Le onde giovani nascono e diventano subito vecchie, andando a finire il loro tempo sul bagnasciuga: vite brevi, tutte uguali, felici e tristi alla stessa maniera.

TITOLO: Una storia straordinaria
AUTORE: Diego Galdino
EDITORE: Leggereditore
DATA DI PUBBLICAZIONE: 30 gennaio 2020
COSTO: Kindle € 4,99 – Copertina rigida € 9,40

Tatto. Udito. Olfatto. Gusto. Vista. Cinque sensi, spesso scontati nel loro utilizzo.
Luca e Silvia, due anime normali, due vite vissute nella più monotona quotidianità, che si accarezzano, che si sbirciano, che si annusano, ma che non si incontrano mai.
Il destino, a volte, sa essere beffardo, ma di una cosa sono sicura: è sincero e, di sicuro, mantiene le promesse.

SINOSSI:

Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell’altro senza riconoscersi, fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un’altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Tuttavia, due anni dopo, la loro grande passione, il cinema, li fa incontrare per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all’altra alla prima di un film d’amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall’ordinario.
Ma l’amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farle rialzare e camminare insieme? Un’intensa e romantica storia d’amore attraverso i cinque sensi, il cinema e una Roma piena di fascino e magia che rendono questa storia straordinaria


RECENSIONE:

L’unico modo per lasciarsi alle spalle le proprie paure è arrivare primi.”

Nella vita, mai nulla si può dare per scontato. Può esserci un sole splendente e, in pochi minuti, potrebbe arrivare un temporale in grado di cambiare ogni prospettiva.

Questo è quello che succede a Luca e Silvia. Due ragazzi normali che ascoltano, odorano, gustano, toccano, vedono la loro vita. Corrono attraverso le strade di Roma sfiorandosi senza toccarsi, incontrandosi senza guardarsi, concentrati sulle loro incombenze e sui propri affanni personali. Lavoro, famiglia, tutto ha la propria posizione nella scala delle priorità che, solitamente, si stila in base a quella che si pensa, e si spera, sarà l’esistenza da lì fino all’ultimo respiro. Ma se così non fosse? Se arrivasse un temporale o, ancor peggio, uno tsunami? Cosa accadrebbe?

“La vita a volte ti sorprende, cambiando in peggio o in meglio nel giro di pochi secondi, di attimi. E tu non puoi farci niente, sei testimone inerme di un cambiamento radicale che non ti è permesso scegliere, ma solo accettare. Tutto quello che fino a un attimo prima sembrava inattaccabile, fisso come una diapositiva proiettata su una parete, si vaporizzava al cospetto di una nuova ineluttabile realtà, che sostituisce le tue certezze, facendole scivolare via come granelli di sabbia da un pugno chiuso, e lasciare in cambio un vuoto improvviso d’aria.”

Quando la normalità si scombussola, si può reagire in diversi modi. Ci si può chiudere, si può far finta di nulla. Si po’ sprofondare. Si può lottare. Ed è questo che, con i propri tempi, fanno Luca e Silvia. L’uno diventato cieco e lei vittima di un’aggressione, cercheranno di ingoiare quanto accaduto, di digerirlo, di chiudere quel momento di buio e tristezza infinita in un cassetto. E sarà proprio in quel momento che il destino, finalmente, farà in modo che finalmente arrivino a toccarsi, annusarsi, viversi. Come se fossero l’uno il premio dell’altra, ricompensa per ciò che il fato ha fatto in passato.

“Ecco, tu per me sei come il furgoncino dei gelati, ti aspetto ogni giorno, facendo finta di dormire, convinta che prima o poi arriverai, perché so che se chiudessi gli occhi, rischierei di perderti…”

Un amore profondo descritto in maniera leggera, con mano delicata, come se non si volesse intaccare la forza del vissuto con il narrato. Un legame forte ancora prima di essere creato, meraviglioso e unico.

“La cosa strana è che questa nostra immensa voglia di stare insieme è un po’ come il segno dell’infinito che parte da te e arriva a me, per ripartire da me e tornare a te…”

Un amore che, in alcuni passaggi, sembra coinvolgere il tempo, lo spazio, persino le strade di Roma, prima spettatrice silente di questo forte e biunivoco legame di sensazioni.
Luca e Silvia si vivono in ogni via, in ogni spazio, in ogni situazione, raccontandoci la loro vita così com’è, speciale senza edulcorazioni, normale e per questo speciale.
In un mondo in cui si è sempre alla ricerca della sensazionalità, per una volta sono i sensi nudi e crudi a travolgerci, a prenderci per mano e a portarci lungo viali assolati per mangiare ciliegie o per assistere a partite di calcetto, chiacchierando dell’inutile e dell’essenziale.
Poesia data dalla quotidianità, dalla lotta interiore di due ragazzi che vogliono solo avere il loro spicchio di normalità.

I capitoli iniziali sono un vero vademecum nella sensorialità, che l’autore sfrutta con capacità disarmante per farci addentrare nella vita dei protagonisti, ma soprattutto nel loro rapporto con ciò che li circonda. Ciò che ho amato maggiormente di questa storia è stato proprio questo rimando continuo al tatto, udito, vista, gusto e olfatto, un percorso che si dipana in ogni pagina, a volte sottolineato e a volte da cogliere, ma sempre presente come un fil rouge da seguire e dipanare capitolo dopo capitolo. Il narratore esterno ci dà la possibilità di cogliere ogni aspetto della vita dei protagonisti e dei loro amici, dipinti alla perfezione e incastonati come gemme preziose, tocchi di colore dati con un pennello capace e consapevole.

Non lasciatevi sfuggire questa storia, speciale nella sua normalità. Concedetevi di sognare il quotidiano, di percepire la lotta, di sentire, gustare, udire, toccare, annusare.

“«Magari sei la compensazione positiva della cosa più brutta che mi sia capitata nella vita.»”

Alla prossima,

Laura

STORIA