Salve Harem, il libro di cui vi parlo oggi è Il nostro oceano per sempre di Kate Stewart. Venite a leggere cosa ne penso.

Titolo: Il nostro oceano per sempre

Autrice: Kate Stewart

Editore: Triskell Edizioni

Pubblicazione: 16 luglio 2020

Genere: Romance

Autoconclusivo

Trama

La prima volta che ho incontrato Ian Kemp davanti alle scintillanti acque blu di St. Thomas, avevo sei anni e insieme a lui ho passato l’estate più indimenticabile della mia vita. Con lui ho assaggiato i dolci più buoni che abbia mai mangiato, mi ha insegnato a nuotare e ad accettare le mie debolezze. Rivederlo, così abbattuto, l’ombra del ragazzo di un tempo, è stato un vero shock, tanto che all’inizio non l’avevo neppure riconosciuto. La rabbia e l’angoscia lo divorano e sono così forti da fargli rifiutare anche solo un sorriso da parte mia. Abita nella casa accanto, gemella della mia, ma potremmo anche essere su due pianeti diversi. Io confido in St. Thomas però, perché quest’isola è magica e lo so che può donare la pace a chi ci viene per cercarla. Per me è stato così, quando sono scappata qui un anno fa. Ian ed io forse non siamo tanto diversi. Entrambi siamo vittime della vita. Entrambi abbiamo deciso che quest’oceano poteva aiutarci a ritrovare l’equilibrio e la pace. Ma forse, per cessare di essere zattere alla deriva, dobbiamo solo imparare a tenderci la mano.

 

Recensione

 

Il nostro oceano per sempre è uno di quei libri difficili da dimenticare perché è ricco di spunti di riflessione, sentimenti profondi e considerazioni sul modo di vivere la vita e le relazioni. Ma è anche divertente, pieno di battute e dialoghi spiritosi che indicano una ricerca della leggerezza come reazione al peso di vivere.

I protagonisti sono Koti e Ian, due adulti che si rincontrano dopo tanti anni nella meravigliosa isola di St. Thomas.

L’approdo in questo luogo incontaminato avviene in tempi diversi ma per motivazioni simili. Koti risiede sull’isola già da un anno, dopo essere scappata dalla vita frenetica di New York in preda a crisi di panico. Nella Grande Mela aveva una vita apparentemente appagante, un lavoro redditizio come agente immobiliare e un futuro roseo davanti a sé. Ma poi qualcosa si spezza e il panico, la paura, la sua fragilità emotiva, le sue insicurezze le fanno franare il terreno sotto ai piedi col rischio di inghiottirla. Koti è spaventata, disorientata, amareggiata, ma alla fine prevale l’istinto di sopravvivenza, la consapevolezza che per salvare se stessa deve allontanarsi da tutto ciò che le nuoce: un lavoro che detesta, una città frenetica e le ingerenze di una madre perennemente insoddisfatta della figlia.

Dopo un anno Koti sembra più serena, ha un lavoro e vive nella casa delle vacanze dei suoi genitori. Ma il suo equilibrio precario viene spezzato dall’arrivo sull’isola del professor Ian Kemp.

Ian è una vecchia conoscenza di Koti, un amico d’infanzia, un compagno di avventure e il primo ragazzo che le ha fatto scoprire gli S’mores e le banana tops. Di Ian, Koti conserva un bellissimo ricordo, ma l’uomo che arriva a St. Thomas è solo il guscio vuoto dell’allegro ragazzino di un tempo.

“Non c’era traccia di quel ragazzo nell’uomo che se ne stava coi piedi a mollo in riva al mare. La vita era strana a volte. Un momento, per qualche settimana durante un’estate in cui eravamo entrambi dei ragazzini strambi, Ian Kemp era stato un amico.”

Ian ha quasi quarant’anni, una figlia sorda e un matrimonio finito alle spalle. È un uomo ferito, deluso, distrutto dalle bugie e dal tradimento. La sua disperazione è pari alla sua rabbia. Anche lui come Koti è fuggito dal suo passato, ma diversamente da lei non ha progetti, non si è rifugiato a St. Thomas per cominciare una nuova vita.

Quello che gli è caduto sulle spalle è un macigno bello grosso del quale Ian non riesce a liberarsi e che continua a schiacciarlo sotto il suo peso. All’improvviso si rende conto di non avere costruito nulla e di aver perso i migliori anni della sua vita con una persona che non amava e facendo cose che detestava, e questa consapevolezza lo tormenta.

Nei primi giorni dopo il suo arrivo Ian ignora palesemente Koti o la tratta in modo sgarbato, ma la ragazza non demorde, vuole aiutarlo a tutti i costi, perché vede nei suoi occhi lo stesso dolore presente nei suoi un anno prima.

