Eravamo due anime tormentate. Entrambi avevamo subìto torture che nessuno avrebbe dovuto sopportare. Ma ci eravamo trovati. Avevamo bisogno l’uno dell’altra.

 

Titolo: King. Hai rubato il mio cuore

Autrice: T.M.Frazier

Editore: Newton Compton Editori

Pubblicazione: 11 novembre 2020

Serie: King#3

 

La serie King è così composta:

1)King

2)Segreto Inconfessabile

3)King. Hai rubato il mio cuore

4)Soulless (Protagonisti:Thia e Bear)

 

RECENSIONE

 

Care Dame, eccoci al terzo libro della serie King di T. M. Frazier: King hai rubato il mio cuore, un contemporary dark romance.

Mi piace sottolineare quanto il titolo originale Lawless (Senza legge) scelto dall’autrice sia molto attinente rispetto a ciò cui si va incontro con questa lettura.

Dopo averci narrato la storia di King e Doe (Ray) ecco che la signora Frazier ci permette di ritornare a Logan’s Beach dove incontreremo Bear con una narrazione che segue temporalmente gli eventi dei primi due romanzi della serie.

Bear è un fuggitivo dal suo stesso MotorCycle Club, non è più Beach Bastards. Quando ha dovuto compiere una scelta ha scelto King e Preppy e quella che lui considera la sua vera famiglia rinnegando la sua vita come biker.

Sono nato Bastardo. Un soldato, nell’esercito fuorilegge del Beach Bastards Motorcycle Club. … Non ho scelto io questa vita, lei ha scelto me, …

Essere un motociclista, un Bastardo, non era solo una cosa che avevo nel sangue. Non era solo quello che vivevo. Ma quello che respiravo. Quello che bevevo. Mi piaceva da pazzi. Era tutto. E poi a un tratto non è stato più così.

Il giorno in cui mi sono tolto il gilet …

 

Ora è un morto che cammina, un bersaglio vivente che si trascina e lotta contro i ricordi di ciò che gli è stato inflitto, abusando di alcol, droga e sesso.

Si sente perso, senza identità, senza più radici. Sta annegando!

Sapevo benissimo come essere un motociclista. Non sapevo per niente come essere un uomo.

 

Se non fosse per una promessa fatta sette anni prima a una bambina, una promessa per assicurarsi il suo silenzio, e che non aveva la minima intenzione di mantenere.

Thia ha solo dieci anni quando vede per la prima volta Bear, quando lega il suo destino a quel grande e grosso biker.

E l’anello che lui gli dona come pegno, come segno di riconoscimento che sette anni dopo la porterà a cercarlo sulla soglia della sede del MC Club per riscuotere la promessa del suo aiuto.

 

Qualcosa dentro di me, un ultimo barlume di speranza, mi aveva detto che se solo avessi trovato Bear, sarebbe andato tutto bene. Non avrebbe potuto far sparire tutto. Ma poteva aiutarmi a sistemare le cose.

 

Non ancore maggiorenne, ma gravata da una vita familiare dura e pregna di responsabilità, Thia dopo una tragedia immane sceglierà istintivamente di cercare aiuto nell’unica persona a cui si sente legata.

La ricerca di Bear innescherà tutta una serie di eventi che irrimediabilmente e inevitabilmente cambieranno la vita dei due ragazzi.

Quel filo sottile e invisibile che li aveva uniti sette anni prima sarà la catena che li legherà dal momento in cui si ritroveranno invischiati in una guerra contro chi li vuole distruggere.

 

“Lui. È. morto. Un figlio di puttana morto che per puro caso respira ancora”.

“Ma risolverò la faccenda molto presto, cazzo”, sussurrò …

…voglio assicurarmi che quando Bear ti vedrà capirà che è un uomo morto, … stupida ragazzina. Sei tu il messaggio”.

Indubbiamente anche con questo terzo capitolo della serie l’autrice ci mostra un mondo a noi poco noto, ma che stiamo pian piano comprendendo, quello dei MC Clubs e dei loro affiliati.

Senza giri di parole, senza mezzi termini, con un linguaggio crudo e sporco ci catapulta in mezzo ai “lawless”, uomini senza scrupoli, avvezzi all’alcol, alla droga, all’omicidio e allo stupro.

Uomini che non hanno nessuna morale.

Tranne che in mezzo al letame può crescere un fiore, un’eccezione che conferma la regola.

E per quanto Bear abbia subito le leggi del MC Club, si sia identificato per tutta la vita come un biker e abbia sottostato alle sue regole, quando ha dovuto fare una scelta ha scelto chi amava, quando si è trovato davanti una Thia distrutta fisicamente e psicologicamente non si è tirato indietro per rimangiarsi la sua promessa.

