La dicotomia del potere era penosamente ovvia: lui era completamente vestito, mentre io mi contorcevo nuda tra le sue braccia, con un collare serrato intorno alla gola come simbolo del suo possesso.

“Sei mia” disse, le parole quasi selvagge. “Il tuo corpo, la tua mente. Tutto di te. Il tuo dolore, il tuo piacere, appartengono a me.”

Care Dame oggi vi parlo di Dolce Prigionia di Julia Sykes, un dark romance dove riduzione della libertà, manipolazione psicologica e BDSM risulteranno essere gli aspetti salienti su cui si fonda tutto il plot di questo romanzo.

Titolo: Dolce prigionia
Autore: Julia Sykes
Genere: dark romance
Editore: Grey Eagle Publications
Serie: Sweet captive #1
Data di uscita: 31 ottobre 2019
 

 

Non mi piace essere toccata. Sono la dea dell’hackeraggio informatico dell’FBI. Quando mi nascondo dietro il mio schermo, mi tengo a distanza di sicurezza da tutti; isolata, potente. Nessun uomo mi ha mai toccata, ma, quando vengo rapita dal boss della droga colombiano Andrés Moreno, non ho più il diritto di rifiutare. È sfregiato e spaventoso, e il suo crudele fratello Cristian gli ha affidato il compito di piegarmi. Cerco di combattere, ma non posso sfuggire alle sue braccia forti e alla sua dura disciplina. Pretende che io accetti il suo tocco, e il mio corpo vergine non può fare a meno di reagire alle sue esperte manipolazioni.
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Siamo a Chicago e Samantha è un agente dell’FBI in forze all’unità informatica. Finora ha operato dietro uno schermo risultando un abile hacker, contribuendo in maniera decisiva all’operato investigativo del Bureau grazie alle sue spiccate capacità.
Più rimango intrappolata con lui, più giungo a sospettare di non essere l’unica prigioniera in casa di suo fratello. Le cicatrici di Andrés sono più profonde dei diabolici solchi incisi nella sua carne, il suo dolore si riflette nelle oscure pretese che mi impone. La sua ossessione è deviata e sbagliata, ma forse sono deviata anch’io.
Voglio che mi salvino da lui? Oppure è lui quello che ha realmente bisogno di essere salvato?

…circondata da informazioni. Ero nel mio elemento. Forse non facevo fisicamente a botte, però ero potente in questo mondo tecnologico.

Da poco ha chiesto e ottenuto il trasferimento come agente operativo sul campo, non tanto per il desiderio reale di azione quanto per poter stare più vicina all’uomo di cui si è invaghita, il collega Dex al quale però non riesce a manifestare il suo interesse ripiegando con quello che sa fare meglio: il controllo da remoto.

Samantha ha difficoltà a relazionarsi con gli altri specie con gli uomini. Non le piace interagire né fisicamente, infatti non le piace essere toccata, né tantomeno riesce a sostenere lo sguardo o una conversazione personale senza deragliare coi pensieri.

…non permettevo mai a nessuno di entrare nel mio spazio personale se potevo evitarlo. Non ero a mio agio con le persone. Preferivo di gran lunga stare seduta dietro lo schermo del mio computer, a distanza di sicurezza da tutti…

E sì, Samantha ha una mente iperattiva, facile a sovrapporre e analizzare pensieri multipli contemporaneamente.

Dopo un appostamento per sorvegliare una gang dedita allo spaccio e alla tratta di esseri umani, viene seguita a casa e rapita per essere interrogata dal capo di questa gang: Cristian Moreno.

Tenevo attentamente sott’occhio il diabolico coltello da caccia che Cristian Moreno reggeva con naturalezza lungo il fianco, come se fosse stato un innocuo prolungamento del suo braccio anziché una minaccia per la mia vita.

Samantha si ritrova legata e minacciata di morte perché gli riveli le informazioni in mano all’agenzia; spaventata, spaesata e fuori dal suo elemento, dal suo porto sicuro: lo schermo di un pc. Èimpotente di fronte a Moreno, in balia delle decisioni di un uomo spietato che, per piegarla ai suoi voleri, l’affida al fratello Andrés.

