Pretty (Twist) Dive Bar  #2

  

Kylie Scott

Newton Compton

Dirty  (Dive Bar, #1)

Pretty (Twist Dive Bar, #2)

Chaser (Dive Bar, #3)

Joe era sicuro che suo fratello Eric avrebbe perso interesse nello stupido sito di incontri per cui si era entusiasmato. E che, come al solito, sarebbe toccato a lui occuparsi di sistemare le cose. E infatti, quando Eric gli chiede di cancellare l’account, Joe finisce per fare accesso con le sue credenziali intenzionato a togliersi al più presto di torno quella noiosa incombenza. Ma un messaggio cattura la sua attenzione…
Alex è divertente, gentile e sembra essere proprio il tipo di ragazza che non si incontra tutti i giorni. In un momento di debolezza Joe risponde alla sua email e tra loro inizia uno scambio di messaggi, che si trasforma ben presto in una vera e propria corrispondenza quotidiana.
Joe non avrebbe mai pensato di innamorarsi, ma a volte il destino ama stupirci con dei colpi di scena.

Si conferma l’impressione che abbiamo avuto da Dirty il primo volume di questa serie.

Ironico sexy con un ritmo narrativo molto alto. 

Sboccato -irriverente in modo allegro- originale per la naturalezza e il realismo con cui tratteggia le relazioni umane: complesse, caotiche, generose, goffe e esaltanti.

Protagonisti imperfetti, insicuri e incerti, che fanno errori e sanno ridere di se stessi, sono pieni di timori e di qualche rimpianto. Eppure vogliono crederci. Vogliono sperare. Essere felici, o, almeno, provarci.

Ritorniamo nell’ atmosfera del Dive Bar, una seconda casa per i protagonisti di questa serie che Kylie Scott ha ideato come ideale prosecuzione dei volumi legati alla storia della band, e troviamo il gigante di Coeur D’Alene, Joe, il bartender dal cuore d’oro, che riceve una visita inaspettata destinata a sconvolgergli la vita e a metter un po’ di scompiglio tra tutti i membri di questa famiglia allargata…

Inaspettatamente non troviamo il misterioso, sexy rubacuori (ed eterno Peter Pan) Eric ma il fratellone giudizioso e dal cuore grande, non meno affascinante. Eric avrà ampio margine e spazio in questa fase difficile della sua vita ma questo è il momento di Joe, il fratello che è il classico fratello maggiore del figliol prodigo: responsabile, affidabile, gentile e sensibile.

Joe Collins e Alex Parks sono i protagonisti di una vera storia d’amore, nel senso di una storia di passione e sentimento verosimile, tra esseri umani affascinanti con le loro imperfezioni e debolezze.

Come già ci ha abituato questa autrice, Joe e Alex sono divertenti e adorabili con le loro imperfezioni e con le loro vulnerabilità, perché le loro insicurezze ci raccontano cosa vuol dire aver paura di amare e sentirsi fragili. Una storia finalmente che non nasce con un colpo di fulmine improvviso da insta love tra maschio alfa e eroina strafiga.

Una adorabile grafica, Alex, ha paura di ogni coinvolgimento emotivo e non vuole investire nei rapporti personali perciò preferisce chattare su un sito di appuntamenti online dove ha conosciuto il meraviglioso Eric Collins, con cui ha stretto una fitta corrispondenza per tanti mesi fino a innamorarsene platonicamente e a decidere, su consiglio della sua straordinaria migliore amica, di saltare su un aereo e volare in Idoha per conoscerlo

Attento, bellissimo uomo sexy di internet: sono arrivata. Sì, il destino, sotto forma di me medesima e di un volo di andata e ritorno, era atterrato a Coeur d’Alene, Idaho settentrionale.

Il mondo esterno mi terrorizzava, ma Eric Collins era troppo importante…
«Eric, sono io. Alex». Niente. Niente di uno stracazzo di niente. Ci guardavano tutti con espressione sbalordita. Sopracciglia inarcate e sorrisi esitanti e tutto il resto. Dio. Erano mesi che fantasticavo su quel momento. E non avevo mai immaginato che potesse accadere una cosa del genere. Qualsiasi cosa stesse accadendo.

Purtroppo anche in questo caso Eric il volubile ha commesso un’ imprudenza, lasciando al fratello Joe l’ingrato compito di risolvere uno dei suoi incredibili casini… Joe tuttavia è in un momento estremamente delicato della sua vita, segnato dalla solitudine e dall’ incertezza, tanto da non poter rinunciare alla presenza -seppur virtuale – di Alex.

