Harem’ s book, insieme con tanti amici, ha avuto il piacere di partecipare al blogtour dedicato all’uscita di First Lady, ultimo appuntamento della serie Wynette, Texas della regina del romance, Susan Elizabeth Phillips.
Abbiamo avuto il privilegio di occuparci di una tappa davvero speciale
Gli uomini della serie Wynette Texas
Oggi, a conclusione del blog tour, vi parliamo del romanzo che chiude in modo significativo questa serie indimenticabile, dall’ impronta originalissima
Serie Wynette, Texas
0.5 Glitter Baby
1. Amore e fantasia, 13 giugno 2018 (Fancy Pants i.e. Un fiore nella polvere)
2. Impudente e malizioso, 28 Novembre 2018 (Lady Be Good)
3. First Lady, 20 settembre 2019 (First Lady)
3.5 My Secret Service Valentine
4.Cosa ho fatto per amore, 31 agosto 2017 (What I Did for Love)
5.Una scelta impossibile, 18 febbraio 2016 (Call Me Irresistible)
6.La grande fuga, 27 ottobre 2016 (The Great Escape)
Ritorna la Regina del romance, lunga vita alla Regina! E questa volta la serie Wynette, Texas sembra stia arrivando a conclusione, così, pur non avendo rispettato l’ordine originario di pubblicazione, ci offre uno dei capitoli più significativi della serie, consentendo a tutti noi lettori di apprezzare questa carrellata di storie e personaggi strepitosa, che porta il segno indelebile della Phillips e si distingue per un’incredibile capacità di restituire il contesto delle piccole comunità in cui si svolgono le vicende. Facendoci conoscere figure indimenticabili e ritrovare vecchi amici. Susan Elizabeth Phillips, punto di riferimento nella storia del genere non solo per il talento incredibile della sua capacità narrativa (armonia e sequenzialità dell’evoluzione della trama, caratterizzazione dei personaggi incredibile), ma per quella ironia pacata di fondo che mostra un approccio alla vita e al genere personalissimo. Un modo di sentire la vita, cogliere le possibilità nei suoi imprevisti , osservare le esistenze, catturare le emozioni e saperle narrare. Uno stile inconfondibile, il calore umano diventa il tratto caratteristico di questa autrice: non si tratta di abilità tecnica (per quanto sia consolidata a tal punto da rendere ogni testo un prodotto perfettamente compiuto, armonico e piacevolissimo) quanto piuttosto dell’impronta di garbata ironia e romanticismo caldo, quel modo tutto suo di raccontare l’amore. SEP restituisce alla narrativa rosa un peso specifico importante, il peso dei sentimenti.
I suoi eroi sono virili ma vulnerabili tanto da essere imperfetti ed adorabili. Le sue eroine sono indipendenti ed emancipate ma incredibilmente romantiche. I personaggi secondari hanno uno spessore incredibile, tanto da renderli quasi comprimari. I dialoghi sono spumeggianti, le trame vivaci. Ogni pagina vibra di vitalità. Un mondo su carta che si anima, in cui calarsi con piacere, restituito perfettamente con vizi e virtù delle piccole comunità. È tutto legato alla sua sensibilità: qui c’è l’originalità, la capacità di saper raccontare i sentimenti in tutte le stagioni della vita con un tatto, una ironia e una profondità sempre incredibili ed emozionanti. Sa cogliere il senso profondo dell’umanità, le debolezze e le risorse degli uomini e delle donne, colte in qualsiasi momento della loro vita, con le loro fragilità e aspettative. I suoi romanzi hanno una coralità speciale perché riproducono la vita con tutti i suoi sapori e i suoi momenti e ogni protagonista dà un contributo speciale alla storia, per riprodurre le emozioni e i sentimenti che ci accompagnano ogni giorno.
La Phillips ha la capacità di narrare qualsiasi situazione, anche quella più paradossale, portandola all’estremo, perché lo fa sempre conservando un’umanità davvero speciale che si manifesta soprattutto nei dialoghi sempre brillanti e intensi soprattutto tra i protagonisti.Con First Lady osa. Si spinge davvero al limite.
SEP ci ha sempre restituito donne davvero indimenticabili, abituate a mettersi in gioco e lottare, combattere per esprimere se stesse e trovare la felicità. Donne che richiedono uomini veri, non dei narcisi dall’ego gonfiato e dal conto in banca esageratamente cospicuo, quanto piuttosto uomo veri, che non trasudano testosterone ma virilità, fascino, carisma, consapevolezza, Sexy come il peccato, perché sanno sedurre. Ogni principe azzurro è un eroe ammaccato, imperfetto e vulnerabile, irresistibile.
