Tappa blog tour Never 2. Non perdermi.

Tutte le emozioni di Never

Never ci ha conquistato. Ci ha convinto, ci piace, tanto. Ancora non lo conoscete? Bisogna rimediare! Innanzitutto, permettetemi di riproporvi la nostra recensione di Never. Non amarmi.  Ed ora seguiteci in questa tappa del blog tour dedicato a Never. Non perdermi. Abbiamo nuovamente il privilegio di proporvi un approfondimento su questa serie in occasione dell’uscita del secondo ed ultimo volume della serie Never di Laura Kneidl grazie a Sperling&Kupfer.

Il punto di forza indiscutibile di Never sta nella credibilità e nella aderenza al reale, tanto da proporsi come una storia fresca e giovanile ma profondamente toccante, curatissima nella caratterizzazione dei personaggi e nella resa del loro sviluppo nello svolgersi della trama, così che crescono ed evolvono, maturano di apri passo con l’evolversi delle situazioni narrative. 

I personaggi sperimentano una gamma infinita di emozioni, nelle loro incredibili sfumature e complessità, a volte contraddittorietà, tra pudore ed eccitazione, vero merito di uno YA/NA.

Se c’è un aspetto particolarmente amato in questo genere è proprio la possibilità di rivivere la forza impetuosa dei sentimenti, il modo appassionato di vivere la vita, di morderla, con entusiasmo, gettandosi a capofitto nelle emozioni più brucianti che consumano, con un pizzico di incoscienza. E poi l’ illusione e la speranza, la volontà e la determinazione di osare e credere, credere comunque nell’impossibile

L’ incertezza incantevole del momento di passaggio, in piena età adulta ma con l’entusiasmo giovanile, quando c’ è tutta una vita davanti da costruire.

La scrittura accattivante, misurata e fresca della Kneidl riesce a restituire le emozioni.

L’esitazione di fronte ad un numero che fa battere il cuore con il cellulare in mano, il piacere che sorprende all’ingresso di una caffetteria, il silenzio assorto di una biblioteca, il calore di un abbraccio sotto le coperte, uno sguardo rubato nel caos di una festa che repentino sospende il tempo, il brivido di due mani che si sfiorano, l’ intimità di un gesto.

Questa autrice una originalità  notevole, perché è capace di realizzare storie di sentimento, di speranza e progettualità , di giovani esistenze pronte a scommettere tutto sul futuro con passione ed entusiasmo, senza tuttavia rinunciare ad una buona dose di pragmatismo sotterraneo. Questa aderenza concreta al reale conferisce dinamicità  alla trama e ritmo alla narrazione, nonché verosimiglianza alle situazioni dell’universo giovanile, innescando nel lettore empatia più profonda e rendendo la lettura piacevole, veloce, coinvolgente.

Never è altalenante, istintivo, forte, come le emozioni. Come i sentimenti dell’età  dei sogni e dei progetti,  talmente forti e impetuosi da dare un ritmo forsennato ai giorni, quello delle accelerazioni improvvise dai battiti del cuore, per mordere la vita, rincorrere i propri  sogni ostinatamente, graffiare il cielo strappare un po’ di felicità .

Amore, desiderio, speranza, fiducia e…paura.

La capacità di emozionare il lettore richiede innanzitutto tecnica ma anche sensibilità. 

Le emozioni sono importanti per uno scrittore perché sono la spinta sotterranea che fa procedere la trama, sono però fondamentali per un lettore, perché attraverso le emozioni il lettore può immedesimarsi.

Non leggiamo forse per provare emozioni?

Difficile mettere in scena le emozioni, le emozioni si possono descrivere, analizzare e perfino catalogare, ma noi chiediamo ad un romanzo di rappresentarle, renderle VERE. Devono essere sentite, vissute dai personaggi, nelle loro azioni più che nelle loro dichiarazioni.

L’emozione si deve sentire, si deve dedurre la sua presenza, da gesti, espressioni scelte e, infine, azioni.

Ammirazione, disgusto, ansia, nostalgia e desiderio. Sono solo alcune delle emozioni che noi esseri umani siamo in grado di provare. La nostra gamma emotiva è molto più ampia di quello che immaginiamo, va ben oltre la lista convenzionale che comprendeva solo 6 categorie di emozioni (felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, paura e disgusto),tanto da arricchire la complessità dell’universo emotivo: ammirazione, adorazione, apprezzamento estetico, divertimento, ansia, soggezione, imbarazzo, noia, calma, confusione, desiderio, disgusto, dolore empatico, estasi, invidia, eccitazione, paura, orrore, interessamento, gioia, nostalgia, amore, tristezza, soddisfazione, desiderio sessuale, simpatia, trionfo.