«No, invece». Guardai truce quello che decisamente non era il mio tipo. Suo fratello? Sì. Ma lui? Nossignore. «Conosco Eric, non te». Bigfoot sospirò.
Mi hai fatto credere di essere qualcun altro. A te sembra una prova di “amicizia”? Prenditela con la tua insicurezza, il tuo senso di solitudine, la rivalità tra fratelli o quello che è. Non mi importa. Ma hai scelto tu di farlo, non io. Tu. Fine della storia». E dicevo sul serio. Mi allontanai di gran carriera e lo lasciai lì, con una faccia nera come la tempesta. Il gioco di parole è volontario. I ragazzi in stile taglialegna erano i peggiori. Le barbe non mi erano mai piaciute. Al massimo mi stavano indifferenti. In quel momento, però, cominciai a disprezzarle davvero. Orribili cornici pelose per labbra bugiarde e lingue biforcute, ecco cos’erano. Schifosi bastardi baffuti. Che bruciassero tutti in un incendio…
Qualcuno aveva chiamato Thor…
Buffo; sin da quando, a sei anni, avevo fatto sposare una dozzina di volte Barbie Malibu e Ken in smoking avevo creduto che l’uomo dei sogni fosse quello con la pettinatura figa, gli abiti eleganti e il bel viso. Perfezione di plastica. Ci saremmo adorati, io e il mio uomo, saremmo stati sinceri al cento percento. E con lui mi sarei sentita al sicuro e libera di dire qualsiasi cosa, di essere me stessa senza avere paura di… be’, di tutto, in pratica…
Joe era l’opposto di Ken: lunghi ricci biondi annodati, la barba, gli scarponi marroni, i jeans consumati con un buco su un ginocchio e la maglietta verde sbiadita. Ken in smoking avrebbe avuto un infarto. A essere sincera, nemmeno io avevo molto in comune con Barbie…

Una storia che evolve piano piano, con un paradosso iniziale stimolante ed interessante. Sono due persone che si conoscono perfettamente nell’intimo ma che devono scoprire piano piano la loro fisicità e arrendersi all’attrazione, ai brividi e alla pelle, abbandonandosi alla parte erotica e carnale dei sensi

Faceva parte delle mie cattive abitudini anche il modo selvaggio in cui stavo inalando il rampante sex appeal virile di Joe.
Avevo delle scuse sulla punta della lingua. Volevo chiedergli perdono perché ero già incasinata molto prima che mi incontrasse; però gli avevo rivelato fin troppo. Avevo messo la mia anima a nudo, e in pochi l’avevano vista così. Era ora di fermarmi e non dire più niente. Era ora di scappare a nascondersi.
«Interessante». Appoggiai un fianco alla porta. «Tu cerchi di compiacere la gente, io voglio solo evitarla». Occhi scuri mi studiavano con attenzione.

Joe che è umano, umanissimo, è il bravo ragazzo giudizioso, il lavoratore e il sognatore, quello che mette a posto i disastri del fratello fin da quando sono piccoli e che ha un animo romantico e soffre di questo momento così concitato e convulso per le dinamiche interellazionali degli amici, di questa famiglia allargata e anche della sua… Proprio per questo ha cercato lontano, nella rete, conforto e evasione. Come spesso accade si è sentito più compreso da un’estranea che dai suoi veri amici nel momento di massimo sconforto, scoprendo con stupore che spesso due solitudini sanno parlarsi

Magnifico, in quel momento il suo fascino mi rendeva stupida. Più stupida. Oh, insomma. E avevo anche la sensazione che gli alcolici mi incoraggiassero a rendere più elastiche le regole della nostra amicizia. Ah, l’alcol. Estremo lubrificante sociale che porta a decisioni sospette.
Girandosi, guardò verso di me e mi rivolse un rapido sorriso…la sua bellezza virile mi piaceva sempre di più. Ridefiniva, o meglio ampliava i miei soliti limiti. Forse il fascino di certe persone veniva da dentro. Era un bene. Seducevano con i loro modi e le parole, invece che con l’aspetto fisico…
«Cominci a fidarti di me, Alex, ne sono convinto». «Forse sei solo molto bravo a consolare e coccolare». «Oh, non voglio altro che il tuo piacere». Mi afferrò per i capelli e mi tenne ferma per un assalto sul mio collo. Sentii altri brividi lungo la spina dorsale. «Pensavo che avessi smesso di accontentare la gente». «Se tu sei felice, lo sono anch’io». 
Joe ed Alex sono perfetti l’una per l’altro, sono fantastici nelle loro incertezze e nel timore con cui si avvicinano, cercando di non perdere quello che hanno conquistato, qualcosa di davvero prezioso: la vera complicità, la connessione più profonda. La natura in parte goffa e maldestra dei loro sentimenti ha qualcosa di realistico e di originale, che rende veramente bella la storia.