In First Lady abbiamo davvero una donna alla SEP, un uomo davvero alla SEP
Aveva bisogno di speranza – qualcosa di positivo a cui aggrapparsi – ma era difficile anche per un ottimista convinto. E in quel momento un pensiero la colpì… Non era più la first lady degli Stati Uniti d’America.
È la donna più famosa e potente del mondo.
È sola.
È vedova.
È stanca.
E libera, finalmente.
È la first lady.
Cornelia Nealy, vedova del presidente degli Stati Uniti, figlia di una leggenda dell’establishment, icona del popolo americano.
E ha deciso di vivere, vivere la vita che ho sempre voluto vivere…
Davanti a lei un uomo prepotente per la sua sfacciata virilità, per il suo immenso senso di responsabilità e protezione, un uomo che intimidisce per la mole e per la personalità, per il magnetismo e il carisma. Beffardo, schietto, diretto, travolgente. Pura energia. Assoluta carica esplosiva e sessuale.
Ah. Non è da solo. Con lui una adolescente arrabbiata e in guerra col mondo, un delizioso cherubino biondo tutto ricci e sorrisi sdentati. Con un nome irripetibile. Orfane.
E una roulotte. Sgangherata.
Mat. Mat Jorik. Giornalista che rincorre se stesso, con uno spiccato codice dell’onore.
Giornalista disincantato e cinico, incastrato dal Destino nuovamente in una situazione al limite del paradosso, da sempre cerca di fare i conti con il suo cuore troppo buono.
Quando Mat Jorik si mosse sulla sedia, il suo gomito urtò contro lo spigolo della scrivania dell’avvocato. Mat urtava spesso le cose. Non perché fosse sgraziato, ma perché, per come era stato costruito, gran parte del mondo al chiuso era troppo piccolo per contenere un uomo della sua stazza.
Con i suoi due metri di altezza e novantacinque chili, Mat oscurava la piccola sedia di legno oltre la scrivania dell’avvocato di Harrisburg, Pennsylvania. Tuttavia, Mat era abituato a sedie in cui non entrava e a lavandini che lo colpivano appena sopra le ginocchia. Si abbassava senza riflettere quando scendeva gli scalini di uno scantinato e lo spazio per le gambe dell’aereo era la sua idea di inferno. Per quanto riguardava il sedersi sul sedile posteriore di più o meno qualunque auto al mondo… lasciamo perdere.
Un uomo ruvido e sornione. Dannatamente diretto e onesto. Insopportabilmente riservato e pacatamente seducente. Avvolto da un magnetismo irresistibile, che induce a fidarsi, affidarsi, consegnarsi…
…era snello e muscoloso, con spalle larghe, mani grandi e fianchi stretti. Ora si accorse di un naso leggermente storto, una bocca da urlo, e zigomi sfacciatamente pronunciati. I folti capelli castani avevano un taglio corto e pratico che non riuscivano però a domare la loro tendenza ad arricciarsi, e la mascella forte e squadrata aveva scritto sopra prova-solo-a-colpirmi. Dal momento che di solito gli uomini assurdamente virili le davano fastidio più che attrarla, non si rese conto di cosa rendesse questo così irresistibile finché non ebbe consegnato al capo il fascicolo che le aveva richiesto e non fu tornata alla sua scrivania. Quegli occhi grigi come la selce riflettevano un acuto, sconvolgente livello di intelligenza.
Non importava quanto Mat cercasse di nasconderlo, prima o poi le persone capivano che era un tenerone
Perfino Cornelia Nealy. Catapultata a bordo della Winnebago, con la sua frenetica fame di libertà e l’entusiasmo autentico di chi vuole non solo assaporare ma mordere la vita. Il disilluso eroe della classe operaia ha cresciuto sette sorelle, tuttavia questa donna singolare, un mix esplosivo di raffinatezza e candore, lo destabilizza. Come lo scuotono profondamente la fragilità e la dolcezza di una adolescente costretta a crescere troppo in fretta e la tenerezza di una bimba innocente.
Eppure… sembra rifuggire qualsiasi tipo di legame, quasi andasse contro la sua natura… pur attraversando l’Iowa con due adorabili bambine orfane in un viaggio che li vede macinare km nel cuore degli States inseguendo il sogno americano.