 

Forse avevo dato a quella ragazzina il mio anello per gioco, ma ormai non si trattava più di un gioco. Era una guerra, cazzo.

 

Ecco il nostro fiore: coriaceo, indurito, poco incline alle effusioni, rozzo e crudo.

Un uomo di ventotto anni a cui piace il sesso duro, ma che, nonostante la fortissima attrazione che prova verso Thia, si pone dei limiti delle remore verso quella che vede come troppo giovane, troppo innocente, troppo pulita per uno come lui.

Uno come lui: indegno di essere amato.

 

“… mi guardi come se fossi una brava persona e mi viene voglia di strapparmi i capelli, cazzo, perché è tutta una bugia. La verità è che non sono il bravo ragazzo. Sono il cattivo, porca puttana, …”

 

Ma quanto si sbaglia Bear, e sarà proprio Thia con la sua forza interiore, con la sua determinazione, con la sua gentilezza a scalfire la corazza di questo grosso “orso”.

Una Thia le cui vicende della vita hanno forgiato un’anima generosa, amorevole, comprensiva e determinata.

Non volevo essere una ragazza debole. Non ero mai stata debole prima e odiavo esserlo adesso.

E quel giorno sarei stata forte, …

 

Perfetta per Bear, perfetta per capire il suo smarrimento, il suo dolore. È tenace, è arguta, e terrà sotto scacco il nostro Bear sempre più scombussolato da questa ragazza coi capelli rosa.

Thia ha cercato Bear per essere aiutata e Bear trova Thia che lo salverà. Gli mostrerà l’uomo che lui nasconde agli altri, gli mostrerà che può e deve provare sentimenti.

Lei è giovane e inesperta nel sesso, lui è inesperto in amore. Insieme proveranno a colmare il divario e cercheranno di trovare la loro “normalità”.

La relazione che si instaura fra i due è esplosiva e incandescente, non ci sono mezze misure ne nei gesti ne nel linguaggio. È travolgente e sconvolgente, infiamma e brucia tutto con un’intensità indescrivibile.

 

“Sei mai stata baciata?”, le chiesi… i suoi occhi incontrarono i miei.

“Rispondi alla domanda”, insistetti. “No” disse lei, … e prima che potesse protestare, mi chinai e premetti le labbra sulle sue. Stavo già andando all’inferno. Tanto valeva godersi il viaggio.

 

Il sesso in questa coppia è una forma di comunicazione diretta e cruda, espressione di una serie di emozioni difficilmente esternabili a parole specie per Bear; sesso che l’autrice riesce a contestualizzare perfettamente sia nello scorrimento della trama che nella caratterizzazione.

Di qui lo stile linguistico perfettamente consono all’ambiente in cui ci troviamo. L’uso di un dirty talking estremo non disturba perché è confacente a quel mondo, diversamente sarebbe sembrato ridicolo.

L’autrice ci permette durante la narrazione, grazie ai flashback, di rivivere dei punti importantissimi della vita di Bear e Thia costruendo perfettamente la storia e il vissuto di ambedue, cosi permettendo al lettore di capire sino in fondo perché sono quello che sono.

Inoltre ci permette di entrare nuovamente nella vita di King e Doe (Ray) alle prese con la loro routine familiare. Anche per loro non c’è staticità, ma leggiamo un’ulteriore evoluzione e crescita trovando la presenza imprescindibile anche nella storia di Bear e Thia.

Storia che è intrisa di verità taciute, menzogne e intrighi che culmina con un epilogo che anche questa volta lascerà a bocca aperta, un cliffhanger che rimescola le carte e che si svelerà nel prossimo capitolo “Soulless” (Senza anima)

T.M. Frazier anche questa volta si è rivelata maestra del dark romance; ha costruito sin dal primo capitolo di questa serie un plot il cui filo conduttore prosegue sottotraccia per affiorare man mano che le varie storie personali si dipanano.

È in dubbio che questo romanzo abbia un minor tono suspence rispetto ai precedenti essendo incentrato sui traumi fisici ed emotivi di Bear e Thia e sulla loro guarigione, ma ciò non toglie merito a questa storia il cui seguito si prospetta intrigante, accattivante e ricco di colpi di scena.

 

“Sono un uomo rovinato da molto tempo. Non posso rovinare anche te”. “Non mi hai rovinata”, dissi. “Mi hai salvata”.

“Aiutami. Per favore. Non so come fare”. “Cosa stai cercando di fare?”, chiesi lui alzò la testa, quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi. “Sto cercando di amarti”.

Alla prossima,

Giusi

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