UN’ANIMA CHE VIBRA
L. Frescura – M. Tomatis
Leggereditore
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SINOSSI
Domenica, Mimì, una diciasettenne romana che vive in una famiglia tutta al femminile composta dalla madre Caterina e dalla zia Diletta.
Tre donne, tre caratteri diversi che affronteranno a loro modo il trasferimento da Roma a Piandiperi un paesino di collina in cui saranno costrette ad andare a vivere perchè è lì che si è trasferita la fabbrica di lavatrici in cui lavorano come operaie Caterina, quasi laureata in ingegneria; e Diletta, cognata premurosa che cerca di dare una mano non solo economicamente.
A Piandiperi, paesino in cui, a dispetto del nome, non ci sono alberi di pere e non è in piano; dove l’amore si può incontrare correndo su di un carretto, e ha l’aspetto di un ragazzo medio-orientale di nome Gaetano; proprio qui Mimì troverà se stessa, e ritroverà il legame con sua madre Caterina.
Non sarà banale vivere in questo paesino, non sarà semplice quello che dovrà affrontare Mimì e che, fortunatamente, riuscirà a condividere con sua madre: una donna che si svelerà un po’ alla volta alla figlia, rendendo ancora più forte il legame che le unisce e che farà capire a Mimì tutti i sacrifici e le battaglie che Caterina ha dovuto affrontare da quando il marito le ha abbandonate per rifarsi una famiglia.
Tanti i personaggi che si incontrano in questo romanzo, e che danno, ognuno a loro modo, un contributo perchè questa storia sia estremamente sorprendente e imprevedibile come è la vita di ogni giorno.
Recensione
Sorpresa. É questa la prima parola dopo aver concluso questo libro.
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo non pensavo che fosse così…intenso, così sorprendente.
Si tratta di un romanzo young adult, che però affronta tematiche complesse ed estremamente attuali, tutto ovviamente visto e descritto con gli occhi di una ragazza di quasi diciotto anni: Domenica o meglio Mimì.
“…ciao sono Domenica, Mimì. Quella delle feste mancate. Sono un’anima cretina, ferita, disarmata. Ma tu mi piaci. Mi piaci tantissimo…”
Tutto il romanzo è narrato con il POV di Mimì, con tutte le contraddizioni che può avere una ragazza di quell’età, che vive in una famiglia tutta al femminile.
Tre donne, tre caratteri diversi, forti ed in divenire durante tutta la durata del romanzo.
Tre anime che, indubbiamente, vibrano per sentimenti diversi, per situazioni diverse, per cose non dette, per sensazioni taciute, ma comunque unite da un legame forte e vero che non tarda ad emergere nei momenti più duri.
Il personaggio più enigmatico e quello che più ho ammirato è di sicuro la figura della madre di Domenica: lei, donna forte e taciturna, che ha sacrificato la vita per una figlia che l’ha compresa tardi, ma per la quale è sempre stata un punto di riferimento. Una figura delicata, ma sicura e determinata, in grado di prendere sempre la decisione più giusta, anche se, a volte, la più difficile…
Domenica o Mimì, dualità nel nome e anche nel carattere, per un personaggio che si sta aprendo alla vita adulta in un paese che, come dice lei, “è sbagliato dalla A alla Z”: Piandiperi; paese in cui è costretta a trasferirsi, ma che tanto le darà e la farà maturare.
…”la via d’uscita” era a trecento chilometri da lì. A trecento chilometri dalla scuola, dalle amiche, dalle strade che conoscevo, dai muretti sul Tevere, dalle dolci serate d’estate fuori dai pub a guardare i turisti che si perdevano nei vicoli. E soprattutto a trecento chilometri da lui. No. Non potevo sopportarlo. Non potevo farcela
Lei, che si definisce “sbagliata da uno all’infinito” troverà qui l’amore: Gaetano, altro personaggio per nulla scontato, ma ricco di sfaccettature che potrebbe far cadere in stereotipi e luoghi comuni durante lo snodarsi del romanzo, ma che in realtà è una figura matura, che farà riflettere il lettore su tematiche estremamente attuali.
“…il bianco e nero elimina l’ansia delle sfumature dove potresti intravedere strade diverse. Invece quel giorno mi sembrava che ogni cosa fosse diventata grigia. Una nebbia fitta avvolta da altra nebbia…”
Il linguaggio usato è scorrevole, semplice e per nulla banale: la sensazione è veramente quella di parlare con una ragazza che racconta la sua vita ad un amico.
“…non sapevo cosa dire, come al solito mia madre mi spiazzava. Come al solito era lei a tenere il manico della padella…ma io l’avevo finalmente conosciuta davvero. Io l’avevo scoperta da poco, la mia mamma e non era possibile perderla, allora
L’impianto narrativo è un crescendo di emozioni, dove nulla è scontato, nulla è prevedibile, nemmeno il finale che, a mio avviso, è quello che il lettore non si aspetterebbe mai. Solo in questo modo, però, gli autori riescono a far vibrare completamente anche l’anima di chi legge.
…sentii rumore della serratura. Mi fermai nel corridoio, in attesa. Mamma rientrò in casa.
“Dimenticato il cellulare, mà?”
“No. Ho dimenticato di dirti che sei luminosa. Che mi piace come sei. Che l’amore ti fa bene. Che l’amore fa bene in generale. Che devi stare attenta a te.”
Rimasi immobile. Cinque frasi intere e tutte insieme. Mi soffiò un bacio e poi se ne andò. Da non credere….”
Di sicuro un romanzo da 5 stelline per la scelta narrativa, per come vengono affrontati temi forti e complessi, per la delicatezza dei sentimenti, per le descrizioni semplici, pulite, ma allo stesso tempo forti e definite.
5 stelline anche per i rapporti umani e i legami che si vengono a creare.
Bello, bello davvero!!!
Una lettura piacevole, scorrevole adatta ad un pubblico eterogeneo; di sicuro da consigliare.
Rachele