Mi si gelò il sangue nelle vene.

…per la prima volta, il mio sguardo si spostò dalla minaccia che avevo di fronte. Un uomo incombeva a pochi metri di distanza, …

I suoi occhi neri mi trafissero, il suo sguardo oscuro mi penetrò l’anima. Rabbrividii e distolsi gli occhi, incapace di sopportare di guardarlo.

Andrés è un sadico manipolatore. Dall’aspetto terrificante, incute paura sia per le cicatrici che gli solcano il viso e il corpo sia per lo sguardo di ossidiana, perforante, vuoto.

Andrés ha metodi più creativi per piegare le donne.

È abbastanza carina per te?

“E i suoi occhi sono piuttosto belli” … “C’è così tanta paura lì dentro. Ti piacciono quando sono spaventate, vero, Andrés?”

Non è la prima volta che ad Andrés vengono affidate donne da piegare, sottomettere, annullare sia nel fisico che nella psiche. Ciò che non si aspettava era Samantha, piccola agente caparbia dalla lingua tagliente e con una innata e inconscia attitudine alla sottomissione.

Chiusi in una stanza, a stretto contatto nessuno dei due poteva prevedere che i loro mondi si sarebbero ribaltati, che le loro priorità venissero sovvertite, che i loro segreti, le loro emozioni, i loro esseri venissero tirati fuori per essere esorcizzati, domate e manifestati realmente.

L’obiettivo di Andrés è addestrare alla sottomissione totale Samantha.

Ora appartieni a me, Samantha. La disobbedienza comporterà una punizione. L’obbedienza sarà ricompensata. Scegli tu quale delle due preferisci.

“Non lotterai contro di me.”

“Tu mi appartieni. Accetterai il tuo posto.”

“Imparerai a tenere a freno la lingua. Imparerai a comportarti bene. Sei mia, cosita. Mia con cui giocare. Mia da punire. Semplicemente mia.”

L’obiettivo di Samantha è resistere e non piegarsi.

Non riuscivo a smettere di dimenarmi, con i muscoli contratti nello sforzo di liberarmi.

Non potevo fare altro che strattonare inutilmente le manette.

Raddrizzai la schiena. Non mi sarei fatta addomesticare. Non avrei obbedito. E di certo non sarei uscita per finire dritta tra le sue braccia forti e spaventose …

Ma la bolla che si crea dentro quelle quattro mura altererà profondamente la percezione di se stessi e dell’altro, portandoli inevitabilmente a rivelare quelle parti di se che, vuoi coscientemente o inconsciamente, abilmente tenevano celate al mondo; e niente sarà come doveva essere.

Indubbiamente l’autrice ha tracciato un plot originale non tanto per la story line quanto per la caratterizzazione dei personaggi, in particolare per la minuziosa costruzione dell’indole di Andrés e Samantha.

Ambedue sono stati profondamente feriti sia nel corpo che nella mente, tanto da sviluppare, ognuno a suo modo, dei meccanismi di difesa atti a rifuggire il dolore.

Il controllo, e i suoi molteplici modi di esercitarlo è l’elemento che accomuna Andrés e Samantha, e l’autrice lo utilizza abilmente per rendere i due protagonisti dipendenti l’uno dall’altro,complementari l’uno con l’altro.

“Non ti senti meglio ora? Non devi gridare. Non devi combattere. Il tuo padrone ha il controllo, e tu non devi fingere il contrario. Non quando sei legata e spalancata perché io giochi con te. Tutto ciò che devi fare è sottometterti. Tutto ciò che puoi fare è sottometterti.”

Circoscritti nella loro bolla si scrutano, si studiano per scoprire i loro punti deboli. Per poter esercitare, Andrés, quella lenta manipolazione psicologica acuita dalla privazione della libertà e rimarcata dall’applicazione delle punizioni corporali.

Dall’altra parte troviamo in Samantha una mente sempre in fermento, che elabora spasmodicamente la sua nuova condizione, che la aborrisce ma istintivamente ne rimane affascinata.