Uno spettro emotivo quasi del tutto analizzato e riprodotto in Never, in cui i personaggi riflettono davvero tutta la gamma emotiva del mondo umano.

La paura.

Abbiamo dedicato una tappa intera a questa emozione, una presenza costante nella vita della giovane protagonista de romanzo, una compagna odiosamente fedele della sua vita, quasi una coprotagonista o un’antagonista. 

Never di Laura Kneidl tappa Harem blog tour: paura… di amare

La felicità

Una conquista, lenta e faticosa, una emozione improvvisa, quasi una deflagrazione. Eppure spesso nascosta nei gesti più semplici, nella quotidianità

Dopo le ultime ore di tensione mi sembrò di non averlo mai visto così felice. Quando riuscì a calmarsi, mi abbracciò e mi strinse forte a sé. La sua risata mi riverberò nel petto. «Sei la migliore.»

Non potei fare a meno di sorridere a mia volta.

«Sul serio.» La sua stretta si allentò, ma non mi lasciò andare. Mi lanciò un’occhiata di fuoco.

Il battito del mio cuore accelerò e io fui assalita da una vampata di calore quando i suoi occhi grigi mi accarezzarono il viso.

«Sei…» Si bloccò, alla ricerca della parola giusta, che tuttavia gli sfuggiva. Poi si chinò su di me e mi baciò.

*****

Mi sdraiai sul materasso accanto a Luca e mi spostai finché le nostre braccia non si toccarono. Aveva la pelle appiccicosa di sudore, ma non mi dava fastidio. «Hai il telefono?» Luca annuì, lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni e me lo porse.
«È bloccato.»
Glielo mostrai e lui digitò il pin. «Che cosa vuoi fare?» «Secondo te?» Aprii la fotocamera e gli scivolai ancora più vicino, fino ad avere la testa accanto alla sua. Avevamo le facce arrossate per la fatica e i capelli appiccicati alla fronte. «Sorridi.» Pigiai il pulsante e visualizzai la foto. Luca sorri- deva sexy. Era molto eccitante, come dopo un allenamento intenso. E io… niente. «Ma come fai?»

«Talento naturale. Un’altra?»

La gelosia

Ahi, ahi… ci sarà ampio spazio per questa emozione. Consumerà entrambi, tra malintesi e rimpianti, distruttiva e bruciante ma anche fondamentale per raggiungere una nuova consapevolezza, per stringere un legame più saldo e profondo

L’atmosfera nella stanza precipitò da un momento all’altro e la quiete carica di aspettativa che aveva preceduto la mia domanda si trasformò in un silenzio teso. Il mio sguardo era posato sfacciatamente su Luca, che mi fissava a sua volta. 

«Vuoi sapere davvero la risposta?» chiese con voce inespressiva. 

Annuii, e in quell’istante riconobbi due emozioni nei suoi occhi: rimorso e dolore. Il silenzio mi gridò in faccia la risposta e mi domandai se anche gli altri l’avessero sentita. «Sì», disse infine Luca, confermando ciò che suoi occhi mi avevano già rivelato.
Lo stomaco mi si contrasse. La sensazione di calore all’addome, fino a un attimo prima piacevole, si trasformò in un bruciore che mi provocò un’ondata di nausea. Non era il genere di nausea che risale lentamente verso la gola: quella mi colpì come un pugno. Strinsi le labbra e trattenni il respiro, nella speranza di poter soffocare il malessere. 

Non servì a niente. 

Il rancore

L’intensità delle emozioni va di apri passo con il coinvolgimento dei protagonisti.

«Non devi fingere che per te sia normale stare qui.» 

«Non lo faccio mica», replicai, ma quelle parole suona- rono false anche alle mie orecchie. Continuavo a guardare fuori dalla finestra, per non dover vedere Luca perché non mi fidavo di me e delle mie emozioni confuse. Com’era possibile nutrire sentimenti tanto contrastanti per la stessa persona nel giro di pochi giorni? Dal desiderio alla delusione, dal disprezzo alla rabbia e all’odio, avevo provato di tutto e ogni emozione era accompagnata da un attaccamento quasi doloroso nella sua intensità. Ma io mi rifiutavo di riconoscere quel dolore come amore. 

«Io…» Luca si schiarì la voce e si passò ancora una volta la lingua sulle labbra. «Volevo scusarmi con te.» 

