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SINOSSI: Viserbella 1561. Una donna, accusata di praticare la stregoneria, sta per essere condotta sul rogo. Prima di morire consegna alla figlia un prezioso diario e il suo ciondolo a forma di stella a sette punte.

Viserbella 2013. Arianna è in vacanza e, passeggiando sulla spiaggia, trova un misterioso volume incustodito. Subito, lo riporta nella libreria indicata sulla copertina, ma non farà più ritorno a casa.

Catapultata in una dimensione parallela con la mente spoglia di ricordi, tenterà di sopravvivere e di recuperare la memoria aiutata da un gruppo di ragazzi che sembrano conoscerla molto bene.

Nel suo passato si annida la magia, la superstizione e il dramma. Tutto un mondo sta per esserle svelato e un gravoso fardello la investirà, perché lei è l’Erede e deve compiere una missione.

Tra cristalli e Libri delle Ombre, incantesimi e leggende che affondano le loro radici nell’Antico Egitto, l’atavica lotta tra Bene e Male domina le pagine di un romanzo dove niente è come sembra, il tempo è una corsa a ostacoli e i nemici si nascondono nell’ombra.

PREFAZIONE DI MONIQUE SCISCI

TITOLO: L’erede di Tahira

AUTORE: Linda Bertasi

GENERE: paranormal-fantasy

ANNO: 2016

FORMATO: EBOOK (CARTACEO prossimamente)

PREZZO: 0,99

qualche riflessione

«Per quanto sbiadito agli occhi, c’è sempre un disegno, Maria.» 

È il tempo il vero protagonista di questo romanzo. Padrone assoluto della nostra realtà, di qualsiasi realtà. Passato e presente si sfiorano, si toccano, si intrecciano nel DESTINO per tessere quella trama incredibile che è il nostro futuro. Resta la sensazione che l’amore sia così forte e incredibile da essere questo: destino. È un emozionante viaggio nella memoria e un’avventura incredibile nel passato, un’escursione nelle suggestioni e nei miti leggendari, è fantasia e immaginazione. Una storia di promesse e di scelte. 

La giovane protagonista, in un momento difficilissimo, colpita da un lutto terribile, trova rifugio nei luoghi cari dell’infanzia, dove tutto sembra familiare è rassicurante -il profumo dei lillà e il viavai del lungomare, i sapori della cucina della nonna, lo sguardo tenero del nonno- e allo stesso tempo lontano, perduto nelle illusioni e nei sogni dell’adolescenza. Un senso insopportabile di perdita e di solitudine infinita accompagna la giovane fino al momento cruciale dell’incontro misteriosissimo in spiaggia con un individuo, un’esperienza incredibile che la turba profondamente, la scuote nell’intimità, come una forza segreta, una corrente sotterranea

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La curiosità la spinge in una libreria misteriosissima dove la accolgono personaggi evanescenti e sorprendenti, come Alice nella tana del Bianconiglio, si trova sospesa tra realtà e inconscio, lasciandosi andare alla lettura, perché ogni libro è un viaggio, un’avventura,un sogno, un rifugio. Vertigini e stordimento, mente vuota e una realtà da indagare, un bosco da esplorare

Arianna avanzava e le foglie crepitavano sotto le suole. Non si accorse subito del cambiamento, fu un tono su tono lento e cadenzato: dal rosso del fogliame, sul sentiero e sugli alberi, si passò all’arancio, poi al giallo, al verde e al blu, sino a permettere a tenui sfumature indaco di infiltrarsi ed ecco, all’improvviso, il terreno tingersi di un viola intenso e sfavillante. Poi il paesaggio mutò. Il viola, ora, stava nuovamente lasciando il posto all’indaco e infine al grigio. Gli alberi che costeggiavano il sentiero erano più scuri e meno perfetti lì, parevano una proiezione distorta del paradiso di colori e distensione che la attorniava. Arianna provò la netta sensazione di stare osservando lo schizzo di un artista, una tela su cui strisciava la fredda traccia di una matita, in attesa di calde pennellate. Mosse un passo, uno solo, e avvertì la punta delle ballerine cozzare contro un ostacolo. 