Joe Collins è un bravo ragazzo, sexy e responsabile, un gran lavoratore dolce e rispettoso pronto a ricordarci che non bisogna sempre cercare il bad boy ma che il lato dirty e accattivante c’è anche nei bravi ragazzi, quello che fa venire non semplici farfalle ma pterodattili nello stomaco

Affondò le dita tra i miei capelli, tenendomi ferma dove voleva. Mi aveva ipnotizzata. Non sarei riuscita a distogliere lo sguardo da lui nemmeno provandoci.
Joe, quello che fino a pochissimo tempo prima era semplicemente un amico, si era rivelato un cazzo di dio del sesso. Era troppo.
Porca puttana, stavamo complicando le cose. Eravamo fuori controllo.

Ci ricorda inoltre che ci sono lati oscuri anche nelle persone più solari e più equilibrate, così come Alex ci rammenta come le donne debbano combattere le proprie fragilità e i propri timori giorno dopo giorno.

E come ci anticipa il titolo riferendosi a questa situazione di paradosso e di improvviso cambiamento, ogni imprevisto può diventare una chance, un’ opportunità

«Posso capirlo». Quel tono non mi convinceva per niente. «Adesso, però, cosa provi?» «Sentimenti contrastanti. E tu per me?» «Cazzo se sono confuso». Mi scappò una risata. «Alex, mentre tu facevi il tuo lavoretto edile qui, ho riflettuto un po’ sui nostri problemi». «E?»
«E… penso che dovremmo scambiarceli». «Cosa?». L’improvviso cambio di argomento mi prese in contropiede. «Io dico di sì a troppe persone, ma tu fai il contrario e finisci per trovarti da sola e perderti tutto nella vita». Lo guardai in faccia. «Sono anche al sicuro da tutto. Non dimenticarlo». «Ah, sì? Il problema è che quella sicurezza è una cazzata, Alex».
Che ne dici?» «Cioè, facciamo a turno a sfidarci a dire di sì o di no?» «Questa è l’idea». Porca puttana, faceva sul serio. Serio come la morte. Potevo farcela? Ne avrei avuto il coraggio?
Dopotutto, era come mettersi nelle sue mani; ma, pensandoci, anche lui si metteva nelle mie. Era troppo facile sbagliare e ferirlo, incasinargli la vita.
Mi incuriosiva, questo sì. Lui, ciò che potevamo fare insieme, la sua vita, tutto. In fondo in fondo, da qualche parte nelle viscere della mia anima, se fossi tornata a casa troppo presto, prima di aver capito cosa forse stava nascendo fra noi, me ne sarei pentita. Sempre che ci fosse veramente qualcosa. Come potevo saperlo?
Coeur d’Alene mi stava dando una bella lezione sulla mia stupidità.

Soprattutto quando prima per sfida, poi per un colpo di coda del destino – amaro e spietato – si capovolge tutto.

Ci sarà spazio anche per le vicende dello staff (innanzitutto per la struggente coppia Nell e Pat e per i travolgenti Vaughan e Lydia) e ampio spazio sarà dato anche al sornione irriverente Eric, pronto a caricarsi di mistero e complessità. Aspettiamo il prossimo romanzo in cui sicuramente troverà la donna giusta, nel momento di una vera lezione di vita, quella che lo farà crescere.

La Scott riesce a scrivere storie d’amore vicinissime a noi, ci fa sospirare ed emozionare come se ascoltassimo le vicende sentimentali di una nostra amica, con partecipazione e coinvolgimento, sono le storie d’amore di tutti giorni. Meravigliosamente normali.

Joe e Alex, impacciati e un po’ timidi, sono adorabili perché piano piano la confidenza e la complicità li porta ad esprimere la vera natura forte e incredibilmente sensuale del loro legame, la passione è calda (la Scott sa come incendiare le pagine) e la componente erotica è veramente spiccata. Ma sensata, vera.

Una storia d’amore tenera, dolce e divertente, terribilmente vera. Con una protagonista imperfetta che sa essere autoironica e prova a sfruttare le proprie debolezze facendole diventare dei punti di forza, con un protagonista che pur essendo un bravo ragazzo è sfacciatamente sexy e hot.

Lo amavo e lo odiavo e in realtà lo conoscevo da troppo poco tempo per entrambi i sentimenti. Eppure, ero sua. Quella era una verità incontestabile. Ero sua, che mi volesse o no.

Avevo infranto tutte le mie regole per Joe Collins, una per una. Persino il mio cuore cominciava a mostrare le sue crepe.

Prosegue la mia personale crociata sulla violenza ai testi originali. Perché cambiare titolo??

Come già capitato (cfr nella serie della Crownover The Point con Dignity) cambiare il titolo in modo arbitrario e fuorviante spesso equivale a tradire il significato più profondo del romanzo. Si rischia di smarrire l’ identità della storia (potrei citare come esempio nobile la vicenda di travaglio decennale della Einaudi alle prese con Salinger e Il giovane Holden). Compito di un traduttore è calarsi nel mondo narrativo dell’autore per farsi da tramite e rigenerare il testo, in modo fedele e onesto. 

Questa storia è TWIST. Perché la vita ha sempre il suo twist, l’amore è il twist del Destino.

Saffron

 

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