«Per che cosa?» chiesi, fissando una scheggia di legno che si era staccata dal davanzale. Anche senza alzare lo sguardo, avevo capito che lui si era avvicinato. Sentivo lo scricchiolio delle assi sotto i suoi piedi, avvertivo il suo calore. 

«Sage.» 

Sentire Luca pronunciare il mio nome mi fece rabbrividi- re e dovetti chiudere gli occhi per non perdere il controllo. L’ultima volta che lo avevo sentito chiamarmi in quel modo era nudo, a letto accanto a me, e tutto era stato perfetto. Era stato perfetto finché io non avevo distrutto ogni cosa. 

Deglutii a fatica. «Sì?»
«Guardami.»

Il trionfo

Eh sì. FINALMENTE. Sarà catartico, non aggiungiamo altro per non rovinare la lettura.

Mi fissò spietato, ma non distolsi gli occhi, sostenni il suo sguardo. Lottai. E non provai né paura né ansia per il futuro, bensì solo sollievo e gioia. Finalmente 

La rabbia

Volevo toccarlo. Ma lui si meritava una persona migliore di me. Che cosa avevo pensato mentre lo baciavo? Non avrei dovuto permettere che le cose arrivassero a quel punto, lo avrei dovuto allontanare da me finché avevo ancora un bri- ciolo di razionalità. Dovevo andarmene subito. Non potevo rischiare di dire o fare un’altra stupidaggine. 

Mi staccai dal tavolo e strinsi i pugni come per impedirmi di aggredirlo. Lanciando un’ultima occhiata al suo viso tormentato, me ne andai. Non sapendo dove dirigermi, mi rifugiai in bagno, chiusi la porta a chiave e mi ci appoggiai con la fronte. Avevo il respiro affannoso e chiusi gli occhi per riportare sotto controllo il turbinio di emozioni che mi si agitavano nel petto. Quando era diventato tutto così complicato? 

Rimasi immobile ad ascoltare il silenzio. 

*****

Luca aveva il respiro affannato. Si capiva che cercava di dominarsi. Aveva stretto i pugni e avvertivo con chiarezza il suo bisogno di colpire qualcosa, o qualcuno. Non avevo mai visto un’espressione così dura sul suo viso. 

La nostalgia

Il rimpianto e la tristezza del cosiddetto “dolore del ritorno” cioè della nostalgia di quel che era e non è più diventano uno stimolo continuo all’interno della storia, un innesco dei ricordi, uno stimolo al desiderio mai sopito

Lasciai cadere il cellulare sul materasso accanto a me, come se mi fossi scottata, e mi nascosi il viso tra le mani. L’idea che avessi perso anche lei, oltre a Luca, era intollerabile.

Non so quanto rimasi a piangere sotto la coperta e quante volte il telefono squillò, ma alla fine scivolai in un sonno inquieto dal quale mi sembrava di svegliarmi ogni cinque minuti per poi tornare prigioniera dei miei incubi… finché l’ennesimo trillo non mi riportò alla realtà. Afferrai il cellulare a tentoni, lo sguardo offuscato e le ciglia incollate dalle lacrime.

Luca.

Quelle quattro lettere mi fecero un effetto che non avevo mai provato prima. Balzai a sedere e mi stropicciai gli occhi per liberarli dal sonno, pronta a rispondere alla telefonata, ma poi guardai meglio e la speranza morì dentro di me. Cadde dal cielo come un uccello ferito a morte e rimbalzò ai miei piedi.

*****

«Non posso dormire nel tuo letto, e lo sai», dissi, preparandomi mentalmente all’obiezione di Luca.

Non ci fu. 

Per un momento mi convinsi che si fosse addormentato. Ma quando alzai gli occhi, i nostri sguardi si incrociarono. Il grigio delle sue iridi era più limpido di qualche minuto prima, e mentre il suo viso non mostrava alcuna emozione, i suoi occhi erano pieni di sentimenti troppo intensi per poter essere colti. Sentii che mi si formava un groppo in gola. 

«L’unica cosa che so, Sage, è che mi manchi.» 

L’odio

Radicato, profondo, alimentato. Ripugnanza e disgusto, distruttivo. Giusto.

Una parte di me si rendeva conto che avrei dovuto scappare, chiamare aiuto oppure dirgli in faccia tutte le cose che fino a quel momento avevo soltanto pensato. Ma il mio corpo non mi ubbidiva più. Non mi apparteneva più. Ero uno spirito ribelle intrappolato in una statua di ferro. 