Aveva quell’aspetto muscoloso da manovale e non ci voleva molta immaginazione per vederlo abbronzato e senza maglietta a inchiodare tegole su un tetto o con indosso un elmetto malconcio su quei capelli scuri dal taglio netto mentre brandiva un martello nel bel mezzo di una strada di città. Era anche bello da morire, sebbene non avesse quella bellezza troppo da modello maschile. Al contrario, il suo viso sembrava vissuto…
Non aveva mai incontrato nessuno con così tanta forza sessuale maschile. La vedeva nei suoi occhi, nell’impostazione delle spalle, nel modo in cui piegava le dita. La sentiva in quella voce da altoforno. Era come se fosse riuscito a sfuggire all’influenza femminile. Apparteneva al dorso di un cavallo scalpitante, al timone di una nave, alle strade in costruzione o alla guida di una carica militare.
Una donna che ha deciso di vivere, vivere la vita che ha sempre voluto vivere…
Un uomo che sembra nato per proteggere, accudire, amare e prendersi cura di ogni creatura vivente. Con la forza e la delicatezza di un uomo buono.
Gli idoli di Mat non erano giornalisti dell’Ivy League, ma tizi che avevano usato due dita per battere pezzi senza fronzoli su vecchie macchine da scrivere Remington. Uomini grezzi come lui. Non c’era stato nulla di appariscente nel suo lavoro quando scriveva per il Chicago Standard. Aveva usato parole brevi e frasi semplici per descrivere le persone che aveva incontrato e ciò a cui tenevano. I lettori sapevano di poter contare sulla sua onestà. Adesso era in missione per provare che era di nuovo così.
Missione. Quella parola aveva un che di arcaico. Una missione era la specialità di un cavaliere sacro, non di un manovale d’acciaieria che aveva permesso a sé stesso di scordare ciò che importava nella vita.
Sensualità, personalità e un corpo da far perdere la testa (su cui riversare ogni genere di più torbida e romantica fantasia), un mix esplosivo per una donna che è in fuga perché in cerca di se stessa.
Senza volerlo si era innamorata della sua voce profonda e del suo sorriso sghembo, della sua risata tonante e del suo cervello svelto. E, la notte scorsa, di come faceva l’amore in modo generoso e disinibito. Ma soprattutto si era innamorata di come il suo naturale senso della decenza non gli permetteva di girare le spalle alle due ragazzine che voleva fuori dalla sua vita. E così, in meno di una settimana, lei gli aveva poco saggiamente donato il suo cuore. Un cuore che lui non aveva chiesto.
Mentre una intera nazione è in subbuglio, la first lady gode della libertà insperata e dolceamara, assaporata accanto ad un burbero compagno di viaggio e due orfane disarmanti.
Una fuga che si fa avventura e poi viaggio, nel senso più completo del termine. Percorso catartico, emotivo, spirituale. La convivenza, in spazi stretti e angusti sganciati dal mondo, porta questa “famiglia improvvisata” e strampalata, formata da relitti umani, a creare un piccolo microcosmo all’interno di quella roulotte.
Un bozzolo, un nido, un rifugio.
Di cui Mat è guardiano riluttante.
Mat, Nell e le bambine, proseguono il viaggio in Iowa. Si scontreranno, si cercheranno e si azzufferanno. Rivelando piano piano le ombre più nascoste, abbassando le difese, tanto da far comprendere veramente al lettore chi sono e perché sono così.
Ogni viaggio ha una mèta.
In un crescendo altamente drammatico la Verità irromperà furiosa spalancando la porta di quella roulotte “nido”. Una rivelazione che arriva lenta e con una calma micidiale, come quiete prima della tempesta. Come un lampo nella notte ad annunciare il caos.
Nealy ha degli oneri e degli onori. Mat ha delle promesse da mantenere con se stesso.
La realtà sembra spazzar via ogni possibile sogno.
Ma nessuno è più lo stesso.
Anche se si è giunti ad una destinazione – velleitaria come scoprirete – il “viaggio” non è finito.
Mi fai vedere il mondo in modi nuovi. Sei la prima cosa che il mio cuore saluta quando mi sveglio al mattino. Sei l’ultima cosa che vedo nella mia mente prima di addormentarmi…A volte a occhi aperti sogno questo, di tenerti la mano e basta. Tutto lì. Solo tenerla. E ho un’immagine di noi due che attraversiamo la vita così. Mano nella mano. A volte penso addirittura ad avere un litigio colossale, noi due… mano nella mano. O seduti insieme su un divano. O…» stavolta comparve una traccia di ostilità mentre si ricomponeva.
