Salve, Dame! Ho letto per voi “Solo per una notte”, di Christina Lauren.
Volete sapere cosa ne penso?
E allora venite con me!
TITOLO Solo per una notte
“Josh and Hazel’s Guide to Not Dating”
AUTORE Christina Lauren
EDITORE Leggereditore
DATA DI PUBBLICAZIONE 05 giugno 2019
SINOSSI:
Non è affatto facile avere a che fare con Hazel Bradford, lei stessa ne è consapevole. Il caos domina la sua vita, non ha filtri e ha l’abitudine di dire e fare la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Al college, per esempio, aveva una cotta per Josh, un tipo solitario e tranquillo. Eppure, quando durante una festa ha finalmente l’occasione di rivolgergli la parola, riesce a rovinare tutto, vomitandogli sulle scarpe. Dieci anni dopo, il destino li fa incontrare di nuovo, ma Hazel non vuole più ripetere gli errori del passato, le basta diventare la migliore amica di Josh. È più che sicura che tra loro non potrà mai nascere nulla: del resto, lui sa bene che disastro lei sia! Una sera, per tirarlo su di morale dopo una delusione d’amore, da buona amica Hazel lo convince ad accettare un’uscita a quattro. Ma le cose non vanno come previsto…
RECENSIONE:
Prima di iniziare, ci sono alcune cose che dovreste sapere su di me: Sono povera e pigra: una pessima combinazione. Alle feste sono perennemente a disagio e nel tentativo di rilassarmi probabilmente finirò per bere fino a ritrovarmi senza maglietta. Di solito preferisco gli animali alle persone. Si può sempre contare sul fatto che dirò o farò la peggior cosa possibile in un momento delicato. Per farla breve, sono eccezionale nel rendermi ridicola.
Avete presente la sensazione di sconforto che si avverte quando state per completare un puzzle gigantesco e una folata di vento manda all’aria tutto il vostro lavoro?
Oppure quando ci si crede al sicuro dentro la propria automobile durante un acquazzone, sicuri di non beccare neanche una goccia di pioggia, ma un veicolo che vi sorpassa prende una pozzanghera gigantesca e vi inonda di acqua perché avevate il finestrino aperto?
Cosa provereste? Disagio? Nervosismo? Stupore? O un’insana unione di tutto ciò?
Hazel è questo per chiunque lei incontri nella sua vita. È una folata di vento, è una doccia di pioggia. È follia, è estro.
[…] quando incontro qualcuno che amo divento una piovra e avvolgo i miei tentacoli sempre più stretti attorno al suo cuore fino a che non possono più negare di amarmi allo stesso modo.
Hazel è amore, di quello vero e puro. Lei ama incondizionatamente, con il cuore sincero di un bambino. Disarmante nella sua purezza, lei si dà totalmente a chi viene afferrato dai suoi “tentacoli”. Così come avrebbe voluto fare al college con Josh, il suo amore a prima vista. Peccato, però, che oltre alla sua necessità di amare con tutta se stessa, Hazel abbia anche una forte propensione al disastro. Sbadata, irriverente, maldestra.
Il risultato di questa insolita commistione? Tutto si risolverà con un imbarazzante episodio durante un party di una confraternita, in cui Hazel darà il meglio di sé.
E Josh? Lui rimarrà il suo grande rimpianto adolescenziale, uno di quei ragazzi che ricordi sempre con un sospiro e che sogni ad occhi aperti, anche quando l’adolescenza è solo un ricordo lontano.
O, almeno, è quello che pensa Hazel finché il suo mondo non viene scosso da un terremoto devastante, una scossa che ha i capelli neri e gli occhi a mandorla, magnitudo livello Josh.
«Cosa succede qui?»
È una voce maschile che non riconosco, ed Emily risponde: «Stiamo solo parlando del fatto che le tette di Hazel sono meglio di quelle di tutte noi.»
Alzo lo sguardo dal mio drink per vedere se in effetti conosco la persona che in questo momento sta studiando il mio petto e…
Oh. Ohhh .
Occhi scuri si spalancano e distolgono rapidamente lo sguardo.
Una mascella scolpita si contrae.
Il mio stomaco si ribalta.
Carramba, che sorpresa!
Dopo anni, i loro occhi si incontrano di nuovo. Potrebbe andare meglio, “se” i caratteri fossero maturati, “se” le stranezze sifossero sopite, “se” Hazel non fosse più Hazel.