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«L’erede ha intravisto qualcosa oltre il confine.»

Non a caso la protagonista ha come nome Arianna, ed è la memoria il filo rosso di questa storia. I ricordi sono la chiave di ogni mistero, il passato è la chiave di volta del futuro. Più che un filo rosso, direi indaco…il colore della meditazione, della comprensione. Ciò che servirà alla nostra protagonista, che dovrà guardare con occhio critico la realtà che la circonda, per comprendere 

«Mi trovo in un paese deserto, con un orologio fermo da chissà quando e gli unici abitanti sembrano essere vecchiette allampanate e uomini misteriosi. Non ricordo nulla di questo posto, come non riconosco l’abito che indosso e la casa in cui vivo, riesco solo a pensare a quel dannato bosco e ai miei capelli che cambiano colore! Questo, lei lo definirebbe ‘bene’?» 

Le risposte le sono negate, da un personaggio magnetico, Teksar, che si insinua nelle pieghe più nascoste della sua psiche, fruga nella mente e rovista tra i pensieri finché Arianna non decide di affrontare il dedalo dei ricordi e superare il timore, oltrepassare la barriera della conoscenza, attraversare il limite.

Qui troverà giovani guerrieri, menti brillanti, spiriti indomiti. Custodi di segreti che non possono rivelare. Guardiani che sembrano aspettare solo lei. La determinata Rania, Adrian, tutto pettorali e occhiali a specchio, il goloso Nadir, l’anima del gruppo, la studiosa del gruppo Inara, giunonica e dagli occhi smeraldo, ed infine il tenebroso magnetico Dainar.

Ricordi, emozioni, sortilegi, incantesimi. Tutte manifestazioni di un potere,quello della mente  

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Difficile comprendere dove inizi la realtà, dove la consapevolezza. Indizi sparsi, frammenti di verità, riproducono un macchinoso e affascinante disegno, un progetto inquietante accarezzato da anni, in segreto, da una presenza oscura e potente. Il ritorno a Viserbella sembra quasi un sogno, un salto in una dimensione estranea. Una trappola architettata con perizia e incredibile maestria, affinché ogni elemento, ogni aspetto, ogni fatto le proponesse una verità accettabile, credibile. Per farle dimenticare il passato. Per accontentarsi di un presente ambiguo ma in parte rassicurante. 

«C’è una cosa che non capisco. Perché qui? Perché noi?» Arianna non lasciò a Rania il tempo di rispondere: «Okay, siamo degli orfani e, forse, la curiosità mi ha spinto ad avvicinarmi a quel libro e a cercare la libreria. Probabilmente, voi avete fatto lo stesso, ma…» 

«Tu ci hai protetto, Arianna, è questo il tuo dono.» 

Stordita ed affascinata, sente il richiamo irresistibile della conoscenza, la forza della curiosità, il desiderio umano di sapere. C’è una leggenda che ancora serpeggia nella terra del sole e della sabbia, legata all’Ankh…ci sono frammenti di ricordi, flashback improvvisi, risate e corse nel parco, scherzi e pomeriggi di giochi, i primi turbamenti e la spensieratezza. L’amicizia. Amicizia tra sua madre e una donna, la preoccupazione dei genitori di questa comitiva sospesa nello spazio e nel tempo, in un limbo misterioso, la partenza improvvisa per Firenze, l’addio agli amici d’infanzia e un’emozione forte, fortissima