Una dicotomia spaventosa su cui l’autrice si sofferma per evidenziare la differenza tra le pratiche BDSM estreme consensuali e quelle effettuate sotto costrizione.

Una linea sottile, un limite che qui diventa fumoso quando la vittima dell’abuso trae giovamento dalla situazione costrittiva in cui si trova.

L’erotismo spinto ma mai volgare di cui leggiamo in queste pagine è il mezzo attraverso il quale sia Samantha che Andrés ci riveleranno i veri se stessi. Samantha grazie alle sessioni di BDMS spegnerà la sua mente delegando a Andrés il suo pieno controllo risvegliandosi da quel torpore sessuale, da quel distacco fisico che le aveva impedito da sempre di approcciarsi all’altro sesso.

Il piacere accese tutto il mio essere, travolgendomi con la forza di un maremoto.  … l’estasi devastò il mio corpo. Lamia mente. Il mondo scomparve mentre un’implacabile beatitudine mi cantava nelle vene, spazzando via la mia paura rimanente. Non esisteva altro che Andrés: il suo tocco, il suo profumo, il suo potere. Aveva estorto alla mia anima questa estasi sconosciuta, soggiogando spietatamente il mio essere con un piacere sconvolgente.

Andrés scoprirà con Samantha la piacevolezza della gentilezza, della fiducia e del donarsi. Un percorso psicologico, fisico e sessuale che si trasformerà inevitabilmente da una interazione malata e perversa in una emozionale e sentimentale.

“Samantha” pronunciò il mio nome con voce quasi roca. “Va tutto bene. Sei al sicuro con me.” … “…Per favore. Non avere paura.” Per favore. Non l’avevo mai sentito pronunciare quella parola.

“Lo siento.”

Mi dispiace. Sapevo cosa significava.

Aveva appena abbassato così tante barriere tra di noi, lasciandomi vedere nella sua anima tormentata. Volevo offrirgli qualcosa in cambio, qualcosa che non avevo mai offerto a nessuno.

…io avevo visto l’uomo devastato dentro di lui, il ragazzo che aveva perso tutto. Le sue cicatrici erano profonde …

Una forzatura circoscritta a quella bolla, che può esistere solo fra quelle quattro mura e che a contatto con la realtà esterna imploderebbe. Due realtà che si scontrano: la legalità, l’abnegazione al dovere contro il malaffare, una vita di soprusi e di abusi.

Un maremoto di emozioni e sentimenti contrastanti che si ribaltano, si scontrano, si amalgamano: non si percepisce più dove finisce il lecito e comincia l’illecito.

Non si percepisce più il momento in cui le due tessere, queste due anime profondamente svilite, ferite, abusate – Andrés e Samantha – si siano fuse. Di certo si capisce il perché loro si completino, la necessità che loro sentono di possedersi e controllarsi, di lasciarsi andare e sottomettersi.

Non ero stata traviata, ma ero stata cambiata. Forse ero un po’ più oscura di quanto fossi stata prima, un po’ meno pura. Forse un po’ della mia luce si era riversata in Andrés, proprio come un po’ della sua oscurità era penetrata in me.

Una narrazione fluida, anche se in alcuni punti ripetitiva, essendo un pov esclusivamente femminile, sulle esternazioni e le elucubrazioni mentali di Samantha, abilmente costruita data la limitata ubicazione dell’ambientazione, e genialmente studiata per rendere credibile un finale che altrimenti sarebbe stato irrealistico.

Dolce Prigionia è una storia non comune ma non tanto irrealistica quanto parrebbe di primo acchito. È un romanzo che fa nascere molteplici domande, fa riflettere sulla complessità della psiche umana, su quanto labile sia il confine che, quando stimolati o manipolati abilmente, si è in grado di valicare. Quanto ciò che è sepolto nei meandri della mente, i ricordi più dolorosi, i traumi più devastanti possano essere celati e condizionare la vita, le relazioni sociali e interpersonali trasformando l’essere umano in un asociale o in un mostro, e come l’accettazione, la comprensione, la dedizione possano sanare, consolare e far rinascere a nuova vita.

Giusi

 

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