Pura utopia, credetemi.
Lei è consapevole di essere un personaggio atipico e a volte ingombrante, ma sa anche di non poter essere diversa; ha osservato sua mamma lottare per affermare la sua stramberia e lei, erede di cotanta stranezza, non ha nessuna voglia, nessuna intenzione di cambiare. Per nessuno.
«Ho sempre pensato di averti conosciuta durante una… fase.» Il suo sopracciglio sinistro disegna un arco elegante. «A quanto pare sei proprio così.»
«Penso di avere molto di cui scusarmi,» ammetto «ma non posso assicurare che non ti esaspererò in continuazione, quindi forse aspetterò qualche altro anno.»
Metà della sua bocca si piega in un sorriso.
«Posso dire senza alcun dubbio di non aver mai incontrato nessuno come te.»
«Nessuno di così infrequentabile?»
«Qualcosa del genere.»
Josh è rigore, è una coppetta piccola di gelato quando potresti prendere un cono Jumbo. In un mondo in cui la particolarità caratteriale viene tacciata di anormalità, lui è prassi.
Ricordate la storia del puzzle, all’inizio di questa recensione?
Bene: Hazel, come già avrete intuito, è il vento. E Josh? Joshviene spazzato via, tessera dopo tessera.
E mi guarda come se fossi un insetto affascinante.
Come uno scarabeo, non come una farfalla, e non è un problema perché ha già una farfalla e se ci pensi gli scarabei sono fantastici.
È una bella sensazione.
Sapete quali sono alcuni dei sinonimi di anormalità? Atipicità, eccezione, irregolarità, particolarità, singolarità. Non tutti hanno un’accezione negativa, vedete? E sapete perché? Perché la diversità è negli occhi di chi guarda. La diversità ci spaventa, ci fa irrigidire, a volte, proprio come succede a Josh quando Hazel piomba nella sua vita.
Confrontiamo l’eccezione con l’abitudine, almeno finché in noi non scatta qualcosa che ci fa capire che, alla fine dei conti, è solo un confronto a stabilire cosa sia più o meno consono e che nessuno dovrebbe erigersi a giudice. Nessuno dovrebbe sindacare cosa è lecito e cosa non lo è, perché diciamocelo: la vera realtà è quella del cuore, poco importa se si ha voglia di indossare stivali da pioggia sotto al cocente sole di agosto, o se ci viene una irrefrenabile voglia di ballare quando nessuno lo sta facendo. E la bellezza di tutto ciò, la vera gemma preziosa della personalità di qualcuno, è proprio la consapevolezza di poter essere chi si vuole, quando si vuole. Proprio come fa Hazel, spirito libero, unica nel suo essere speciale.
«Ma alla fine della fiera» […] «essere me stessa è abbastanza. Io sono abbastanza.»
Le Lauren ci fanno conoscere due personaggi agli antipodi, due caratteri che, in un’altra storia, non avrebbero avuto nulla a che spartire. La maestria delle autrici, invece, sfrutta proprio queste inconciliabilità, facendoli compensare l’uno con l’altra.
L’aspetto più piacevole del libro, a mio avviso, è la consapevolezza di Hazel, il suo non tornare mai indietro sui suoi passi. Sarebbe stato logico e facile inserire dei capitoli con un suo crollo, con un suo ravvedimento, con un suo adeguamento alla normalità che la società ci impone. Sono invece rimasta colpita per la totale assenza di questa quasi scontata conseguenza, arrivando ad amare ancora di più la nostra protagonista.
La sua tenacia nel rimanere fedele a se stessa è qualcosa di unico, merce rara in un’epoca in cui si farebbero patti col diavolo per emulare quelli che sono i canoni della bellezza di oggi, in cui ci sono persone che quasi guardano con malcelato stupore chi non si adegua ai diktat dettati dalle fashion blogger.
Nonostante il doppio Pov, la protagonista indiscussa, a mio parere, è proprio Hazel; tende le fila del discorso, ci accompagna nel suo mondo abbracciandoci coi suoi tentacoli e, a volte, rivolgendosi proprio a noi lettori, cosa che rende ancora più empatica la lettura.
Una storia molto carina, che scorre veloce e che, sono sicura, lascerà il segno anche in voi.
«Tu sei la mia persona»
[…]
«Mi piace essere la tua persona.»
Alla prossima,
Laura
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