mia attenzione in maniera prepotente e ora non c’è davvero spazio per altro.”

 

Un’attrazione animale, che porterà entrambi a fare qualcosa di inconcepibile, di talmente tanto inusuale da sconvolgerli appieno. Qualcosa che, nato come un gioco, finirà per farli cadere entrambi nelle spire di quello che è il sentimento più profondo del mondo. L’empatia dell’amore.

 

«E se combino qualche pasticcio?»

«Sarà un errore piacevole almeno»

 

Potrebbe essere tutto perfetto, se non fosse per il non detto, il celato, il non confessato, il temuto. Quante volte cerchiamo di esorcizzare le brutture che la vita ci riserva non pensandoci? E quante volte questa “incoscienza” ci porta a un bivio?

 

“Allison è pericolosa per me, e io probabilmente lo sono per lei. Ma lei tutto questo non lo sa e, anzi, non può nemmeno immaginarlo.”

 

Sono l’uno l’ancora dell’altra. Benjamin vive Allison come una boccata d’aria fresca, mentre All impara a non dare sempre un ordine a ciò che accade, a evitare di schematizzare ogni evento e ogni situazione. Impara a lasciarsi andare, senza pensare alle ripercussioni.

 

«Hai paura?»

«Dovrei?», chiede mordicchiandosi un labbro.

«Direi di no».

«E allora perché me lo chiedi?»

 

Una storia di cui percepiamo l’evolversi pagina dopo pagina, di cui possiamo tastare quasi con mano i cambiamenti che porteranno i protagonisti a vivere i loro incontri non più come “valvola di sfogo”, ma come attimi necessari e voluti.

 

“Ci sono rari sguardi che quando ti scrutano ti fanno sentire nuda ma incantevole, perfettamente a tuo agio, e questi occhi scuri e misteriosi davanti a me ne sono l’esempio.”

 

Una storia che noi lettori viviamo già dal loro primo incontro, sebbene i diretti interessati non abbiano alcuna intenzione di viverlo come l’incipit di un legame più profondo.

 

“Sussurriamo parole guardandoci negli occhi, da una distanza troppo intima per essere due perfetti sconosciuti, eppure sembra tutto dannatamente naturale per essere così nuovo. Non ho paura, come invece forse dovrei avere. Insomma, in fin dei conti questo tipo è apparso per la prima volta davanti ai miei occhi nemmeno undici ore fa.”

 

È amore, fin dall’inizio. Di quelli devastanti, unici, inconsapevoli. Di quelli che ti entrano nelle vene, che ti scorrono dentro senza lasciar spazio a nient’altro. Non vogliono crederci, Allison e Benjamin. Faranno di tutto per contrastarlo, per non accettarlo, ma poi, si sa, amor vincit omnia.

 

“È incredibile quanto ci si possa sentire insicuri di fronte a chi ci fa battere il cuore.”

 

Ho amato il modo in cui l’Autrice ha stillato il sentimento nelle pagine di questo libro. Parte in sordina, con incontri che di sentimentale non hanno nulla, almeno in apparenza. Ma basta saper leggere fra le righe per capire che, oltre all’attrazione, fra  Ben e All scatta molto altro.

Sono personaggi ben delineati, forti, coerenti, che vivono la loro storia quasi inconsapevolmente, almeno all’inizio.

Dal sesso fine  a se stesso arriveranno all’amore puro e incondizionato, fatto di sguardi carichi di parole e di silenzi pieni di intenzioni.

Un viaggio, questo, che corre il rischio di essere giudicato dall’apparenza dei capitoli iniziali, dove la leggerezza dei primi incontri porta a pensare che la loro sia una storia frivola e carnale.

Niente di più errato.

Andando avanti si arriverà al cambiamento più assoluto, quando l’amore finalmente esploderà coinvolgendo sia gli animi dei protagonisti che i nostri.

 

“Non sento nessun dolore, non ho nessuna preoccupazione, non mi importa di niente. Questo momento è perfetto: ha l’unico difetto di non essere eterno.”

 

Ed è proprio questo aspetto, secondo me, il vero protagonista del libro: l’evoluzione. L’evoluzione dei personaggi, della storia, dell’amore, del tempo, della vita.

È, questo, un libro in cui tutto muta, tutto cambia. Tutto viene sconvolto, proprio come succede nella vita reale, proprio come quando un evento sconvolge tutta un’esistenza, rimettendo in gioco ogni certezza.

Ho apprezzato la delicatezza con cui l’Autrice tratta gli aspetti più tragici della storia: mi piace pensare che abbia voluto rispettare l’intimità del dolore, dandoci al contempo tutti i parametri per poter immaginare gli stati d’animo di Ben e All.

 

«Hai mai avuto la sensazione che io sia il tuo posto nel mondo?».

STORIA

 

 

 

EROS