«Mi fa piacere vederti», proseguì Alan, e il suo sorriso si fece più tenero. Ma non era il sorriso che un padre dovrebbe rivolgere alla figlia. «Mi sei mancata.» 

Tu no. 

Troppo umiliata per difendermi.
Troppo debole per vincere.
Troppo impaurita per provarci.
«Tu non sei contenta di vedermi?»
No. Quella parola mi rimase bloccata in gola, sentivo le lacrime pulsarmi in gola. Ero abituata a tratenermi in sua presenza, a restare in silenzio. 

La tenerezza

Il volto più dolce dell’amore, dell’amicizia. Il senso di protezione e comprensione, di vicinanza.

«Sage, calmati», mi interruppe Luca scostandomi dietro l’orecchio qualche ciocca di capelli che il vento mi aveva spet- tinato. Aveva le dita fredde, ma mi provocarono un’ondata di calore e indugiarono più a lungo del necessario sulla mia pelle; per un secondo credetti – no, sperai – che mi avrebbe accarezzato la guancia con il pollice, per asciugare le lacrime che non avevo ancora versato. Invece di colpo sembrò rendersi conto che mi stava toccando. Staccò rapido la mano e se la infilò nella tasca del giubbotto. 

Luca si massaggiò la fronte. Sembrava sfinito, come se quella donna gli avesse risucchiato tutte le energie e tutta la gioia di vivere. 

Gli posai una mano sull’avambraccio e gli accarezzai il tatuaggio con il pollice. La sua pelle era fredda sotto la punta delle mie dita, e avrei tanto voluto abbracciarlo. 

«Per tua informazione, lei si sbaglia. Non hai l’aria di un delinquente, e anche se non posso dirti che cosa porterà il futuro, finché ti piace quello che studi va tutto bene. Vedrai che troverai anche un lavoro.» 

Luca chinò la testa e sembrò trarre conforto dalla mia carezza. 

*****

April fece un sospiro che sembrava un «Ah, Sage» e mi colse di sorpresa prendendomi tra le braccia. Mi strinse a sé e mi baciò sui capelli.
Io mi abbandonai a quella piacevole sensazione, così in contrasto con la freddezza di Luca, e mi sentii salire un groppo in gola.

«Dovresti dormire», mi sussurrò all’orecchio. «Vedrai che domani tutto ti sembrerà migliore.»

Annuii. Non perché credessi alle sue parole, ma perché desideravo con tutta me stessa che avesse ragione.

L’ansia

Il volto nascosto della paura, quello che logora e paralizza.

…all’improvviso mi sembrò di essere rinchiusa in uno spazio angusto. Davanti agli occhi mi danzavano macchie nere e faticavo a respirare. Mi sentivo il petto oppresso e a ogni respiro affannoso la mia paura cresceva. E se fossi svenuta, incapace di difendermi da quell’ombra? 

No, non dovevo pensare così. L’attacco sarebbe sparito come era venuto e tutto sarebbe tornato a posto. Cercai di ricordare quello che la dottoressa Montry aveva detto durante la seconda seduta sulle ricadute. Che potevano cogliere di sorpresa. Che erano normali e che non rappresentavano una debolezza. In quel momento però mi sentivo molto debole. Strizzai gli occhi e cercai di calmarmi. 

Andrà tutto bene, Sage.
Tu non hai paura.
La paura non è reale.

Non udii il resto della frase di Luca, perché la mia testa era riempita da un’unica parola che vorticava inarrestabile. 

No.
No.
No.
No.
Non era possibile. L’accordo! Come avevo fatto a dimenticarlo? 

Il desiderio

In una storia così intensa, in cui la conquista della fiducia diventa davvero un cardine fondamentale del rapporto dei protagonisti, il desiderio diventa la massima espressione dell’abbandono, come forma di totale resa ai sentimenti. La componente erotica è importante, soprattutto in questo secondo volume, perché è una forma di comunicazione, il linguaggio dei sensi spesso anticipa ciò che la ragione fatica a elaborare. O a volte, l’orgoglio…

Conoscevo quello sguardo e mi rivelava ciò che Luca non voleva dire apertamente: mi aveva desiderata fin da allora. Forse non con la stessa intensità, ma quello che aveva visto gli era piaciuto. E mentre all’epoca l’idea mi aveva fatto spro- fondare nel panico, quella sera sentivo accendersi in me un tipo di turbamento completamente diverso. Cominciò con un fremito nervoso allo stomaco seguito da una contrazione tra le gambe che mi fece avvampare le guance quando ricordai il tocco della sua lingua. Il ricordo della nostra notte insieme si era impresso a fuoco nella mia memoria ed ero sicura che, nonostante l’oscurità, Luca percepisse chiaramente il desiderio inopportuno nei miei occhi, perché l’eccitazione nel suo sguardo aumentò visibilmente. Quella cena improvvisata a lume di candela era stata un errore. Eravamo soli nell’oscurità, isolati dal resto del mondo. Che cosa mi era saltato in mente? 

