Salve Harem, il libro di cui vi parlo oggi è Play Boy, quarto libro autoconclusivo della serie The Storm di Samantha Towle. Venite a scoprire cosa ne penso.

Titolo: Play Boy

Autrice: Samantha Towle

Editore: Newton Compton

Data di pubblicazione: 3 agosto 2020

Serie: The Storm #4

 

 

La serie:

1) The Bad Boy

2) The Wild Boy

3) The Lover Boy

3.5) Perfetto con troppi difetti

4) Play Boy

 

Recensione

Come spesso accade, i figli delle rock star sentono più di altri il peso del successo dei loro padri, e sono perennemente divisi tra il desiderio di arrivare ai loro livelli e la paura di essere continuamente paragonati a delle icone irraggiungibili. Storm Slate è il figlio del compianto Johnny Creed, una leggenda del rock, morto prematuramente quando Storm non era ancora nato.

Storm non l’ha mai conosciuto, ma è stato cresciuto e amato da Jake e Trudie che hanno cercato di fargli vivere-senza riuscirci-una vita sana e lontana dagli eccessi. Tuttavia, il ragazzo ha preso dal padre biologico non solo il talento musicale, ma anche la sregolatezza. Fuma, beve e ha rapporti occasionali con le sue groupies. È un’anima inquieta alla continua ricerca delle sue radici, di un senso di appartenenza, di pace.

La verità però è che sono… stanco.

Niente di tutto ciò mi rende più felice.

Solo la musica.

Ma anche questo piacere è offuscato dalla costante pressione che avverto, dal fatto di dover fare i conti con il fantasma di un uomo che non ho mai conosciuto.

Dovrei trovare qualcosa che mi renda nuovamente felice.

Ovunque, o qualunque cosa sia.

 

Una rivelazione inaspettata fa crollare le poche certezze che ha, spingendolo a scappare via da Los Angeles senza una meta. Ma qualcosa va storto e la sua fuga termina a Lake Havasu, un paesello di poche anime dove il tempo sembra essersi fermato agli anni Ottanta, almeno dal punto di vista musicale. In questo posto, la rockstar in incognito viene accolta da Stevie, una giovane ragazza con gusti musicali retrò che non ha la più pallida idea di chi sia Storm.

Nel giro di pochi giorni, Storm rinasce grazie a questa ragazza esuberante, fuori di testa e totalmente diversa dalle groupies che si arrendono al suo fascino con un semplice schiocco di dita.

Non c’è alcuna falsità in Stevie. È davvero come appare. Alcune donne pensano che noi uomini preferiamo tante belle fantasie, ma quello che vogliamo è la semplice realtà.

Una donna vera e sincera.

E Stevie è vera. È eccentrica. È divertente. È una straordinaria boccata d’aria fresca.

 

Stevie lo fa ridere, è dolce e disinteressata ai suoi soldi. Ama l’uomo e non la rockstar.

Non so quando è successo o com’è successo. Tutto quello che so è che voglio di più da lei. Voglio tutto di lei. Non voglio solo una notte con Stevie. Voglio tutte le sue notti.

La passione tra di loro è fulminea, e a entrambi bastano pochi giorni per capire di essere fatti l’una per l’altra. Insieme vivono momenti preziosi che custodiranno per sempre nel loro cuore. Tuttavia, sia Storm che Stevie sono consapevoli che pur amandosi, la loro storia ha una data di scadenza. Presto la loro bolla di beatitudine scoppierà e ognuno tornerà a vivere la propria vita come se niente fosse. Ma sarà davvero così?

In questo volume Samantha Towle ci presenta Storm, il chitarrista degli Slater Raze, nonché figlio del leggendario Johnny Creed. Dalla lettura delle prime pagine, la storia di Storm prometteva bene, perché lui incarnava la rockstar bella e dannata. Tuttavia, dopo l’incontro con Stevie, il racconto degli avvenimenti diventa frettoloso, superficiale e inverosimile. La storia d’amore tra Storm e Stevie brucia tutte le tappe, sviluppandosi nel giro di qualche giorno. Mentre leggevo mi chiedevo come fosse possibile che un uomo che fino al giorno prima si drogava e cambiava le donne come le mutande, fosse diventato di colpo tutto casa e chiesa. Per carità, tutto è possibile, ma non sarebbe stato meglio rendere la storia più plausibile allungando i tempi di frequentazione e conoscenza?

C’era tanto materiale su cui lavorare, ma è come se l’autrice avesse voluto concentrarsi sulla parte romantica della storia, tralasciando aspetti importanti come la disperazione del ragazzo per non aver conosciuto suo padre, la sua lotta contro la solitudine, la mancanza di radici. I personaggi sono piatti, statici e totalmente privi di contenuti. Stevie è la ragazza pazzerella, una moderna Cenerentola che vede cambiare la sua vita da un giorno all’altro e di conseguenza Storm è il Principe azzurro a cui l’autrice fa pronunciare solo parole romantiche, tutte quelle che noi donne vorremmo sentirci dire. Non sono personaggi autentici, che vivono, soffrono e si rivelano attraverso le pagine. Non trasmettono alcun tipo di emozione, non comunicano nulla, ma sembrano recitare un copione visto e rivisto. Per tutti questi motivi Play Boy è stato una delusione. Mi sarei aspettata un libro più avvincente e coinvolgente, visto che in passato ho apprezzato lo stile di Samantha Towle, ma stavolta non è andata così. Come sempre, aspetto un vostro parere.

Alla prossima,

Vanilla

 

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