«So che è smielato, ma non mi importa… quelle sedie a dondolo di cui parla la gente.» Socchiuse gli occhi, semplicemente per dirle che non era un completo pappamolla. «Io lo vedo. Vedo questo grande portico e queste due sedie a dondolo una accanto all’altra, e io e te vecchi e rugosi.» La sua voce si addolcì di nuovo. «Le bambine andate via, cresciute, solo noi, e voglio baciare ogni singola ruga sul tuo viso e stare seduto lì a dondolarmi insieme a te, e basta.
Mat è un eroe alla SEP. Incarna la responsabilità, il senso del dovere più profondo e l’abnegazione, fino al tormento. Vive la contraddizione della sua esistenza, cercando di fuggire alla sua natura generosa per inseguire egoisticamente un po’ di felicità, fino a quando il Destino non gli offrirà con una beffa sorprendente – due orfane, la donna più potente del mondo, un cane e una roulotte sgangherata – la lezione più dolce: il senso della vita. Le asprezze rendono affascinante questo protagonista. Non è un maschio e preconfezionato in stampo seriale della congerie del romance.
Così come Nealy non è una femminuccia che arrossisce per un rotolo di banconote o una spruzzata di testosterone. Qui sta la differenza e la zampata da leonessa di SEP, la caratterizzazione imbattibile, grazie alla sua sensibilità spiccata che le consente di cogliere L’ UMANITÀ dei personaggi. Questo garantisce una empatia profondissima, anche quando si tratta di personaggi difficili, malconci e antipatici, induriti dalla vita.
Anche in questo caso la Philips nella Wynette, Texas riesce a dare una forza originalissima ad ogni personaggio femminile, così da renderlo complesso e interessante. Allo stesso tempo riesce a dare fragilità al personaggio maschile rendendolo affascinante e mai scontato, un principe azzurro dall’armatura incrinata.
Ogni romanzo diventa quasi corale, grazie alle figure preziose dei secondari (si pensi alla coppia dei coniugi incontrata in campeggio), nel senso che ogni personaggio nella sua peculiarità aggiunge una sfumatura e un peso alla storia.
I suoi protagonisti sono eroi che popolano la fantasia di ogni donna: fantastici, sexy, virili e con un pizzico di vulnerabilità disarmante. Quell’aura di mascolinità che trasuda sex appeal sempre mitigata da una sensibilità e da una generosa dose di ironia che li rende veramente indimenticabili. Sono uomini veri che hanno un trascorso e il loro fascino è risultato del loro vissuto, perché sanno vivere (o almeno imparano a vivere) incarnando valori e principi irresistibili.
Le due piccole protagoniste sono presenze non soltanto funzionali ma una parte fondamentale della storia perché diventano la sfida. La sfida della vita, che ogni giorno ci pungola e ci porta a metterci in discussione e a migliorare.
Paradossalmente leggerlo una volta che si è conosciuta la serie, dà un senso di tenerezza incredibile, quasi di completezza e di “chiusura del cerchio narrativo”. Sappiamo già – ahimè per l’ ordine random di pubblicazione della serie in Italia – che cosa attende questi personaggi, quasi in un flash forward. Sappiamo che cosa farà Lucy… pur di inseguire la felicità. SEP riesce nella personalizzazione dei caratteri che non sono tipi, perciò può anche lavorare con gli stereotipi, dando loro un’anima. I personaggi brillano, vivono delle loro emozioni, riflettono vizi e tenerezze umanissime, quel calore umano che è la vera cifra stilistica della autrice.
Ci sono tutti gli elementi che rendono speciali le storie della Philips (ironia, tenerezza, sensualità, calore umano), fin dalle primissime pagine si è già rapiti dalla storia per quella capacità incredibile di coniugare l’ironia e la profondità secondo la ricetta magica e speciale che è propria della vita. Ogni storia nella serie è un un concentrato di calore umano e commedia esilarante ma sempre un piccolo gioiello di romanticismo e di sentimento narrato con una sensibilità tutta personale.
E allora questo viaggio sulla roulotte sgangherata, con personaggi ancora più sgangherati e imperfetti, assume un valore simbolico e metaforico. Diventa veramente il viaggio della vita.
Saffron