Mi affrettai a distogliere lo sguardo e fissai intensamente il mio marshmallow, che si era ricoperto di una crosta marroncina. Ci soffiai sopra per non bruciarmi la lingua e per distrarmi da Luca, che continuava a osservarmi e mi rendeva esageratamente consapevole di ogni mio movimento. Che fosse il sollevarsi e abbassarsi troppo rapido del mio petto o le mie labbra che soffiavano sul marshmallow. 

Quando addentai con prudenza la massa zuccherosa e calda, Luca emise una specie di ringhio soffocato accanto a me. Quel suono mi provocò un piacevole brivido lungo la schiena e mi impedì di ingoiare il boccone appiccicoso che avevo in bocca. D’un tratto avevo la gola secca perché anch’io ero consapevole della presenza di Luca con ogni fibra del mio essere. 

*****

Aprii gli occhi involontariamente e vidi Luca a pochi centimetri da me. Con le dita calde mi accarezzava la curva del mento. Mi solleticava la pelle come una piuma, ma non avevo nessuna voglia di ridere mentre la sua mano mi sfiorava la guancia. Nei suoi occhi, fissi nei miei, leggevo qualcos’altro oltre al desiderio. I suoi sentimenti erano profondi e io sostenni irremovibile il suo sguardo. 

Luca spostò il pollice sulle mie labbra. Le percorse lentamente, avvicinandosi, finché la punta dei nostri nasi non si toccò. Mi irrigidii da capo a piedi quando posò la bocca contro il suo pollice, una sorta di barriera tra di noi. Voleva lasciarmi tutto il tempo che mi serviva per ritrarmi. Per dire di no e rifiutare ai nostri cuori ciò che anelavano entrambi. 

Strinsi i pugni. Era un ultimo, ridicolo tentativo di esortare la mia ragione a prendere il comando, ma non c’era più niente. Nessun motivo, per quanto ragionevole, avrebbe potuto a quel punto impedirmi di baciare Luca. E non appena me ne resi conto, lui tolse il dito e le nostre labbra si incontrarono. 

Fu un bacio tenero. I miei pugni si riaprirono mentre chiudevo gli occhi. Avevo visto Luca e le emozioni che gli ardevano dentro; volevo esplorarlo con tutti gli altri sensi. Aveva un sapore dolce, come immaginavo, e odorava leggermente di sudore e polvere di vecchi libri dopo il lavoro in biblioteca. Nessun altro odore sarebbe stato altrettanto indicato per lui. 

Sospirai e socchiusi le labbra in modo che le nostre lingue si incontrassero senza che il bacio diventasse più travolgente. 

*****

Luca mi baciava con la consapevolezza che io lo amavo. Tolse la mano, poi mi afferrò e mi fece sedere sopra di lui. Io emisi un gemito simile a un’esclamazione sorpresa e lui rise piano, e la vibrazione della sua risata sulla mia pelle mi fece ribollire il sangue. Mi spinsi contro di lui e, sebbene forse volesse apparire controllato dall’esterno, sentivo il suo ardore crescere sempre più. In quel momento ebbi la certezza: volevo Luca.
Lo volevo davvero.
Senza confini e senza limitazioni.

E quando l’emozione si fa sentimento, amore 

Gli posai dolcemente le dita sul petto, gli accarezzai le spalle, il braccio tatuato e scesi fino alla sua mano. Le nostre dita si intrecciarono e le tenemmo così anche dopo che le nostre labbra si furono separate. 

Appoggiai cauta la testa sul busto di Luca, chiusi gli occhi e ascoltai il battito del suo cuore, finché non fu in armonia con il mio. Mi ero già sentita legata a lui, ma quella sensazione era ancora più forte. E non dipendeva solo dal sesso – anche se era stato strabiliante –, bensì soprattutto dalla fiducia che ci eravamo donati a vicenda…Non c’era più niente tra noi e i nostri sentimenti. Una condizione quasi troppo perfetta per essere vera. 

Non vi resta che emozionarvi con Sage e Luca, con i loro amici, in questo secondo ed ultimo appuntamento con Never.

Non perdete le prossime tappe del nostro blog tour!

Saffron

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