Arianna si sottrasse all’abbraccio: «Mi ricordo di te» sussurrò e quelle parole li precipitarono in un silenzio inframmezzato solo dal tremolio della fiamma della candela, ormai ridotta a un minuscolo moccolo. Un sospiro, forse due… e la fiamma morì. Arianna e Dainar rimasero immobili, seduti sullo scomodo giaciglio, a guardarsi occhi negli occhi nella penombra creata dalla torcia all’ingresso. Lì, in quella capanna angusta, si ritrovarono; alle spalle, gli anni di giochi, di rincorse, di lievi tremiti del cuore e, davanti, due anime assetate e dipendenti l’una dall’altra. Le labbra di Arianna s’incurvarono in un lieve sorriso mentre la mano si allungava a sfiorare la bocca di Dainar, sotto i polpastrelli la avvertì schiudersi: una lusinga di velluto tra le dita. Lui la attirò a sé con un movimento sicuro, deciso: la mano che premeva sulla schiena, attraverso la stoffa della t-shirt, e l’altra che s’insinuava tra i boccoli, sino a cullarle la nuca nel palmo. Una leggera pressione e Arianna si ritrovò a sfiorare quelle labbra misteriose in una lenta carezza di respiri. Le bocche si sondarono anelando a un incontro più intimo, più profondo e le lingue si sfiorarono, varcando le porte del fiato. Arianna era preda dei sensi; in lei un bisogno spasmodico di stringere Dainar sino a distinguere ogni centimetro del suo torace mentre le dita affondavano tra i corti capelli setosi. La delizia di quell’incontro le saccheggiava cuore e mente, rendendola incapace di ritrovare la lucidità, annientata da quel bacio che aspettava da tanto, troppo tempo. Gli anni trascorsi nell’assenza ridotti a un ricordo sbiadito, le bocche e i corpi fusi in un’unica ombra che si proiettava sulle pareti della capanna. 

I sensi. Il sesto senso, l’intuizione, la fede. La fede che non è altro che “conoscenza del cuore che oltrepassa il potere della dimostrazione” come ricorda giustamente l’autrice, citando il poeta e filosofo libanese Kahlil Gibran. Un riferimento perfetto, perché anche in questo romanzo possiamo avvertire quell’atmosfera di sincretismo, di misticismo. L’esistenza dell’uomo è tempo a disposizione per ricomporre la frattura esistente tra cielo e terra, per fondere in armonia bene e male, perfezione e imperfezione, facendo convivere vane aspirazioni e grandi passioni per manifestare nella coincidenza degli opposti saggezza, perfezione e felicità. Passato e futuro si riannodano nelle maglie del destino per un Nuovo Ciclo, una nuova era. Così parla Gibran, così narra l’autrice. Ci offrono immagini, attingendo ad un mondo simbolico dagli innumerevoli significati e rimandi culturali, tra oriente e occidente, sempre cari al nostro patrimonio culturale.

In questo mondo fittizio, quando cade questa sorta di velo di Maya, tornano i ricordi, dell’infanzia trascorsa a Viserbella, della scuola e degli amici, del suo compagno di giochi, suo migliore amico, del giovane che le aveva rubato il cuore, il suo principe azzurro. L’adolescenza inquieta, circondata da un alone di reticenza, il rientro a Viserbella dopo la morte della madre e quel libro sulla spiaggia. Quel misterioso volume sigillato, dal profumo di giglio, che custodisce una favola antica forse non proprio sconosciuta…

Non riuscì a riconoscerne il timbro ma era vagamente femminile, carezzevole e nostalgico. Si ritrovò con le lacrime agli occhi, stretta tra le braccia di Teksar. 

«Sei tu l’erede. Sei tu la nostra guida» le sussurrò. 

Lei si sciolse dalla stretta incontrando i suoi occhi azzurri, occhi in cui la sincerità galleggiava limpida. «Mi sei mancato.» 

«Anche tu» ammise. 

Un’esplosione di ricordi, una diaspora di amici e di oggetti incantati dal potere immenso. Colpe dei genitori che ricadono sui figli, un’eredità che sembra una condanna. E poi il sospetto di un tradimento, per amore? Un amore impossibile?

Simboli, magia, miti, leggende e rituali, l’incantesimo più grande sarà comunque l’amore, il sacrificio d’amore. La consapevolezza di se stessi grazie al sentimento, così fanciullezza e maturità si rincorrono come nei passaggi di un “libro specchio”, il bosco attraversato da Arianna è una metafora di questo percorso di vita. Dal verde del Rio Negro in Amazzonia al cristallino Mar dei Caraibi, dalle atmosfere gotiche della Romania con una fortezza custodita da un’ infelicissima principessa, al sole abbacinante di un atollo delle Maldive che ospita una Imam sorprendente, un viaggio convulso e una ricerca spasmodica: all’alba su una spiaggia venezuelana, poi a Catatea Poenari, Maldive, Città del Capo e Londra. Per tornare a casa. Ritrovare se stessa.