Ian è un osso duro, ma Koti sa come prenderlo, sa quando usare il bastone e quando la carota. Inoltre, benché siano passati tanti anni il loro legame è più vivo che mai.

Nel giro di pochi mesi il loro rapporto diventa più solido, ma c’è sempre un senso di precarietà che aleggia nell’aria. Tante cose sono cambiate: Koti si è innamorata per la prima volta nella sua vita e Ian ha lasciato andare alcuni dei suoi pesi, ma entrambi sono consapevoli che quella che stanno vivendo a St. Thomas non è la vita vera, ma una sorta di realtà parallela, magica, ma pur sempre temporanea.

Entrambi sanno che prima o poi la bolla scoppierà e la realtà irromperà nelle loro vite in tutta la sua crudezza. Koti e Ian hanno mollato il passato e messo la loro vita in stand-by rifugiandosi a St. Thomas, ma il bel professore, benché sia arrivato sull’isola da meno tempo, sarà il primo ad affrontare tutti i suoi demoni. Per Koti ci vorrà più tempo e dovrà affrontare un percorso dolorosissimo e al contempo catartico al termine del quale sarà finalmente se stessa dopo una vita passata ad annullarsi pur di compiacere gli altri.

Pur conoscendo di nome Kate Stewart, devo ammettere che non mi era mai capitato di leggere un suo libro. Il nostro oceano per sempre è stata la mia prima esperienza con la sua scrittura e mi ha dato modo di conoscere un’autrice sensibile che racconta l’amore con garbo e passione e che affronta temi seri con grande senso di responsabilità, senza però risultare pesante.

Definire Il nostro oceano per sempre un romanzo sulle seconde possibilità sarebbe riduttivo, perché sminuirebbe il percorso di crescita e di dolore che devono affrontare Ian e Koti per sentirsi liberi come le onde dell’oceano che amano tanto.

Il messaggio che vuole trasmettere questo libro è che si può e si deve sempre ricominciare, a qualsiasi età; che bisogna lottare contro chi tenta di sminuirci, di farci sentire sbagliati, inadeguati.

“Siamo tutti delle case di vetro, però sta a te decidere a chi dare i sassi per poterti rompere.”

Ma per cambiare la propria vita serve coraggio; il coraggio di lasciar andare il passato e di concentrarsi sul presente per poi poter pensare al futuro. Un’altra componente fondamentale è l’esperienza che deriva dal dolore, perché senza di essa, senza le sue cicatrici, non saremmo in grado di apprezzare la gioia.

Koti e Ian ne hanno tante di cicatrici, alcune fresche e altre più vecchie che però continuano a sanguinare copiosamente.

Nel libro mi ha colpito molto la caratterizzazione dei personaggi, messi completamente a nudo dall’autrice. Koti soffre di attacchi di panico, un disturbo psichiatrico serio che influisce sulla qualità di vita di chi ne è affetto, ma che spesso è liquidato dagli altri come un’inezia, un’esagerazione. Stesso discorso per l’endometriosi, un tumore bianco, una malattia subdola e spesso poco conosciuta ma molto invalidante. In una scena si fa vedere Koti che non riesce ad andare al lavoro a causa dei crampi e di altri disturbi legati a questa patologia piuttosto che la sua idea (fortunatamente non messa in pratica) di voler mettere fine alla sua sofferenza fisica ricorrendo a un’isterectomia. Quello dell’endometriosi non è il tema cardine del libro, ma ho apprezzato la sensibilità e la delicatezza con cui è stato trattato dall’autrice così come la sua volontà di informare il lettore su una patologia così seria.

Nel romanzo si alternano momenti toccanti ad altri più leggeri e divertenti. Koti e Ian sono una forza della natura, si stuzzicano a vicenda, battibeccano e si prendono in giro. Sono due personaggi a cui è difficile non affezionarsi perché sono reali, hanno pregi e difetti, fragilità che cercano di nascondere ma che riaffiorano irrimediabilmente in superficie e una vulnerabilità che li rende permeabili al mondo costringendoli a cambiare. Non hanno filtri per cui le loro emozioni positive o negative che siano ci investono come un treno in corsa.

Per quanto mi riguarda leggere Il nostro oceano per sempre è stata una bellissima esperienza; un viaggio avventuroso che ha il gusto salmastro dell’acqua dell’oceano e la forza indomabile dei sentimenti. Un libro da non perdere e un’autrice tutta da scoprire.

“Io e Ian ci guardammo, ricolmi di quel sentimento incondizionato e donammo le nostre vite l’uno all’altra, i cuori uniti in quel posto che ci aveva dato la pace, dove avevamo iniziato il sogno che poi era diventato la nostra realtà.”

Alla prossima,

Vanilla

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