Strano, come ci si abitui al profumo di una casa, come il nostro cervello elabori ricordi legati a una particolare essenza. Siamo convinti che basti tornare in quel luogo, odorarne l’aroma intrappolato tra le mura e, come per magia, le sensazioni rassicuranti del passato busseranno per scaldarci il cuore. La verità, invece, è che sono le persone che lo hanno abitato a renderlo prezioso; senza l’eco della loro presenza, si trasforma in una scatola che graffia il cuore e accresce la malinconia.

O sulla piana di Ghiza…perché spesso la fine coincide con il principio. 

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Prosa fortemente evocativa ed elegante, curatissisma, ricca e mai ridondante. Sempre in perfetto equilibrio tra la rappresentazione e la riproduzione della realtà, con continui rimandi al contesto, all’agire dei personaggi. Espedienti che ancorano all’ambiente i protagonisti, così che anche in una dimensione surreale le figure prendono vita ed agiscono nello spazio e nel tempo, vivono la storia. C’è sempre un piccolo particolare sensoriale a ridestare il lettore dal volo dell’immaginazione e a rafforzare l’immedesimazione (un calcio ad un sasso, la sensazione del calore sulla pelle, il lieve mormorio del mare, un fruscio nel bosco, la copertina ruvida di un libro, il crepitio del fuoco o il profumo della farina). Ambientazione suggestiva, forse l’aspetto più sorprendente, ci sono accenni, colori, suoni e piccoli particolari preziosissimi. Ricchissimo di riferimenti, prezioso, riferimenti eruditi che non appesantiscono mai il ritmo narrativo ma donano sfumature sempre nuove alla trama originale e affascinante. Un incredibile talento evocativo, la cifra stilistica dell’autrice che ha la maturità per concedersi il lusso della versatilità, spaziando nei diversi generi perfettamente a suo agio, senza smarrire la sua identità. 

Personaggi affascinanti, dalla caratterizzazione lieve ma puntuale, incisiva e funzionale allo svolgersi della storia, mai superflua. Il lessico sempre ricercato ma senza manierismi, in questo romanzo particolarmente pittorico, ricco di immagini splendide e vibranti. Un doveroso accenno all’espediente tecnico di una forma di narrativa metatestuale molto ambiziosa ma affrontata con grazia. E una indiscutibile passione nei confronti dei classici. L’autrice ha una sensibilità davvero ROMANTICA, nell’accezione più autentica del termine: passione e sentimento. “Sente” le emozioni in modo così profondo che le basta un’immagine per evocare il sentimento, poche parole -scelte con cura- e il lettore è coinvolto. Si conferma questa sua caratteristica: la grazia. Un talento evocativo notevole, una cura quasi maniacale dei particolari, la devozione nei confronti del testo in tutti i passaggi creativi, dalla creazione all’elaborazione, alla resa. Grazia e sensibilità contraddistinguono le sue pagine, lasciando parole e immagini piene di sentimento e passione.

Un fantasy da sogno.

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BIOGRAFIA AUTRICE: Linda Bertasi nasce nel 1978.

Nel 2010 esordisce con il romance “Destino di un amore”, cui fa seguito il paranormal-romance “Il rifugio – Un amore senza tempo” che le vale il secondo premio al concorso letterario “Valle Senio” 2012. Nel 2013 pubblica il romanzo storico sentimentale “Il profumo del sud” che le vale la qualifica di Autore Commendevole al Premio Letterario Europeo “Massa” e nel 2015 pubblica con Delos Digital il romance storico erotico“Il silenzio del peccato”.

Collabora con magazine, web-magazine, lit-blog e case editrici.

È una delle fondatrici del gruppo “Io leggo il romanzo storico” ed è socia ordinaria EWWA.

Sposata e con una figlia, vive nella provincia di Ferrara dove gestisce una piccola realtà commerciale.

Per contattarla: bertasilinda@gmail.com Blog ufficiale: http://lindabertasi.blogspot.it/